Riuscirà Silvio Berlusconi nella sua nuova impresa? Il Cavaliere si è lanciato a tutto spiano nella campagna elettorale, partecipando negli ultimi giorni a numerose trasmissioni televisive e rilasciando molteplici interviste e dichiarazioni su temi e contenuti più diversi, dalla vita personale alle accuse a Monti, al consueto ribadire le proprie capacità.
Berlusconi si è posto un obiettivo stratosferico e mai raggiunto: addirittura il 40%. Si tratterebbe di una crescita elevatissima, dato che oggi il Pdl è quotato attorno al 16-18%. Ma occorre dire che, come lo stesso Cavaliere ha più volte sottolineato, negli ultimi giorni – proprio in coincidenza delle sue apparizioni televisive – il suo partito si è accresciuto del 2-3%. Conquistando specialmente quegli elettori di centrodestra che, spinti dalla delusione, si erano provvisoriamente rifugiati nell’indecisione. Anche a seguito di questo flusso, si è verificato di recente un calo di quanti dichiarano nei sondaggi di essere indecisi al voto o tentati dall’astensione.
Oggi sono il 35-40%: tenendo conto che non si asterrà probabilmente più del 20%, rimane un’ampia quota di cittadini da conquistare. Ed è proprio quest’ultima su cui punta il Cavaliere.
Nonostante il successo iniziale, l’atteggiamento dell’opinione pubblica verso la nuova discesa in campo di Berlusconi rimane però relativamente critico. Di fronte al quesito se “Silvio Berlusconi ha fatto bene a scendere nuovamente in campo, candidandosi per le prossime elezioni politiche?”, solo il 13% degli italiani risponde affermativamente.
L’appoggio al Cavaliere è relativamente più diffuso tra liberi professionisti e lavoratori autonomi residenti al Nord. Ma lo è, ovviamente, in misura ancora più accentuata tra gli elettori del centrodestra. Tanto che se si considera il sottoinsieme dei votanti attuali per il Pdl, più dell’80% esprime il proprio netto favore alla discesa in campo di Berlusconi.
Sino a questo momento, dunque, il Cavaliere ha conquistato (o, in certi casi, riconquistato) il suo elettorato tradizionale di riferimento. Che ha tuttavia un potenziale residuo ancora molto ampio, collocato per ora, come si è detto, tra gli indecisi. Un segmento non facile da persuadere – considerate anche le delusioni precedenti – ma che Berlusconi si dice, come sempre, certo di convincere.
*Originariamente pubblicato come post sul blog di Renato Mannheimer su Linkiesta
La turbolenta intervista da Giletti: