Grasso, il giudice che diceva “mai nei partiti”

Il nuovo presidente del Senato chiede una commissione d’inchiesta sulle stragi irrisolte

PALERMO – «Non guardo a un’eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia funzione e alla mia cultura. Penserei piuttosto a quella che ho definito una lista civica nazionale». Era il gennaio scorso, e a margine della commemorazione di Piersanti Mattarella a Palermo, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso escludeva una discesa in campo con un partito. In politica «mai dire mai», avrebbe detto, ma di partiti, Pd o Pdl o Udc, non ne voleva proprio sapere.

In quei mesi il super-procuratore veniva corteggiato dal centrosinistra siciliano. Lui sarebbe stato l’uomo “giusto” per conquistare la città di Palermo dopo dieci anni di malgoverno del destra berlusconiana. Un nome attorno al quale si sarebbe potuto creare quella “grosse koalition”, e che avrebbe arginato quel che restava del centrodestra palermitano. Alla fine non se ne fece nulla, e Pietro Grasso continuò a guidare la procura nazionale antimafia.

Ma di lì a qualche mese il nome di Pietro Grasso venne nuovamente evocato per le elezioni regionali siciliane, che si sono tenute lo scorso 28 ottobre. Un nome sul quale ha lavorato per diverse settimane il fronte antimafia del Partito Democratico, con in testa il senatore Beppe Lumia a fare da big sponsor all’ex procuratore capo di Palermo.

«In pole position c’è Grasso. Ma se dovesse dire no, penseremo a Crocetta», sussurravano i dirigenti democratici del fronte antimafia. Ma a margine della audizione davanti alla Commissione antimafia del Parlamento europeo, Grasso rispediva l’offerta al mittente: «Ho già detto ‘no’ più volte, adesso lo ripeto anche in Europa…». «E comunque – aggiungeva- qui avete un candidato, che è Rosario Crocetta . Quindi se se c’è già lui, io che vado a fare?».

Ma il doppio di “no” di Grasso al comune di Palermo e a Palazzo d’Orleans, non avrebbe escluso alcunché. Da tempo il procuratore nazionale antimafia avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di candidarsi come parlamentare. Nel 2010 si recò persino a Chianciano alla festa nazionale dell’Udc. E per settimane circolò l’ipotesi che il leader dell’Udc Pierferdinando Casini avrebbe potuto candidarlo alle politiche del 2013. Ma Grasso, che è sempre stato definito un “magistrato-democristiano”, ha preferito aspettare il timing giusto per scendere in campo.

Come racconta a Linkiesta un deputato palermitano di centrosinistra, «era già scritto che lui si sarebbe candidato con il Pd. Per lui c’è già pronta una delega firmata da Napolitano di Ministro di Grazia e Giustizia». D’altronde «lui è uno che sta bene con tutti, quello che differenzia Grasso da tutti gli altri magistrati è l’elemento neutrale, risulta simpatico a tutte le parte politiche, che in questo modo lo sentono vicino».

Anche se nell’ultimo anno ha coltivato ottimi rapporti con uomini del centrosinistra. Probabilmente in vista delle elezioni politiche del 2013. «Veniva chiamato costantemente in audizione in commissione Giustizia dal Pd, non solo sulle questione di mafia», dice a Linkiesta Rita Bernardini, parlamentare radicale e componente della commissione giustizia. «Evidentemente – continua Bernardini – si stava ambientando».

Ma la discesa in campo dell’ex procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, fra le file del movimento arancione, di certo ha impresso un’accelerazione alla trattativa fra il Pd e il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Come spiega a Linkiesta l’ex direttore di Radio Radicale Massimo Bordin, «dal punto di vista politico Grasso non ha mai avuto connotazione politica. Ma la contrapposizione con Ingroia c’è stata. In occasione dell’inchiesta su Cuffaro, loro si spaccarono violentemente. Ingroia voleva imputare a Cuffaro il concorso esterno. Grasso, che era a capo della Procura, disse: “gli diamo il favoreggiamento e in questo modo vinceremo”. Ebbe ragione Grasso».

Domattina il segretario del Pd Pier Luigi Bersani terrà una conferenza stampa al fianco del procuratore Pietro Grasso, nella quale formalizzerà la candidatura fra le fila del Pd dell’ex procuratore capo di Palermo. Si presenterà in Sicilia? Sarà una candidatura di «alto profilo nazionale, e non potrà essere circoscritta alla Sicilia, regione nella quale è nato, e ha vissuto». Perciò rumors, riferiscono a Linkiesta, che «farà il capolista o in Lombardia o in Lazio». Oppure «si aspetterà di capire in quale regione sarà candidato il rivale Ingroia». Per poi spiccare il volo verso il parlamento e il governo. Anche in caso di Grosse Koalition con il centro montian-cattolico, Grasso sembra in pole position. 

@GiuseppeFalci 

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter