Nove fondazioni e neanche un partito: i resti del Pdl si ritrovano a Roma

Nove fondazioni e neanche un partito: i resti del Pdl si ritrovano a Roma

«Il tema in agenda è quello di mettere in campo un’offerta competitiva nel centrodestra, con l’obiettivo di riaggregare l’intera area dei moderati». Sarà questo il succo della manifestazione che si terrà a Roma al Teatro Olimpico, organizzata da nove fondazioni politico-culturali riconducibili tutte e nove ad esponenti di punta del Pdl.

Nove fondazioni tutte di tradizioni di differenti. Perché se da un lato prenderà parte alla manifestazione la fondazione Nuova Italia, della quale è presidente Gianni Alemanno, costituta principalmente da ex aennini della “Destra Sociale”, ci saranno anche la Fondazione De Gasperi guidata da Franco Frattini, la fondazione “Europa e Civiltà” di Roberto Formigoni, ma anche la fondazione “Riformismo e Libertà” di Fabrizio Cicchitto, quella di Adolfo Urso “Fare Italia”, il think tank “Costruiamo il futuro” di Maurizio Lupi, la fondazione Magna Carta di Gaetano Quaglieriello, e l’associazione “Capitani Coraggiosi” dell’alemanniano Andrea Augello. Tutte unite sotto la sigla “Italia Popolare”, che ha già un profilo twitter con all’incirca 1.900 follower.

Una manifestazione nata all’insegna del montismo, “del Monti dopo Monti”, voluta fortemente da Alemanno, Frattini, Quagliariello, Formigoni e Mauro. Una manifestazione nata all’indomani del voto di sfiducia del Pdl al governo di Mario Monti, e alla (ri)-discesa in campo di Silvio Berlusconi. Una manifestazione che avrebbe dovuto segnare la scissione dei filomontiani del Pdl dalla pazza idea dell’ex premier di (ri)-fondare una nuova “Forza Italia” attorno alla fedelissime Santanché e Biancofiore. Tant’è che giorno dopo giorno la tentazione dello strappo si stava facendo molto forte. «Silvio, non può candidarsi: sarebbe un suicidio», è stato questo il mantra dei filomontiani in questi giorni.

Poi «Berlusconi ha chiarito un compiuto un passo necessario – spiega oggi a Repubblica Franco Frattini – dal quale non si può tornare indietro. Ha chiarito che l’astensione nei confronti del governo Monti non significa sfiducia nel ruolo di Monti come federatori dei moderati». E i filomontiani del Pdl hanno preso una boccata d’ossigeno. Ma non si fidano ugualmente.

Domani cercheranno di ripartire da “Italia Popolare”. Una sorta di correntone che si muove ideologicamente seguendo le linee del Partito Popolare europee, e che chiederà a Mario Monti di accettare la proposta dell’ex premier Silvio Berlusconi. Altrimenti, spiega a Linkiesta un senatore del Pdl filomontiano, «sarebbe percorribile e auspicabile la candidatura a premier di Angelino Alfano».

Ma fra i leader delle fondazioni ci sono anche delle differenze. Il ciellino Mario Mauro, europarlamentare e formigoniano di ferro, starebbe pensando ad un nuovo soggetto politico pronto a tirare la volata a Mario Monti. Anche Franco Frattini, ex ministro degli Esteri, sottolinea «che una larga maggioranza del Pdl si riconosce nell’atto di adesione al Ppe», e guarda solo all’ex rettore della Bocconi. Gaetano Qiuagliariello, presidente dalla Fondazione Magna Carta e di estrazione radicale, sul Corriere di oggi fa un analisi più politica: «In linea con il percorso avviato nel ’94, si è improvvisamente aperta la prospettiva dell’unificazione dei moderati. Mario Monti è stato riconosciuto come il possibile federatore di un mondo. […] Questo è il senso della manifestazione di domani a Roma al Teatro Olimpico: indicare principi, programmi e prospettive. Restare uniti per preservare quella vocazione maggioritaria che rischiamo di smarrire per sempre». Ma il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto, che oggi gravita nella galassia filomontiana, qualora Monti dovesse rifiutare l’offerta del Cavaliere, difficilmente uscirebbe dal partito di via dell’Umiltà. E anche Maurizio Lupi è combattuto tra il ciellismo spinto e il berlusconismo galoppante.

Tuttavia tutti i partecipanti alla manifestazione di domani sono gli stessi che avrebbero dovuto sostenere Angelino Alfano alle primarie del Pdl qualora si fosse tenuta la consultazione. Al punto da far pensare nelle ultime ore, che non ci sarà alcuno strappo, ma una legittimazione di Angelino Alfano come candidato premier del “futuro rassemblement dei moderati”. E il segretario politico del Pdl parteciperà alla manifestazione del Teatro Olimpico, e, riferisce a Linkiesta l’alemanniana Barbara Saltamartini, «chiuderà i lavori».

Sempre a Roma all’Auditorium della Conciliazione si riunirà la minifronda di Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Titolo del convegno: “Primarie delle idee”. E, si legge nel sito www.primarieidee.it, «vogliamo ancora rifondare l’Italia e per farlo è urgente cambiare il centrodestra». Come, lo scopriremo.

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