Società quotata a Londra si è rivelata una fregatura per Hp, ma c’è qualcuno che controlli?

Società quotata a Londra si è rivelata una fregatura per Hp, ma c’è qualcuno che controlli?

Negli ultimi anni, poche grandi acquisizioni hanno ricevuto un’altrettanto dura ricezione come quella concordata, con un’offerta di 11 miliardi di dollari, dalla Hewlett-Packard per l’acquisto della società britannica di sviluppo software Autonomy. Non solo le azioni del gruppo tecnologico americano sono precipitate, in seguito gli investitori arrabbiati hanno portato alle dimissioni dell’amministratore delegato, Léo Apotheker.

Ora, poco più di un anno dopo, è chiaro come la preoccupazione del mercato era giusta. Hp svalutato per quasi 9 miliardi di dollari – o l’80% del prezzo di acquisto. L’azienda afferma che una grossa fetta di questi problemi sono il risultato di «irregolarità contabili, false dichiarazioni e mancanza di trasparenza» da parte di Autonomy. Mentre Hp crede ancora nella tecnologia di Autonomy, i margini della società – a lungo fonte di meraviglia nel settore dei software – sono più bassi di quanto pensa.

La responsabilità per le carenze individuate nella due diligence indipendente effettuata in qualche ritardo da Hp, (a sua volta innescata da un informatore interno) non è ancora stata stabilita. L’ex capo diAutonomy, Mike Lynch, ha negato ogni responsabilità. Ma date le dimensioni del gap nel valore è difficile accreditarle semplicemente alla credulità di Apotheker – o alla cattiva gestione successiva di Hp.

Le accuse sono gravi. Se fossero vere, spostano l’attenzione sui difetti di processo e di governance. La contabilità nelle imprese di software è notoriamente una zona scivolosa. Ma l’idea di caratterizzare in modo falso oltre il 10% dei ricavi – come vendite software ad alto margine quando arrivano da hardware a basso margine – è difficile farla passare come una svista o come un cattivo giudizio di chiamata.

Il gruppo americano ha sottoposto le accuse alla Securities and Exchange Commission e al Serious Fraud Office del Regno Unito. Si chiede anche il risarcimento. Le indagini dovranno scoprire se la colpa può essere data al signor Lynch e ai suoi colleghi. Esse potrebbero anche utilmente guardare al ruolo giocato daDeloitte, i revisori dei conti di Autonomy. Se le accuse sono corrette, vengono accusati di aver sonnecchiato sul foglio di calcolo.

La maggior parte delle fusioni e acquisizioni non riesce ad aggiungere valore. Valorizzare le società di software è un’arte, non una scienza, e comprare lo sviluppo è un affare rischioso. Hp può essere stata imprudente, ma almeno Apotheker – se non i suoi colleghi direttori – ha pagato il prezzo. Più preoccupante è il fatto che Autonomy non era una start-up, ma un membro di lunga data dell’indice Ftse 100. Il tipo di controllo affrontato doveva precludere le irregolarità di cui ora è accusata. Se questi controlli sono alliti, questo è il vero scandalo.

L’articolo è stato originariamente pubblicato sul Financial Times del 21 novembre.

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