Mario Monti: “Ecco il mio programma per il futuro”

Mario Monti: “Ecco il mio programma per il futuro”

13.26 «Un ruolo di Presidente della repubblica mi consentirebbe meglio di avere cura della mia agenda? Questa domanda precorre tempi che forse non si realizzeranno mai». Con questa risposta alla domanda della corrispondente del Wall Street Journal si è chiusa la lunga conferenza stampa di Mario Monti.

13.24 «Se Berlusconi dovesse aderire alla mia agenda? Con persone di valore e sorprendenti come lui tutto può cadere. Non mi sono mai sentito super partes ma extra partes. “Sbigottimento” mi sembra un termine tecnico per la sua continua oscillazione di valutazione nei miei confronti. Una e non le altre due forze politiche che ci sostenvano – la sua – ci hanno sostanzialmente tolto la fiducia, ma non ho risparmiato critiche agli altri.

13.17 Berlusconi mi ha definito uno dei tanti liderini in giro? Non è questione di diminutivi o vezzeggiativi. Se penso alla mia convenienza, non dovrei fare strettamente niente. Ma l’imperativo morale è cambiare il Paese». 

13.12 «Non amo le tasse. Ma ritengo grave la continua diseducazione fiscale, a partire dal linguaggio usato a proposito dello “Stato che mette le mani nelle tasche degli italiani”. Chi evade cos’è? È un italiano che mette le mani nelle tasche degli altri italiani. Quanto all’Imu non è bellissimo, ma in Europa quasi in ogni Paese c’è una tassa sulle case ed è necessario. Abbiamo aumentato le tasse per sopravvivere».

13.06 «Chiamano la mia agenda “agenda Merkel”? Credo che abbiamo in comune solo la M. Le nostre agende sono diverse. Noi diamo più peso alla crescita, alla liberalizzazione interna nel settore dei commerci. Se il retropensiero è “siete appiattiti” “siete accucciati” o come ha detto Tremonti “a quattro zampe” (perché il centrodestra ha molta più fantasia del centrosinistra nell’inventare queste terminologie simpatiche fino a un certo punto), lo nego assolutamente. Abbiamo avuto per anni un governo italiano, purtroppo, che aveva seria difficoltà a far sentire la sua voce in Europa. Ora la situazione è cambiata. Non siamo subalterni a nessuno».

13.03 «La mia candidatura offenderebbe Napolitano che ha chiesto la mia terzietà? Do grandissima importanza alle opinioni del Capo dello Stato, e per mia fortuna ho accesso più diretto alle sue opinioni e le conosco in una versione più autentica di quella pur lodevolmente ricostruita dao giornalisti».

12.59 «A fronte di un forte debito pubblico c’è un basso indebitamento privato delle famiglie italiane. Ciò non toglie che ci sono ragioni per doverlo far scendere, in base ai patti europei, e per volerlo far sciogliere. Abbiamo ereditato impegni dai governi Berlusconi, come quello del bilancio del pareggio. Ce la faremo, con più o meno agio a seconda di quanto sarà il dato di crescita. Dobbiamo crescere».

12.54 «Vendola mi ha definito “liberale e conservatore”. Liberale sì. Quanto a conservatore, credo che sia più conservatore lui».

12.52 «Lasciare, come chiede il centrodestra, anche gli affari correnti in caso di candidatura? Io non ho la minima idea di come mi regolerei in caso di candidatura. Non ho reticenze, ma mi sembra che la storia – anche recente d’Italia – sia piena di presidenti del consiglio che partecipano molto attivamente alle campagne elettorali». 

12.50 «Abbiamo spezzato le concentrazioni di potere che rendevano opache banche e assicurazioni».

12.45 «Sì ho chiesto chiarimenti a Grilli per la questione dell’appartamento ai Parioli. E no, non ho ricevuto minacce per non candidarmi. Solo forme di leggera intimidazione e di leggera lusinga, del tipo “Se si candida, non potrà più diventare presidente della Repubblica” e simili. La storia sui miei fondi svizzeri la trovo ridicola».

12.42 «Mai pronunciare la frase “la crisi è finita”. Esiste anche la scaramanzia finanziaria. E leggendo i bollettini di Bce, Ue, Fmi – che spesso non coincidono con le visioni dell’onorevole Brunetta – serve prudenza. Ma sono molto più sereno di un anno fa».

