«Sono incinta, ecco le ecografie. Posso votare?»

«Sono incinta, ecco le ecografie. Posso votare?»

La signora Marisa avrà sessant’anni. Giacca a vento viola e borsa a tracolla, è arrivata alla Garbatella per sostenere Bersani. Entra nella sede del Pd romano per essere sicura che domenica prossima potrà partecipare al ballottaggio. «Voto il segretario? – a domanda quasi si stupisce – E che nun se vede? Io quell’altro non lo posso manco vedè». I volontari che da ieri mattina accolgono gli elettori ritardatari le spiegano che deve presentare una domanda. Bisogna spiegare perché una settimana fa non si è andati a votare alle primarie. Marisa si giustifica. «Io nemmeno lo sapevo che c’erano le primarie, avevo capito che si facevano a dicembre». Poi se la prende con l’apparato. «Dovevate fare più pubblicità». La volontaria la aiuta a compilare la domanda all’albo degli elettori. Motivo della mancata iscrizione? «Ero in campagna. In un agriturismo con degli amici, vicino Grosseto. Il posto non mi ricordo neppure come si chiama». Le dettano: “Non sapendo che c’erano le primarie sono andata in Toscana”. Tra i volontari del Partito democratico e gli elettori in coda, finisce a risate. «Allora domenica vengo qui, mi siete simpatici». Qualcuno fa notare alla signora Marisa che il voto non è ancora garantito. Stanotte il coordinamento provinciale romano si riunirà per valutare le richieste, Domani, in caso, le arriverà una conferma. «Ma come, tutto sto casino e poi nun me fate manco votà?».

Roma, rione Garbatella. A via delle Sette Chiese è stato allestito l’unico ufficio elettorale per registrarsi in vista del ballottaggio tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani. Da ieri mattina i volontari che presidiano la sede del locale Partito democratico stanno ricevendo decine di persone. E tantissime e-mail. Fino a questo pomeriggio ne sono arrivate oltre ottomila. La metà sono state spedite da normali indirizzi di posta elettronica. Le altre arrivano direttamente dal sito “renziano” www.domenicavoto.it. Il mail bombing promesso dallo staff del sindaco di Firenze rischia di mandare in tilt la macchina organizzativa. Micaela Campana, presidente del coordinamento romano delle primarie, non si nasconde. «Tutte queste mail sono un problema». C’è tempo fino a domattina per vagliare tutte le domande e avvertire gli elettori ammessi ai seggi. Non saranno molti. «Quattromila mail sono tutte uguali, arrivano in serie». Sono quelle del sito pubblicizzato dalla fondazione Big Bang. «La mia proposta – continua Campana – è di non valutarle nemmeno. Nulla di personale. Ma hanno tutte giustificazioni generiche».

Ecco il problema. Per votare al ballottaggio bisogna avere una buona scusa. Si deve spiegare perché non si è votato al primo turno. Perché non ci si è ancora registrati all’albo degli elettori. E così nelle richieste arrivate online la gente ha dato libero sfogo alla fantasia. Una signora rivela che domenica scorsa era impegnata con il proprio amante. Un incontro clandestino. Ovviamente non può fornire alcun documento che certifichi il tradimento. C’è chi dice di aver disertato il primo turno a causa di un raffreddore e chi dà la colpa alle lunghe file ai seggi. Qualcuno scende nei dettagli. Un elettore non ha votato per colpa di una “contrattura inguinale”. Un altro era impegnato con la raccolta delle olive. Qualcuno è rimasto a casa perché non può “guidare di notte”. C’è persino chi ammette con grande onestà: «Non ho avuto tempo». Il premio per la richiesta più completa va probabilmente a un giocatore di rugby. Domenica scorsa era impegnato con la squadra in trasferta. Per dimostrare il viaggio in autostrada ha allegato i dati del telepass e lo scontrino del pranzo in autogrill.

Qualche richiesta viene cestinata al volo. Non riceveranno risposta i numerosi Stalin e Palmiro Togliatti che hanno fatto domanda di registrazione all’albo degli elettori. Stessa sorte per i tanti Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. Ma siccome siamo nella Capitale, il nome più ricorrente è quello di Francesco Totti. Decine di mail portano tutte la firma del capitano della Roma. «Ma è arrivata qualche richiesta anche da Pippo e Pluto». Molti elettori hanno allegato certificati medici, biglietti aerei. Non è detto che siano sufficienti. «Anche se hai avuto l’influenza il 25 novembre – racconta Micaela Campana – Dovresti spiegare perché non ti sei registrato prima». Le iscrizioni all’albo sono state aperte dall’inizio del mese. «Solo a Roma sono stati attivati 110 uffici elettorali che sono rimasti aperti per 21 giorni». Ecco perché alla Garbatella le critiche sul regolamento sollevate da Renzi non sono piaciute a nessuno. «Una polemica che fa male a tutti – dice Micaela – Manca di rispetto ai volontari che lavorano senza alcuno stipendio da oltre venti giorni. Ma anche ai 180mila romani che hanno votato rispettando le regole».

