Ieri sera la direzione nazionale del Partito Democratico ha approvato le liste per le elezioni politiche che si terranno il prossimo 24 e 25 febbraio. Una quota significativa di donne, saranno il 40% del totale, tantissimi trenta-quarantenni ben piazzati grazie al risultato ottenuto alle cosiddette “parlamentarie”, e poi una serie di personalità del mondo della società civile. «Più che favoriti ci sentiamo vincenti, siamo noi la lepre da inseguire. Noi siamo pronti alla guida del Paese», avrebbe detto un segretario nazionale raggiante uscendo dalla sede nazionale del Pd.
Eppure analizzando attentamente le liste appena approvate dalla direzione salta fuori un dato inconfutabile. È vero che il 90% dei candidati, o giù di lì, è stato selezionato dalle primarie, e per la prima volta si sono realizzate in Italia per la selezione dei parlamentari, come evocato più volte dallo stato maggiore del Pd. Ma fra le personalità “blindate”, che non hanno preso parte alla consultazione del 29 e 30 dicembre scorso, c’è una quota significativa di segretari personali, portaborse, e fedelissimi di big del Pd, paracadutati nei più disparati collegi dello stivale in posizione “certe”.
Fra questi si annoverano il portaborse di Dario Franceschini, Piero Martino, già eletto alla Camera nel 2008 in uno dei collegi siciliani della Camera, e oggi riproposto sempre alla Camera ma nel Lazio. Un parlamentare-portaborse che i siciliani non hanno mai conosciuto, ma che si ritrovarono qualche anno fa nelle liste delle precedenti politiche senza sapere chi fosse. Un parlamentare-portaborse che gli addetti ricordano come il “portavoce con lo stipendio più alto”, superando persino uomo ombra di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti. Nel 2007 il suo stipendio superò di tanto i 200 mila euro, ricordano i giornali dell’epoca.
Sempre in quota “Franceschini”, appartenenti alla corrente “Area Dem”, spiccano le candidature di Francesco Saverio Garofani, attuale vicepresidente della Commissione Difesa, e già vice direttore del quotidiano d’area “Europa”, e Alberto Lo Sacco, nel 2006 a capo della segreteria del primo presidente del gruppo parlamentare dell’allora “Ulivo”, che si chiamava, guarda un po’, Dario Franceschini.
Ce n’è anche per l’ex segretario nazionale del Pd, Walter Veltroni. Il fedelissimo Walter Verini, uno dei promotori dell’area “Modem”, e uomo di cuciture fra l’area dell’ex segretario nazionale e quella di Pier Luigi Bersani, sarà candidato al secondo posto nel collegio dell’Umbria della Camera. Fra gli altri veltroniani di ferro “garantiti” si ricordano Marina Sereni, capolista in Umbria, Marco Causi e Matteo Colaninno. Si può annoverare anche in quota “Veltroni” Federica Mogherini, voluta fortemente da Walter Veltroni nel 2008, colei che qualche settimana fa aveva deciso di non candidarsi alle “parlamentarie” perché «il mio profilo è tutto tranne che territoriale». Tuttavia ieri Mogherini è stata salvata con un seggio “sicuro” in Emilia Romagna.
Anche all’ex Ministro della Sanità, Beppe Fioroni, è stata garantita una quota di fedelissimi. Dalla segretaria “particolare” Luciana Pedoto, «un punto di riferimento per il mondo dei medici» (dixit Fioroni), che è stata catalputata in Sicilia, a Donatella Ferranti e Gianluca Beneamati.
Sempre fra i garantiti si registra la presenza nelle liste di un dalemiano di ferro, Gianni Cuperlo, noto per esser stato un ex segretario giovanile della federazione giovanile del Pci. Nel 2008 eletto in Toscana, «l’avremo visto due tre volte alle feste del Pd in estate», ricorda un pisano democratico. Ieri è stato riconfermato nel Lazio. Uomo ombra fra i dalemiani, rarissime le sue apparizione televisive, il suo compito nel celebre staff dell’ex presidente del Consiglio, scriveva qualche anno fa Francesco Cundari su il Foglio, pare fosse stato il seguente:«Leggere, studiare e scrivere».
Infine per completare il puzzle dei “fedelissimi-garantiti” uno scanno a Montecitorio è stato riservato al responsabile dell’organizzazione delle primarie dello scorso 25 novembre, Nico Stumpo. «Il sosia di Belsito», lo chiamano così nei corridoi del Palazzo, che si è dovuto sorbire le molteplici chiamate da tutti i segretari provinciali dell’intera penisola durante i giorni delle primarie, sarà candidato in Calabria. E adesso a chi toccherà l’arduo compito di organizzare le prossime primarie?
@GiuseppeFalci