12.41 «Non sarò candidato in un particolare collegio, in quanto, come forse saprete, sono senatore a vita. Se una o più forze politiche che credono in questa nostra agenda (o in una migliore) mi chiedessero di candidarmi come presidente del consiglio, valuterei. A priori, sì. Ma è ben altra cosa che dare il nome ad altri per liberi utilizzi».

12.37 «A Melfi non ho visto persone fuori dai cancelli, ma forse c’è una pluralità di cancelli e non mi hanno fatto passare per quello (dove c’era la Fiom, ndr). Non ho apprezzato le critiche da parte sindacale alla mia presenza. È stato brutto. Spero che sia possibile conciliare un giorno diritti dei lavoratori e investimenti».

12.32 «Il mio nome sul simbolo elettorale? Non ho simpatia per i partiti personali. Mi sembra comunque una questione minore».

12.29 È terminato il discorso di Monti. Iniziano le domande dei giornalisti.

12.27 «Al presidente Napolitano, nel rassegnare le dimissioni ho detto: “Missione compiuta».

12.25 «Non voglio essere irrispettoso, ma credo che la contrapposizione orizzontale sinistra-destra oggi abbia poco senso. La vera differenza è tra riformisti e conservatori. Servono riformisti. Io vedo cespugli riformisti a destra, a sinistra e al centro. La nostra agenda è erga omnes. Io non mi schiero con nessuno, spero che molti si schierino con le idee della nostra agenda. Non direi mai “scendo in politica”. È volgare. Bisogna “salire” in politica. Basta leaderismo, parliamo di idee. Le scorciatoie sono scivolose. Vanno risolti i problemi. A quelle forze che manifestassero adesione convinta delle idee dell’agenda, sarei pronto a fornire il mio impegno e, se richiesto, la mia guida e anche, dopo il passaggio parlamentare, più alte responsabilità.

12.20 «Vi stupirà quello che sto per dire. Per tornare a crescere dobbiamo molto agire sul ruolo della donna nella nostra società. Dobbiamo cambiare la mentalità. Studi Ocse dimostrano che potremmo guadagnare un punto per cento di Pil se le donne partecipassero più attivamente alla società. Anche in elevatissime rappresentaizioni pubbliche la donna è trattata in modo spesso umiliante. E po c’è la questione del deficit di nascite. Dobbiamo tornare a guardare al futuro, a credere nel futuro».

12.16 «La mia critica trasversale ai partiti riguarda invece il taglio ai costi della politica. Troppi i blocchi e le resistenze, ad ogni livello sul territorio. Si veda, come solo esempio, quello che è successo con la riduzione delle province».

12.14 «Dopo la critica alla sinistra, passiamo a quella alla destra. Il blocco maggiore lo abbiamo avuto sulla legge anticorruzione. Io resto convinto che sia meglio fare leggi ad nationem che non ad personam. Nella nostra agenda, leggi più restrittive su falso in bilancio, voto di scambio, intercettazioni, conflitto d’interessi. E dovremo rivedere la prescrizione».

12.08 La peggiore forma di clientelismo, è barattare il futuro dei giovani con la propria rielezione. Idee nobili in passato ma perniciose oggi hanno rallentato la nostra azione di governo. Blocchi che ci hanno impedito di fare meglio. Siamo imparziali: cito un blocco a sinistra, uno a destra e uno trasversale, per la terzietà. Basta catene che inchiodano al passato. Il passato non tornerà. Le tutele dei diritti dei lavoratori erano molto giustificate un tempo, ma oggi finiscono per penalizzarli. L’atteggiamento di una delle organizzazioni sindacali (cgil, ndr) che ha difficoltà ad evolversi, ha conseguenze negative sui lavoratori. Serve una drastica semplificazione normativa e amministrativa in termini di lavoro; meno burocrazia. E il superamento del dualismo tra lavoratori protetti e non protetti. 

12.03 «Vi sarà detto che se lo spread è la metà di quando siamo entrati in carica non è merito nostro ma della Bce. Certamente la Banca Centrale Europea ha avuto un ruolo importante, ma si sa che la Bce agisce solo se vede i Paesi orientati a una condotta disciplinata. La Bce aveva fatto incetta di bond italiani anche durante il governo dei nostri predecessori, ma senza risultati apprezzabili sullo spread». 

11.58 «Ci sono due modi sicuri per dissipare i passi avanti e i sacrifici fatti. Il primo non ascoltare i consigli della Ue. Si deve discutere ma non ci si può fa male battendo i pugni ed è inutile. Come sappiamo, in quel caso, alla pacca sulla spalla seguono i risolini. Il secondo modo è abolire l’Imu (proposta del Pdl, ndr). Se si farà, chi verrà a governare un anno dopo, non cinque, dovrà rimettere l’Imu doppia. No ad illusionismi».

