Tutti al Senato. Stavolta Silvio Berlusconi ha deciso di candidarsi a Palazzo Madama. Una rivoluzione, dopo diciannove anni passati a Montecitorio. E insieme a lui si trasferirà l’intera corte dei fedelissimi.
La scelta è stata presa qualche tempo fa. Quando i sondaggi consegnati a Palazzo Grazioli hanno iniziato a evidenziare una tendenza ormai consolidata. Il complicato sistema di attribuzione dei seggi previsto dal Porcellum, renderà il Senato ingovernabile. Il Cavaliere non ha dubbi: nella prossima legislatura la linea di fuoco dello scontro politico sarà in quel ramo del Parlamento. Poche illusioni, anche Berlusconi sa che probabilmente perderà le elezioni. Le possibilità di rimonta sono pochissime. Ma per arginare il successo del centrosinistra è necessario presidiare il Senato. Dove il sistema elettorale potrebbe regalare qualche sorpresa.
A Montecitorio Pier Luigi Bersani potrà contare su una maggioranza solida. L’attuale sistema di voto regala la maggioranza dei seggi alla coalizione che prende più voti. Stando a tutti i sondaggi – a cambiare è l’entità numerica della vittoria – si tratta dell’alleanza tra Pd, Sel e il Centro democratico di Bruno Tabacci. Gli equilibri saltano al Senato. Per l’assegnazione dei seggi a Palazzo Madama il Porcellum si complica. Qui i premi di maggioranza vengono assegnati su base regionale. Senza dimenticare che ogni circoscrizione vale tanti più senatori quanti sono gli abitanti. La Lombardia, ad esempio, assegna 49 seggi. Di questi, ben 27 vanno alla coalizione che vince. Berlusconi può tentare il colpaccio. Già, perché secondo i sondaggi il centrodestra può vincere proprio in alcune delle principali circoscrizioni. La Lombardia e il Veneto, dove è già in vantaggio. Ma anche la Sicilia, la Campania e la Puglia. Dove è testa a testa con Bersani.
Aiutato dalla presenza elettorale della Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia (in grado di intercettare molti voti di centrosinistra) Berlusconi può legittimamente aspirare a pareggiare. Molto probabilmente non sarà vittoria neppure a Palazzo Madama – un discreto numero di seggi andrà alla lista Monti e al movimento Cinque Stelle – ma il Cavaliere avrà almeno “bloccato” il centrosinistra. Un esempio? Basta che l’intesa Pdl-Lega conquisti Lombardia e Sicilia (il Veneto non dovrebbe essere in discussione) e Bersani non potrà contare sulla maggioranza dei seggi a Palazzo Madama. Conseguenza: il centrosinistra al governo dovrà chiedere il sostegno ai senatori eletti con la lista Monti.
E qui entra in gioco la strategia del Cavaliere. Per il centrosinistra sarà spesso impossibile trovare una sintesi tra Fini, Casini e Vendola. Quando approderanno in Senato i provvedimenti più spinosi, inizieranno i problemi. Per fermare il governo – ed eventualmente tentare qualche sgambetto – il Cavaliere punta su una squadra affidabile e coesa. Un gruppo parlamentare a prova di tradimenti. Proprio in questo senso sono state compilate le liste elettorali. Niente scherzi: a guidare la pattuglia pidiellina a Palazzo Madama sarà lo stesso Berlusconi. A scanso di equivoci l’ex premier è capolista in tutte le circoscrizioni. Confermato il fedelissimo Sandro Bondi, il Cavaliere ha fatto spostare da Montecitorio alcuni dei suoi collaboratori più fidati. Gente da metterci la mano sul fuoco. Si trasferiranno con lui il portavoce Paolo Bonaiuti e l’ex ministro delle comunicazioni Paolo Romani. Entrambi inseriti nella lista lombarda.
Il coordinatore Denis Verdini sarà candidato in Toscana. Cambierà casa dopo tre legislature a Montecitorio. Dopo una legislatura alla Camera, la deputata-assistente personale Mariarosaria Rossi è stata inserita nella lista per il Senato del Lazio. In Veneto il Pdl ha candidato a Palazzo Madama il legale di Berlusconi Niccolò Ghedini. In Liguria è stato posizionato al secondo posto il giornalista Augusto Minzolini. Uno che difficilmente potrebbe subire il fascino delle sirene bersaniane. Dopo di lui, Roberto Cassinelli. Avvocato genovese, in caso di elezione anche lui si dovrà trasferire dalla Camera al Senato. È considerato un fedelissimo. A dicembre, mentre molti deputati pidiellini si avvicinavano a Monti, lanciava in rete il sito “Lo sapevi che Silvio…”. Divenuto poi un tormentone.
Dovrà fare i bagagli e seguire Berlusconi al Senato anche Anna Maria Bernini. Bolognese, ex ministro delle politiche europee, altra parlamentare di specchiata lealtà. È stata messa in lista in Emilia Romagna, subito dopo il Cavaliere. Cambierà ramo del Parlamento anche una pasdaran berlusconiana come Alessandra Mussolini (eletta a Montecitorio ininterrottamente dal 1992 al 2006). Terza nella lista campana.