A meno di 24 ore alle primarie per la selezione dei parlamentari del Pd l’ansia da prestazione sale. Oltre mille candidati, parlamentari uscenti, giovani di belle speranze, ras locali di partito, si sfideranno per la prima volta in quella che si preannuncia una battaglia all’ultimo voto. Il 29 o il 30 dicembre – dipenderà dalla Regione di appartenenza -, dalle 8 alle 21, gli iscritti al Pd e all’albo di “Italia Bene comune”, potranno recarsi in tutte le piazze d’Italia per scegliere i parlamentari della prossima legislatura.
Da nord a sud saranno tanti i leader e i parlamentari uscenti che si giocheranno la faccia. E in questa prima tranche di candidati dobbiamo inserire anche due “derogati” come Anna Finocchiaro e Rosi Bindi. La prima correrà in provincia di Taranto. «Un collegio tranquillo», assicurano i bene informati. Ma già ieri l’ex capogruppo al Senato del Pd è stata contestata da un gruppo di cittadini che hanno intonato slogan e mostrato cartelli contro il decreto legge sull’Ilva. «Non pensavo di arrivare a Taranto. Sono siciliana e sono stata eletta l’ultima volta in Emilia Romagna. Qui la federazione di Taranto, il partito pugliese, hanno chiesto una personalità nazionale che venisse a condurre questa battaglia importante per le primarie. Il segretario del partito mi ha chiesto di andare a Taranto e io sono venuta qui: non è una scelta di comodo, è una scelta in una realtà molto difficile», precisa Finocchiaro dopo le contestazioni.
A Reggio Calabria, sempre nel profondo sud, parteciperà l’altra super big del Pd: Rosi Bindi. «Considero un onore la richiesta del partito di candidarmi alle primarie in Calabria. Un luogo simbolico per tutto il Paese per l’affermazione di un modello di sviluppo sostenibile fondato sul primato del lavoro», avrebbe detto Bindi all’indomani della scelta del partito. Ma anche in questo caso le polemiche non mancano. Elisabetta Cannizzaro, leader locale del Pd calabro, e candidata per le “parlamentarie” in quota Renzi, mette in discussioni i vertici del partito nazionale: «Il principio democratico impone che il rispetto delle regole parta dalla base affinché la politica torni ad essere credibile. Ancora oggi assistiamo a deputati imposti a dispetto degli elettori ed a una sottovalutazione del principio di rappresentanza dei territori. Anche i sostenitori di Bersani stanno sperimentando che le aperture al rinnovamento si stanno chiudendo e avanza un partito che almeno in Calabria si riserva quote per i soliti noti a dispetto del loro consenso e degli elettori».
Ma le partite più interessanti si svolgeranno sopratutto nelle grandi città. Nel capoluogo lombardo, gli uscenti Emanuele Fiano, Emilia De Biase e Barbara Pollastrini, se la dovranno vedere con il coordinatore dei circoli milanesi Francesco Laforgia, il renziano Gabriele Messina e la trentenne Lia Quartapelle che pare capace di mobilitazioni rare dalle parti del pd. Stesso discorso anche a Roma. Nella capitale fra i 21 candidati alle primarie ci sono anche gli uscenti Roberto Giachetti, agli onori delle cronache per uno sciopero della fame durato 120 giorni per la riforma della legge elettorale, Marianna Madia, voluta dall’allora segretario del Pd Walter Veltroni capolista del Lazio in occasione delle politiche del 2008, e Walter Tocci. I quali dovranno vedersela con il responsabile economico del Pd, con l’ultimo dei dalemiani cresciuto nella sezione Mazzini di Roma, Matteo Orfini, con l’ex assessore all’urbanista della giunta romana di Walter Veltroni, Roberto Morassut, e con Monica Cirinnà, moglie dell’ex capogruppo Pd in Consiglio regionale Esterino Montino.
Poco più a sud, in quel di Napoli, ci sono in campo la moglie di Bassolino, Anna Maria Carloni, il presidente provinciale Massimiliano Manfredi. E fra i nomi da tenere non sottovalutare c’è quello di Leonardo Impegno, già consigliere comunale e presidente del consiglio comunale di Napoli, e figlio di Berardo Impegno, parlamentare del Pds coinvolto e poi assolto nell’inchiesta di Mani Puliti. Ma il nome sul quale punta tutto il pd per raccogliere i voti sul territorio è quello di Antonio Amato, classe ’47, leader di area democratico, e fortissimo a Bagnoli e Fuorigrotta.
Nel capoluogo pugliese sarà sfida all’ultimo vota fra Alessandro Emiliano, fratello del sindaco di Bari, e Gero Grassi, fioroniano doc, e possessore di un pacchetto cospicuo di elettori. Sempre a Bari si peserà l’uscente Dario Ginefra.
Scendendo ancora più sud, sarà interessante osservare cosa succederà a Palermo. Perché nel capoluogo siciliano l’ex leader della Cisl, Sergio D’Antoni, inizialmente dato nel listino “bloccato”, se la dovrà vedere con uomini radicati sul territorio come il renziano Davide Faraone e Pino Apprendi, o come il segretario provinciale del Pd Enzo Di Girolamo. Sempre a Palermo, prenderanno parte alla competizione, l’uscente Alessandra Siragusa, franceschiana di ferro e competente in materia di scuola, e Bernardo Mattarella, figlio del presidente della Regione Piersanti Mattarella, ucciso da Cosa Nostra.
Scorrendo tutte le liste, che si possono trovare all’interno del sito “primarieparlamentarie.it”, saltano agli occhi alcune curiosità. Il candidato più giovane è Filippo Crimi, classe ’87, e correrà nel collegio di Vicenza. Mentre il più anziano è Gigi Bellassai, è nato nel 1902, e parteciperà per le primarie in provincia di Ragusa. Ultima curiosità: in provincia di Siracusa si conosce già il vincitore. Carmela Castelluccio detta Carmen ha già vinto perché è l’unica candidata della provincia di Siracusa.
@GiuseppeFalci