11.56 Presenteremo anche su un apposito sito internet il manifesto «Cambiare l’Italia. Riformare l’Europa. È un primo contributo per una riflessione aperta. Primo: non distruggere ciò che con il sacrificio di tutti si è fatto in quest’anno».

11.53 «Non espongo il consuntivo dell’anno e vada direttamente al futuro. E a parlare della cosiddetta Agenda Monti».

11.50 Faccio fatica a seguire la linearità del pensiero del mio predecessore Silvio Berlusconi, lo dico con gratitudine e sbigottimento. Ieri ha definito il mio governo un “disastro completo”, pochi giorni prima da lui era arrivata la generosa offerta al sottoscritto della leadership dei moderati. La comprensione mentale del suo pensiero mi sfugge e non può costituire la base insieme ad altro (tra cui la diversa concezione del ruolo nelle istituzioni) per accettare la sua offerta.

11.45 Monti ricorda ad Angelino Alfano le dure parole dal segretario del Pdl pronunciate in Parlamento il 7 dicembre: «Le parole pesano. Le espressioni di Alfano si condensano in un giudizio politico pesante e molto severo. Di fronte alle parole “abbiamo dato fiducia a questo governo nella speranza che le cose andassero meglio, ora sappiamo che vanno peggio” non restava che considerare conclusa l’esperienza di governo. Respingo di Alfano anche la sua accusa di una nostra cedevolezza verso una delle due parti, il Pd. Ci siamo sempre ispirati all’imparzialità. Considero ancora più grave ritenere che ci siamo piegati verso il Pd, che non la cattiva qualità della nostra opera di governo. Cedevolezza no. Condizionamento sì, ma di tutte e tre le parti e soprattutto di Pd e Pdl.

11.42 Monti ringrazia Napolitano «da una sua intuizione è nato il nostro governo», i segretari di camera e Senato e i segretari di Pd, Pdl e Udc.

11.38 «Io posso ora rivelare che nelle mie prime uscite in Europa, da presidente del consiglio italiano, mi sono venute alla mente le prime parole di Alcide De Gasperi alla conferenza di pace di Parigi. Era così precaria la nostra situazione, eravamo – forse a torto – così circondati da diffidenza, che risuonavano in me le sue parole in quel momento tragico: “Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra cortesia, è contro di me”. Entro un anno quell’emergenza finanziaria è stata superata. Gli italiani possono di nuovo essere cittadini europei a testa alta, e senza aver ricorso ad aiuti europei o dell’Fmi».

11.31 Inizia a parlare Mario Monti. «Per quanto riguarda il tema della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del provvedimento sull’equo compenso, sarà imminente, a quanto apprendo. La libertà di stampa è la libertà del Paese»

11.23 Apre la conferenza stampa Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti: «Retribuire con due euro chi scrive un articolo è schiavitù. Non un giornale ha dato notizia dell’approvazione della legge sull’equo compenso, approvata il 6 dicembre ma che ancora non è in Gazzetta Ufficiale. Perché?».

11.18 Il presidente Mario Monti è appena arrivato nella sala della conferenza

11.10 Fa discutere l’annunciata presenza di Mario Monti alla trasmissione in Mezz’ora di Lucia Annunziata alle 14.30.

11.05 L’inizio della conferenza stampa, previsto per le 11, è in ritardo. Nelle anticipazioni a Eugenio Scalfari su la Repubblica oggi in edicola il presidente del Consiglio ha detto: «Ho dubbi sul candidarmi, ma la notte porterà consiglio». E ha tratteggiato un suo manifesto per il Paese: «Nei primi cento giorni di governo si dovrebbero abolire le province e votare una nuova legge elettorale che porti al dimezzamento del numero dei parlamentari» In economia, bisognerebbe «incentivare la libera concorrenza, dotando però l’Antitrust di maggiori poteri di controllo. Necessaria poi una nuova riforma del sistema fiscale». Quanto allo Stato sociale «difesa della riforma Fornero sulle pensioni e cambiamento del sistema del welfare, con la creazione di nuovi ammortizzatori sociali». Monti dice poi di considerare «non sufficiente» la legge anti-corruzione appena varata dal Parlamento: «Va completata con un provvedimento integrativo.