Qui, nella parte occidentale del mondo, fatichiamo persino a concepirlo. Storicamente abituati come siamo, da secoli, a disporre di servizi igienici funzionali e funzionanti nelle nostre case, nelle stazioni della metropolitana, nelle piazze del centro città. A metterci in difficoltà, al massimo, è la mancanza di un bidet nei bagni tedeschi o francesi. Eppure, nel resto del mondo, il gabinetto è un lusso che due miliardi e seicento milioni di persone non si possono permettere. Un disagio che, ogni anno, provoca la morte di 1,7 milioni di individui, colpiti da malattie ed infezioni.
Nelle baraccopoli di Nairobi e delle altre città del Kenya, questo è un problema quotidiano per otto milioni di abitanti. Una situazione che ora potrebbe migliorare: il merito è di Sanergy, la prima azienda in grado di ideare una soluzione “sostenibile” al problema, frutto dell’intuizione di David Auerbach, 31enne americano con in tasca un Master in Business Administration al Massachusetts Institute of Technology. Per due anni, Auerbach ha lavorato come insegnante nella poverissima provincia di Hunan, in Cina. È qui che ha realizzato come l’igiene quotidiana normale non fosse “scontata” per moltissime persone.
Fu così che, ancora studente al MIT, cominciò a vagliare le possibili alternative. Una sfida dai molti interrogativi: come offrire bagni pubblici utilizzabili a bassissimo costo, gestirne la manutenzione giorno dopo giorno e contemporaneamente trovare un modo per smaltire i rifiuti organici accumulati (i quali vengono solitamente scaricati nei fiumi o in grandi discariche a cielo aperto, che diventano incubatori di malattie ed infezioni)? Il risultato di tanto ragionare, è stato, appunto, Sanergy, un progetto che oggi – dopo aver brillantemente superato le fasi di sperimentazione – è diventato realtà a Nairobi, la capitale del Kenya.
Sanergy produce le Fresh Life, toilette funzionali a bassissimo costo che stanno cambiando la vita di molti poverissimi kenyoti. Come funzionano? La compagnia vende le cabine a piccoli “imprenditori” locali, per una cifra simbolica di 500 dollari, quota che comprende anche l’installazione e lo smaltimento quotidiano dei rifiuti. Chi si assume la gestione del bagno pubblico – un prefabbricato in cemento che viene anche decorato esternamente – deve procurare, a spese proprie, carta igienica e sapone, garantendo la pulizia quotidiana della toilette. In cambio, può far pagare l’accesso alla struttura agli utilizzatori. Ovviamente i prezzi sono irrisori (pochi centesimi): una cifra che, a pieno regime, è comunque sufficiente a creare uno “stipendio” vero e proprio.
Tutti ci guadagnano: sia i gestori che vendono il servizio, sia gli abitanti, che dispongono di un bagno pulito ed efficiente a prezzi sostenibili. E Sanergy? Il vero “colpo di genio” di Auerbach riguarda lo smaltimento. Urine e feci si accumulano automaticamente in contenitori pressurizzati che vengono ritirati, a fine giornata, dagli operatori dell’azienda. Gli scarti vengono trasportati in una centrale di smaltimento, che lavora la “materia prima” ottenendo biogas. Dalla combustione del biogas viene prodotta elettricità, la quale viene venduta direttamente alla KPLC, ente che gestisce l’energia in Kenya con cui Sanergy ha stabilito un accordo pluriennale. Quello che rimane fuori dal processo di conversione, invece, diventa fertilizzante organico e viene venduto ad aziende, fattorie e coltivazioni intensive.
Grazie a questa idea, Sanergy ha già ottenuto il primo premio nella “Enterpreneurship Competition” del MIT (100mila dollari di montepremi) ed il Diamond Prize, messo in palio da MassChallenge Startup Competition (altri 100mila dollari). Al momento, la compagnia ha 150 toilette operative nel quartiere di Mukuru, a Nairobi, e afferma di vendere in media dieci nuove unità a settimana. Un terzo di quelli che hanno acquistato una toilette, inoltre, ne hanno già richiesta un’altra. Con questo metodo, infatti, gli imprenditori possono rientrare in breve tempo della spesa iniziale e sono pronti ad investire ancora. Un circuito benefico in cui nessuno perde e che, soprattutto, migliora le condizioni di vita delle persone. Funzionerà anche a lungo termine?