Crescono le “liste lazo”, con la speranza di agganciarsi a Monti

Crescono le “liste lazo”, con la speranza di agganciarsi a Monti

Monti sì, Monti no. La discesa in campo del Professore assomiglia a una telenovela. Un giorno il premier è deciso a candidarsi, quello successivo preferisce sfuggire alla contesa. I dubbi di Mario Monti alimentano confusioni e retroscena. E il bollettino quotidiano si aggiorna. Oggi le indiscrezioni che circolano nel Palazzo ipotizzano un possibile intervento. Il presidente del Consiglio sarebbe pronto a dare vita a una sua lista elettorale. Perno di una grande federazione di realtà alleate “per Monti premier” (così la dicitura ufficiale).

La confusione è grande. Qualcuno giura di aver già visionato la bozza del simbolo della lista. In serata le smentite: i soliti bene informati confermano che il premier ha accettato l’offerta di Bersani optando per il Quirinale. E se Monti si limitasse a presentare un memorandum, con il programma da seguire nella prossima legislatura? Intanto la presunta candidatura del Professore dà vita a un curioso fenomeno politico. La diffusione delle “liste lazo”. Meglio, le liste cappio. I raggruppamenti politici decisi ad “acchiappare” il premier. Impegnati ad aggrapparsi all’ultimo salvagente che – sperano – potrebbe garantire la rielezione.

Anzitutto è bene specificare che queste liste esistono, talvolta, solo nei sogni di chi le immagina. Molte non vedranno mai la luce. Alcune saranno educatamente allontanate dallo stesso premier (sempre ammesso che alla fine decida di candidarsi). A elencarle tutte emerge un complesso mosaico. Anche perché di lista unica – come pure vorrebbero alcuni parlamentari – per ora non se ne parla. La formazione di un unico soggetto elettorale aprirebbe trattative troppo lunghe e complesse. Per non parlare dei veti reciproci che già emergono tra presunti alleati (tra i meno amati Gianfranco Fini e alcuni deputati ex Dc).

Al centro di tutto dovrebbe esserci la lista del presidente del Consiglio. Una formazione del Professore, composta da persone scelte direttamente dal premier. Magari tra i membri del suo governo. A fianco, un soggetto montezemoliano. Una lista “Verso la Terza Repubblica”, costruita attorno al movimento di Italia Futura. Spazio, poi, alla politica. I primi a puntare con decisione su un nuovo mandato di Monti sono stati i centristi di Pierferdinando Casini. Nella stessa lista dovrebbero trovare posto i fedelissimi del presidente della Camera Gianfranco Fini. E poi c’è Fermare il declino di Oscar Giannino. Anche qui tutto è vago. «Ieri – ha spiegato il portavoce del movimento Lorenzo Gerosa – abbiamo rivolto una lettera aperta al presidente del Consiglio segnalandogli i nostri dieci punti per una nuova agenda nazionale. Restiamo in attesa di risposte sui programmi».

Fino a qualche tempo fa si immaginava una lista montiana proveniente dal centrosinistra. Una costola del Partito democratico pronta a schierarsi con il premier. Gli ultimi sondaggi a favore del partito di Bersani – ma anche la sconfitta di Matteo Renzi alle primarie – hanno fatto rientrare ogni ipotesi di scissione. Il Popolo della Libertà merita un discorso a parte. In serata Silvio Berlusconi ha ripetuto dal salotto di Porta a porta la sua proposta. «Se Mario Monti dovesse accettare l’offerta di guidare i moderati avrebbe sotto di sé il Pdl che è sempre stato leale». D’altronde, continua il Cavaliere, se Monti non ammette il Popolo della libertà non può dire di aver organizzato il fronte dei moderati. Una federazione di cui – miracoli berlusconiani – dovrebbe far parte anche la Lega Nord.

Al netto della strategia berlusconiana, è più facile che attorno al progetto montiano si aggreghino altre liste. Tutte provenienti dal Pdl. Di sigle e progetti ce ne sono a manciate. Merita una menzione “Italia Libera”, il raggruppamento di Isabella Bertolini che raccoglie i primi fuoriusciti dal Popolo della Libertà (tra loro Gaetano Pecorella e Giorgio Stracquadanio). Spicca il progetto di Italia Popolare. Il correntone vicino al segretario Angelino Alfano che raggruppa buona parte della dirigenza Pdl. È probabile che una lista di moderati pidiellini – specie senza la presenza di Berlusconi – avrà qualche possibilità di entrare nella federazione di Monti. Non è tutto. Da Italia Popolare potrebbe persino staccarsi una lista ciellina, a cui starebbero lavorando Roberto Formigoni e Mario Mauro. Il fronte dei moderati – o aspiranti tali – cresce. Di sigla in sigla, lo scenario è sempre più surreale. 

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