Nonostante la possibilità di chiedere l’iscrizione online, in molti si presentano a via delle Sette Chiese. Tra ieri e oggi sono almeno 150. Arrivano di persona sperando di poter ricevere la scheda elettorale. Se ne vanno tutti a mani vuote. Fino a questa sera il coordinamento raccoglierà le richieste. Alle 21 si riunirà la commissione. I componenti valuteranno una per una le quasi 10mila domande di iscrizione. I fortunati che saranno accettati ai seggi riceveranno una conferma sabato mattina. Una mail o una telefonata. Gi altri no. Come spiega l’ultima delibera approvata: «Tutti coloro che non riceveranno una mail di conferma non potranno partecipare al voto di domenica 2 dicembre, non essendo stati iscritti all’albo degli elettori». In tanti neppure lo sanno. Vengono, fanno domanda. Sono convinti che basti questo. Tra due giorni si presenteranno ai seggi e scopriranno di non poter votare.

Tre volontari accolgono le persone all’ingresso. Dopo aver dato i documenti, a ognuno viene fornito un foglio bianco. Serve per scrivere le giustificazioni. L’organizzazione è complessa. Una trentina di persone – venti sono volontari – lavorano per sveltire le procedure. Ieri notte erano in quaranta, quasi tutti ragazzi del movimento giovanile Pd. Inseriscono i dati, scaricano le mail, le dividono. Il segretario del Partito democratico romano Marco Miccoli si affaccia dal suo ufficio, controlla. Bersaniano, nei giorni scorsi è entrato in polemica con Matteo Renzi. «Questa fase del ballottaggio è complicata – ammette – Fosse per me non l’avrei manco autorizzata».

Intanto le persone continuano ad arrivare. Ieri erano una settantina. Oggi qualcuno in più. Ci sono tanti studenti universitari fuori sede. Arrivano a gruppetti. Quasi tutti hanno avuto l’influenza. A tratti l’ufficio elettorale sembra un ambulatorio. «Ma che devo scrivere? Domenica scorsa non sono potuta uscire di casa, avevo un’indisposizione» si lamenta un’anziana elettrice. «E lei metta così» le rispondono. In tanti si giustificano scrivendo semplicemente la parola “febbre”. Probabilmente non sarà sufficiente. Vengono tirati in ballo i più piccoli. C’è chi domenica ha accompagnato all’ospedale il figlio in preda a un misterioso mal di pancia. E oggi si presenta con il referto del pronto soccorso. Una signora mette agli atti la “gastroenterite” del bambino. Una donna avanti con l’età entra nei dettagli. A tenerla lontana dal seggio è stata una “fortissima cistite”. «È molto fastidiosa e dolorosa – si confida – andavo e venivo dal bagno». A un certo punto arriva una ragazza incinta. A giudicare dalla pancia sarà almeno al settimo mese. Sotto braccio una lunga cartella medica piena di ecografie.

Tutta la documentazione viene fotocopiata e allegata alla domanda. Sandro, settant’anni. Domenica era all’estero. «Il motivo del viaggio?». Lui si imbarazza. «Ma perché lo volete sapere? Ho una compagna». Alla fine presenta i biglietti aerei e, nero su bianco, racconta il suo amore bulgaro. Una ragazza pianta un casino. Probabilmente è una simpatizzante renziana, ma non vuole ammetterlo. «Senta, preferisco non dirlo. Già la segretezza del voto…». La mail non l’ha inviata, teme che sia cestinata. Però si lamenta della procedura. «È complicatissimo». Alla fine le spiegano che sabato mattina – se la domanda sarà accolta – verrà avvertita. «Se dopo tutta questa trafila non mi fate andare al seggio, non voterò mai più». Una volontaria prova a rincuorarla. «Ma su signora, non deve dire così». Qualcuno si arrabbia davvero. Di fronte alle insistenze degli organizzatori ieri un signore ha sbottato, millantando amicizie altolocate: «Lo dirò a Bersani».

Tutti gli elettori della provincia di Roma devono passare da qui. «Ao, so 40 minuti che giro col motorino per trovare sto posto» si lamenta ad alta voce un signore, il casco in mano.«Nun se poteva trovà ne sede più comoda?». Una cittadina italiana di origine africana domenica scorsa era all’estero. Il biglietto aereo l’ha buttato. «A quest’età non pensavo di dovermi ancora giustificare». Si prova a recuperarlo dalla casella di posta elettronica. Un ragazzo il tagliando del volo l’ha portato, ma su una chiavetta Usb. Si cerca un pc per stamparlo.

Alcuni casi sono effettivamente complicati. Un signore di mezza età residente a Roma ha votato al primo turno in Toscana. Domenica sarà nel viterbese. I volontari restano a bocca aperta. «Forse si deve registrare lì» azzarda qualcuno. Intanto prosegue l’elenco delle giustificazioni. C’è chi non è andato a votare per colpa della recente alluvione. Una ragazza lavora a teatro, domenica era impegnata fuori Roma. Non c’è nessun documento che lo attesti. Nel dubbio ha portato il contratto di lavoro. «Qui si legge che sono assunta a tempo indeterminato e lavoro anche nei fine settimana». Si presenta una giovane coppia. Lui è romano, ha già votato al primo turno. La fidanzata, abruzzese, non ha fatto in tempo a registrarsi. Chi sostenete? «Siamo renziani tutti e due». Lui si avvicina e a bassa voce chiede: «La mia ragazza si è giustificata con dei problemi di salute. Che dice, la fanno votare lo stesso?».