Se Giovanna è al lavoro allora Luca è all’asilo. Oppure: trovare la correlazione di insieme tra i pescatori abbronzati, quelli tarantini e quelli che hanno meno di 32 anni…
Sono queste le domande a cui hanno cercato di rispondere, in 50 minuti, i candidati al concorso per insegnanti che il ministro Francesco Profumo aveva promesso di indire una settimana dopo l’insediamento del governo Monti. Una promessa che è stata mantenuta. E che come altre realizzate dal governo dei tecnici (addirittura politecnici nel caso di Profumo, ex rettore a Torino) ha diviso. Da una parte ha applaudito chi chiedeva da anni un concorso per il personale docente. Dall’altra gli storici precari della scuola che, dopo aver faticato e pagato per ottenere un’abilitazione, si sono trovati davanti a un pc (importante: senza la possibilità di utilizzare la tastiera) facendo tabula rasa dei curricula.
Le scuole erano in fibrillazione da giorni. Non solo perché sul portale del ministero dell’Università, istruzione e ricerca si sono iscritti tantissimi fra i colleghi non di ruolo, ma anche perché alcune sedi sono state completamente dedicate, per i due giorni, allo svolgimento delle prove. La buona notizia, insomma, è stata solo per i bambini: vacanze fuori stagione proprio come avverrà quando il prossimo febbraio tutta Italia andrà a votare alle politiche.
Per questo e anche se sembra incredibile, nel giorno della prova, i più tesi non sono i candidati, ma il personale docente. Nel mio caso, il personale di una scuola a nord di Milano ma non ancora in Brianza. Soprattutto il preside. Un uomo sulla sessantina, panciuto, giacca, cravatta e gilet di ordinanza, con marcata cadenza del sud Italia. A occhio, rispetto alle altre quattro insegnanti che fanno l’appello e consegnano la busta numerata con all’interno due fogli bianchi e una penna, è quello che ha studiato di più. Poi è il più alto in grado e ne sente la responsabilità. Ed è lui che ci illustra le regole. Non è possibile portare nulla in aula. Solo fazzoletti e acqua, aggiunge il preside, solo dopo che la ragazza che aveva chiesto delucidazioni a riguardo spiega di essere incinta.
Il nervosismo dei candidati si misura forse solo nella prova cappotto. Uno su trenta lo toglie all’ingresso mettendolo sull’attaccapanni. Fino alla fine la mia giacca a vento resterà sola. Così, dall’aula di accoglienza dopo la registrazione e le raccomandazioni di rito passiamo a quella di fianco: l’aula informatica. Qui, a ognuno viene dato il suo numero. Ma, il traguardo è uguale per tutti: raggiungere 35 punti su 50 domande. Si raggiunge il punteggio se quando l’addetta inserisce in ogni postazione una chiavetta usb con le soluzioni del test, appare la scritta verde prova superata. Due terzi dei quasi 350 mila che in questi due giorni ci hanno provato, non ce l’hanno fatta. «Misuriamo la capacita di pensare», ha detto Profumo nelle scorse ore.
L’età media del mio scaglione era sui 35 anni, in tutti i casi più vicino ai 40 che ai 30. E in molti alzavano la media piuttosto che abbassarla. Molti hanno figli, e tra i bocciati sono i meno dispiaciuti quando tornano nell’aula accoglienza. Sorridono tra loro: «Mio figlio ieri sera mi ha detto: ma cosa vinci?». A qualche altro, invece, arriva un messaggino: «Mamma, ho preso 8 in inglese…meno male che ci sei tu che mi consoli». Le donne come previsto sono la stragrande maggioranza, a occhio l’80%.
Davanti ai risultati mi aspettavo più pathos. Nessuno piange sul latte versato nè per la difficoltà dei quesiti né contro il destino cinico e baro. Quasi tutti hanno un altro lavoro, se non come insegnanti, nel privato o più spesso – come sembra regola tra i partecipanti ad un concorso – nel pubblico. Soprattutto, guardando le giustificazioni richieste per motivi di lavoro al termine della prova, in molti hanno un impiego nelle amministrazioni comunali.
È proprio il preside ad avere l’ultima parola: «Per chi è stato promosso, il ministero vi contatterà per le prossime prove». Io, però, ci credo poco. Siamo rimasti in 100mila e poi tra poco Profumo e i suoi continueranno solo l’ordinaria amministrazione. Ai prossimi inquilini di via Trastevere spetterà il compito di chiudere la partita su uno dei tanti atti dirompenti del governo Monti
Ps: domanda finale di informatica: ma quante foto ci stanno in una pagina html?