L’Italia, racconta il luogo comune, è uno dei Paesi più europeisti del Vecchio continente. Ma quali sono i partiti politici preferiti dagli entusiasti dell’Unione europea? Per qualcuno sarà una sorpresa, ma vince questa sfida Sinistra e Libertà (Sel). Il partito di quel Nichi Vendola che, ancora pochi giorni fa, chiedeva venisse ritirato il Nobel per la Pace alla Ue per il suo “colpevole silenzio” su Gaza e per le sue connivenze coi dittatori. Mentre, altra sorpresa, la stragande maggioranza dei grillini si oppone a un’uscita dall’euro.
Questo almeno emerge dal sondaggio Ispo “Gli italiani e l’Unione europea. Un rapporto che cambia?”, che è stato presentato il due giorni fa presso la sede della Rappresentanza della Commissione europea a Roma. Sempre meno italiani si fidano dell’Ue, ad oggi solo il 40 per cento. Bruxelles è dietro a polizia e carabinieri (primi classificati per fiducia riscossa), Quirinale, Chiesa cattolica e magistratura. Magra consolazione, è ancora più stimata di governo, parlamento e partiti (ultimi per gradimento).
Tra chi si fida, come detto, spiccano i sostenitori di Vendola. Alla domanda “ti senti cittadino europeo?” ha risposto “molto/abbastanza” il 100% degli elettori di Sel. Seguono l’Udc (92%) e il Pd (87%). Si distinguono per risposte negative (“poco/per niente”) gli elettori di Grillo (37%), Idv (33%) e Pdl (30%). Ma tra questi tre gruppi di “euroscettici” passano alcune differenze evidenziate dal sondaggio. Se, infatti, gli elettori del Pdl e dell’Idv sono anche nel terzetto dei “meno informati” sulle attività della Ue (insieme a quelli del Partito democratico), quelli del Movimento 5 Stelle (M5s) addirittura risultano primi per conoscenza. Il 90% di loro sa, bene o a grandi linee, cosa fa la Ue, contro l’88% degli elettori dell’Udc e l’86% di Sel.
Tornando all’entusiasmo dei vendoliani per l’Unione europea, il sondaggio mostra come questo vada al di là di un generico sentimento di appartenenza. Alla richiesta di esprimere un giudizio sull’operato complessivo della Ue sono stati loro i più generosi: i pollici alzati sono stati l’86% del totale. Meglio dell’Udc (80%) e dell’Idv (72%). Dall’altro lato della classifica il primato di bocciature spetta al M5s, col 58% di giudizi negativi, seguito dal Pdl, unico altro partito i cui prevalgono, seppur di poco, gli scontenti (51%).
Trasversale, o quasi, la valutazione su un’eventuale uscita dell’Italia dall’Euro: in tutti i partiti, tranne il Pdl, più dell’80% degli elettori la valuterebbe negativamente. Nel partito guidato da Alfano un quarto del totale la riterrebbe anzi “positiva”. Tra gli elettori del M5s, che pure sono i più critici verso Bruxelles, l’81% si è dichiarato contrario, contro un 17% di favorevoli.
Un ultimo dato: il giudizio se sia un bene o meno che l’Italia faccia parte dell’Unione. I più convinti sono gli elettori di Pd e Udc con, rispettivamente, il 65% e 64% degli intervistati che ritiene sia un bene. Il dato scende al 38% tra chi vota per Vendola. Ma Sel è l’unico partito, insieme all’Udc, in cui nessuno pensa che sia un male. Tra i democratici il 5% e il 12% tra i grillini.
Dal sondaggio Ispo emerge una situazione complessa, con gli italiani sempre meno innamorati dell’Unione europea dopo la crisi. In particolare al sud e nelle isole, al decrescere del titolo di studio e all’aumentare dell’età, sono sempre più i critici. Restano invece tendenzialmente favorevoli i giovani, chi risiede nel nord del Paese e chi ha una laurea. Una divisione per gruppi che non si sovrappone perfettamente ai dati sui partiti sopra riportati. Molti elettori di Vendola, ad esempio, sono al sud. Eppure sono tra i più europeisti. Forse a loro questa Ue non sembra “l’Europa dei banchieri, dei finanzieri, dei liberisti” descritta dal leader.