La riorganizzazione della Consob varata sotto la presidenza di Giuseppe Vegas finirà sotto esame della magistratura amministrativa. La Fisac, il sindacato dei lavoratori del credito della Cgil, ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro una serie di delibere adottate dalla Consob lo scorso luglio. Lo ha annunciato oggi Agostino Megale, segretario generale della Fisac, nel corso di una conferenza stampa. Nel mirino soprattutto la delibera del 25 luglio 2012, la numero 18.289, con cui si modifica «incisivamente l’organizzazione e la struttura interna, i poteri del direttore generale e il funzionamento della commissione medesima, compromettendo così l’azione a tutela dei mercati immobiliari e quindi dei risparmiatori e dell’economia nazionale». Il funzionamento della Consob potrebbe essere stato alterato. E con esso, la stessa natura dell’organo, dotato di speciale indipendenza.
Il ricorso e la relativa domanda di sospensiva sarà discusso al Tar il prossimo 19 dicembre. La Fisac ha sottolineato come la delibera sia strutturata in modo tale da configurare una sorta di delega in bianco al direttore generale il quale può di fatto creare strutture del tutto nuove alle quali delegare in tutto o in parte l’attività di coordinamento operativo. I riordini decisi dalla Consob sono «afflitti da esuberanza burocratica: con poco più di 500 dipendenti, la Consob è passata da 40 centri organizzativi (31 uffici e 9 divisioni) a 70 (51 uffici, 9 divisioni, 3 aree, 7 tavoli di coordinamento)». Si è determinata una situazione di caos e farraginosità organizzativa, di cui Linkiesta ha scritto nei mesi scorsi (v. link in coda all’articolo). Inoltre, «sono poi state modificate alcune fondamentali caratteristiche dell’azione di vigilanza preventiva e continuativa, quali gli scenari probabilistici, su intermediari, mercati ed emittenti, sopprimendo in sostanza il potere di iniziativa dell’Ufficio analisi quantitative e innovazioni finanziarie». Tale ufficio era dotato di autonomia verso i soggetti esterni e inviava le proprie segnalazioni agli altri uffici e alla Commissione senza alcun ulteriore filtro, mentre dopo il riassetto interno è stato portato sotto la divisione Mercati. È un po’ come se i carabinieri potessero fare le indagini solo dietro denuncia e non anche di propria iniziativa, è la metafora usata dal professor Antonio Saitta, uno degli avvocati che assisterà la Fisac nel ricorso al Tar.
Per il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari, presente alla conferenza stampa di oggi, la riorganizzazione della Consob è fonte di timore perché si potrebbe collocare «in un contesto di riduzione della trasparenza, dell’efficacia e della professionalità di un organismo importante come la Consob». Sul tavolo non c’è solo una questione organizzativa o sindacale. Il ricorso, sono le parole di Megale, è «un’azione giuridica strettamente legata ad un’azione politica» che mira alla tutela del risparmio, «bene costituzionalmente garantito» (art. 47 della Costituzione). Da qui la «critica netta e doverosa su come Vegas gestisce l’insieme della materia, avendo a mente che il ruolo istituzionale della Consob è la tutela del pubblico risparmio», rispetto al quale c’è stata «una sorta di abbandono dell’approccio di trasparenza necessario soprattutto in questa crisi globale». Per il sindacato «l’urgenza di fare affidamento su istituzioni che esercitino poteri di controllo dei mercati è una questione che riguarda l’attuazione del principio di uguaglianza sostanziale… nel senso che deve esservi per tutti risparmiatori, lavoratori, investitori un livello minimo comune di indipendenza nel mercato che permetta a ciascuno di fare le proprie scelte, il più possibile libere, in un quadro certo di regole e sanzioni».