Nella conferenza stampa di fine anno, Mario Monti ha annunciato la prossima pubblicazione di un’agenda per rilanciare la crescita restando saldamente ancorati al quadro europeo. Ha dato la disponibilità a guidare ancora un governo, ma senza presentarsi al voto né lasciando il proprio nome a libera disposizione di chiunque voglia.
Sono apprezzabili il suo chiaro no a chi a destra non ha più credibilità europea e cambia idea ogni giorno, i riferimenti critici a Vendola come ai no ideologici di alcune parti sindacali, la sua apertura ai temi della condizione femminile, il rilancio delle liberalizzazioni.
È corretto il richiamo ai tagli di spesa come via per l’abbattimento della pressione fiscale. Ma è mancato, invece, ogni riferimento al cambio di passo che è necessario nell’abbattimento del debito attraverso dismissioni pubbliche, come il no a ogni ipotesi di patrimoniale che si aggiunga all’attuale pressione fiscale record, che strangola impresa e lavoro.
Fermare il declino resta molto interessata a contribuire a un’agenda per rilanciare la crescita, mettendo al centro merito, competitività, energica revisione del perimetro pubblico, scioglimento dei conflitti d’interesse, e discontinuità rispetto ai vecchi partiti e alle loro classi dirigenti. Da questo punto di vista, nelle forme in cui Monti lo decidesse, siamo disponibilissimi a contribuire sulla base dei nostri dieci punti, chiaramente individuati.
Ma i tempi dell’operazione elettorale indicata da Monti appaiono incompatibili con la chiusura delle liste e la raccolta di firme a cui sono vincolati i movimenti che, come fermare il declino, non partecipano al Parlamento sciolto. Di conseguenza il nostro obiettivo è e resta quello di iniziare entro poche ore in tutta Italia la raccolta delle firme alle nostre liste. Né a destra né a sinistra ma avanti, per dare più voce e forza alla società civile che non ha responsabilità del declino italiano, e dell’enorme dilapidazione di risorse messo in atto dall’elefantiaca macchina pubblica. Oscar Giannino