Portineria MilanoAlbertini: «Vi do la mia parola, per la Lombardia resto in campo»

Albertini: «Vi do la mia parola, per la Lombardia resto in campo»

Gabriele Albertini tira dritto: «Non mi ritiro affatto, anzi faccio un passo avanti: vorrei che le mie liste in Lombardia fossero come quelle di Monti a livello nazionale ma con la scritta Albertini. Federeremo il Ppe a livello nazionale e regionale». Il candidato «centrista» in regione Lombardia, ex sindaco di Milano, non crede ai retroscena su un possibile ritiro della sua candidatura. «Noi siamo la legione lombarda dell’esercito di Monti contro i barbari sognanti di Maroni: il loro sogno diventerà presto un incubo». E smentisce Linkiesta anche rispetto all’ipotesi di una chiesa divisa: «Ho parlato con Bagnasco poche settimane fa, mi aveva anticipato quello che poi ha dichiarato al Corriere della Sera…Monti è l’unica risposta seria in politica. È l’alternativa al bunga bunga di Berlusconi o alla demagogia del leghisti che chiedono di trattenere il 75% delle tasse in Lombardia». 62 anni, ex presidente di Federmeccanica («Mi chiamavano il falco» chiosa), un posto in europarlamento, la passione per il latino, gli studi al Leone XIII e il ricordo degli insegnamenti dei gesuiti. «Monti ha un’intelligenza e una capacità di leggere le persone tipica di noi gesuiti».

Onorevole, si parla di lei per un posto da capolista al Senato con la Lista Monti
Aspetto che a dirlo sia Monti. Io non mi sbilancio poi prenderò la mia decisione.

Corre sia alle politiche sia in Lombardia? Non conviene concentrarsi su una corsa sola delle due?
La mia è una candidatura di alternativa alla deriva populista di Berlusconi con la Lega, un accordo contronatura, ma anche al patto con il diavolo stipulato da Umberto Ambrosoli con la Fiom.

Il Cavaliere non è proprio riuscito a farla desistere da questa candidaturaOrmai Berlusconi è più leghista dei leghisti. La sua prossima proposta sarà quella di fare un bel referendum contro l’Euro. Rischia di farsi espellere dal Ppe. Sono curioso di vedere cosa andrà a raccontare a Bruxelles ai suoi vecchi colleghi…

Che fine farà secondo lei il Pdl?
Finirà insieme con la Lega di Mario Borghezio tra le fila del Efd. Me le vedo Lara Comi e Licia Ronzulli con in mezzo Borghezio: un trio suggestivo.

Non teme che a una parte del mondo ecclesiastico convenga che la regione rimanga al centrodestra come successo per quasi 17 anni?
Con Angelo Bagnasco ci accomuna anche una certa somiglianza fisica e una grande sintonia intellettuale. L’ultima volta che l’ho incontrato mi ha confermato il suo sostegno a Monti. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata, partendo dalle citazioni in latino e arrivando fino agli F16.
F16? I caccia?
Guidandone uno ho superato la barriera del suono e Bagnasco è stato ordinario militare in Italia.

Eppure Roberto Formigoni ha deciso di voltarle le spalle
Abbiamo fatto un percorso insieme, poi lui ha scelto di appoggiare il patto contro natura.

Parla dell’accordo tra Maroni e Berlusconi?
Sì è un patto che ricorda il Canto quindicesimo dell’Inferno di Dante. Il girone dei sodomiti, che secondo nella visione dantesca sono anche i militanti della Lega Nord che saranno costretti a strisciare sulla sabbia infuocata con una pioggia di fuoco sulla testa.

È una visione terribile quella che ha per i sostenitori del Carroccio
Tanti leghisti che si sentono traditi da Maroni mi contattano ogni giorno. Posso già dire che l’Unione Padana sarà una lista che correrà per la mia candidatura

Si parlava anche di Rosi Mauro e Lorenzo Bodega…
Non faccio nomi, ci sono delle trattative in corso

Lei proprio non si fida di Maroni e dei leghisti
Li ho conosciuti molto bene quando li avevo con me in giunta, abbiamo un passato e un’esperienza diversa.

Nel senso?
Non voglio fare distinzioni di classe. Maroni è nato politicamente in Democrazia Proletaria e poi è diventato un avvocato di provincia che si è ritrovato a fare il ministro. Matteo Salvini era uno che frequentava il Leoncavallo e poi è diventato un funzionario di partito. Io ho studiato dai gesuiti, sono stato presidente di Federmeccanica, ho amministrato il comune di Milano. Insomma, diciamo che siamo antropologicamente molto diversi.

Eppure Maroni ha varato un rinnovamento nella Lega.
Ha saputo unire l’etica alla conquista del potere. Ma non mi si venga a dire che non sapesse di quello che stava succedendo dentro al suo partito. Un ministro dell’Interno…

Il Carroccio propone di trattenere il 75% delle tasse in Lombardia.
Vedrà che tra poco proporranno anche che le fontane invece di acqua lancino zampilli di vino. Il metodo Maroni è il metodo dei burloni.

Non crede che Monti stia facendo diversi errori di comunicazione politica? Con il cellulare in chiesa…
Resta il presidente del Consiglio, rispondere al telefono è un suo obbligo e diritto, poteva essere il ministro dell’Interno che gli annunciava di una grave emergenza.  

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