Dai Pearl Jam ai Depeche Mode, il 2013 sarà ricco di nuove uscite

Dai Pearl Jam ai Depeche Mode, il 2013 sarà ricco di nuove uscite

Il 2012 è stato un anno strano, musicalmente parlando. Diviso a metà tra rievocazione del passato e nostalgia del futuro. La vinil-mania ed il folk rock, da una parte. La nascita di nuove stelle del pop, dall’altra. È stato l’anno dei tormentoni: Somebody That I Used To Know, We Are Young, Call me Maybe. L’anno dell’abbattimento totale delle barriere territoriali, l’anno del compimento della globalizzazione musicale: Gangnam Style dalla Corea ai nostri schermi con un successo senza precedenti. L’anno in cui l’onda lunga del successo di Adele si è mescolata con l’ascesa di una nuova stellina glamour, la depressa-per-contratto Lana del Rey. Un anno ricco di nuovi interessanti orizzonti sonori, a conferma di come, spesso, le crisi siano un volano in grado di dare nuova linfa all’arte e ai suoi interpreti.

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Molti dei volti, giovani e meno giovani, che hanno lasciato il segno nel 2012, li potete scoprire attraverso le classifiche che Linkiesta ha fatto stilare a sette autorevoli giornalisti musicali italiani. Facendo la conta dei singoli voti, un po’ come si fa per il Pallone d’oro nel calcio, “vince” il vecchio Bob, Dylan ovviamente, che con Tempest ha tirato fuori dal cilindro un disco d’altri tempi: i suoi. Hanno convinto anche Bruce Springsteen ed i Mumford and Sons, nonostante “Babel” non abbia saputo replicare i fasti dell’album d’esordio della band, “Sigh No More”. La rivelazione del 2012, almeno stando ai nostri voti, sono stati i Cloud Nothings, indie rocker americani giunti ormai al terzo disco. Il 2012 è stato un anno a tinte rosa, con il ritorno di un quartetto di donne da applausi – Fiona Apple, Cat Power, Patti Smith e Sinead O’Connor – mentre il “divorziato” Jack White ha saputo risvegliare gli appisolati con del rock’n’roll “alla vecchia maniera”, un po’ come i Gaslight Anthem, da manuale nel loro Handwritten.

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In Italia il rap sta vivendo un momento d’oro, soprattutto tra giovani e giovanissimi. Il successo di Club Dogo e Fabri Fibra ha tirato la volata anche agli epigoni (più o meno riconosciuti) Salmo, Mecna e Ghemon. Da sottolineare la buona linfa della nuova generazione di cantautori – da Colapesce a Dimartino, passando per Nicolò Carnesi e Maria Antonietta -, anche se a dominare le classifiche in questi giorni sono ancora i grandi nomi del passato. Nella top ten ci trovate Zucchero, Ramazzotti, Mina, Baglioni, Pausini. Tra i “vecchi” c’è anche chi ha annunciato, più o meno seriamente, il proprio pensionamento: Guccini e Fossati, per esempio. Mentre Vasco Rossi, in perfetto italian style, sembra aver dimenticato la promessa fatta nel 2011 (quando si “dimise da rockstar”), continuando a far parlare di sé non solo per i dischi venduti (due le uscite del Blasco che hanno raggiunto la vetta delle classifiche nostrane nell’anno solare in conclusione) ma anche per le consuete polemiche avviate e condotte brandendo la sciabola di Facebook.

L’ultimo Festival di Sanremo, intanto, ha confermato il successo dei talenti della “Generazione Talent”, con il trionfo di Emma e della sua “Non è l’inferno” (ma qualcuno se la ricorda ancora?). Sul palco dell’Ariston si è parlato soprattutto dei tatuaggi inguinali di Belen e dalla bellezza, da capogiro in tutti i sensi, della modella Ivana Mrazova. Ma non sono mancati momenti musicali di rilievo, grazie soprattutto alle esibizioni di Patti Smith, Brian May e José Feliciano. La prossima edizione, la 63esima, vedrà in concorso tra i Campioni numerosi veterani, tra cui Elio e le Storie Tese, Max Gazzé, Simone Cristicchi e Daniele Silvestri, insieme ad alcuni volti nuovi o “riciclati”: Almamegretta, Marta sui Tubi e Annalisa, l’ennesima “figlia di Amici”. Una menzione spetta di diritto ad un grandissimo della musica italiana scomparso troppo presto: Lucio Dalla se n’è andato lasciandoci in eredità alcune delle pagine più belle della canzone italiana del novecento.

Ma il tempo non si ferma e non ci aspetta e, prima di ritrovarci costretti a rincorrerlo, proviamo ad indirizzare lo sguardo in avanti. L’anno 2013 di nostra vita si prospetta decisamente ricco, almeno dal punto di vista musicale. Per Fantasma, il nuovo album dei Baustelle, è questione di giorni. In Italia torneranno sugli scaffali con nuovi dischi anche Renato Zero, Gianna Nannini, Claudio Baglioni, Elisa, Carmen Consoli, Nek, Francesco Renga, Ligabue e i Modà. Ma sarà soprattutto a livello internazionale che si avranno più fuochi d’artificio: a marzo uscirà il nuovo disco dei Depeche Mode, molto atteso. Grandi aspettative anche per U2, Queens of the Stone Age, Nick Cave, Pearl Jam, Metallica, Arcade Fire e Black Keys. A fine febbraio vedrà la luce “Amok”, primo disco degli Atoms for Peace, supergruppo capitanato da Thom Yorke dei Radiohead. Ancora nessuna news, invece, sul possibile seguito di 9, l’ultimo disco di Damien Rice risalente ormai a sette anni fa. Sarà un anno che segnerà un ritorno del rock classico, con Tool, Deep Purple, Iron Maiden, Black Sabbath di nuovo in pista. Senza dimenticare le ristampe: usciranno, in versione rimasterizzata, “In Utero” dei Nirvana e “Adore” degli Smashing Pumpkins.