Gli equipaggi a bordo delle navi mercantili italiane sono avvisati. La discriminazione razziale deve essere perseguita con attenzione. La legge, peraltro, è abbastanza esplicita. In particolare l’articolo 36 della numero 1045/1939. Tuttora in vigore. «Qualora tra i componenti l’equipaggio vi siano persone di colore, a queste dovranno essere riservate sistemazioni di alloggio, di lavanda e igieniche, separate da quelle del restante personale e rispondenti ai loro usi e consumi. Per tale personale di colore dovrà altresì esservi a bordo il modo di confezionare il vitto secondo le sue abitudini e i suoi costumi». Forse nemmeno in Alabama negli anni Cinquanta.
Per abrogare l’incredibile norma – per fortuna non più applicata, almeno si spera – è stata presentata una proposta di legge alla Camera dei deputati. Un provvedimento di iniziativa della deputata Pdl Souad Sbai, depositato un anno fa. La commissione Lavoro di Montecitorio ha iniziato a esaminarlo la scorsa settimana.
Pochi dubbi riguardo al fatto che la legge sia in palese contraddizione con la Costituzione italiana, laddove è previsto che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Una vecchia norma, si dirà. Approvata durante il regime fascista. Vero. La legge “sull’igiene e l’abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi mercantili nazionali” risale al 1939. Eppure, come spiega Sbai, «La commissione degli esperti dell’organizzazione internazionale del Lavoro ha fatto, attraverso il suo ultimo rapporto, richiesta al governo italiano di modifica della legge n.1045 del 1939, ma senza alcun riscontro».
Il provvedimento è scampato anche al famoso taglio delle leggi inutili promesso dall’ultimo governo Berlusconi. Per raggiungere l’obiettivo era stato persino introdotto un apposito ministero: la Semplificazione normativa. Niente da fare. «L’abrogazione della legge n.1045 del 1939 – si legge sul dossier presentato dal Servizio studi di Montecitorio – era stata inizialmente prevista dalla voce n. 23144 dell’allegato 1 al decreto legge 22 dicembre 2008 n. 200». Poi, però, la voce è stata cancellata dall’elenco. «Conseguentemente, la permanenza in vigore della legge nella sua integrità è stata confermata dal decreto legislativo 1° dicembre 2009 n.179».
Per carità, nessun governo ha intenzione di mantenere in piedi le discriminazioni a bordo delle navi mercantili. «Probabilmente – ipotizzano i tecnici della Camera – l’articolo in questione è sfuggito all’abrogazione espressa proprio perché collocato nell’ambito di una legge estranea alla legislazione razziale». Intanto però la legge è ancora in vigore. Anzi, dal Servizio studi di Montecitorio qualcuno si lascia sfuggire un apprezzamento per il legislatore. «Il primo periodo ha intenti chiaramente discriminatori – ci si riferisce al passaggio che prevede sistemazioni di alloggio, di lavanda e igieniche separate – ma non ricorre ad espressioni dispregiative o al termine “razza”, usando l’espressione, di derivazione anglosassone “persone di colore”. Tanto di cappello. Quanto al resto? «Il secondo periodo – quello sul diverso confezionamento del vitto – presenta un contenuto che potrebbe apparire perfino garantista». Vuoi vedere che a qualcuno la legge piace così com’è?