Domattina Beppe Grillo arriva a Roma. Il leader del Movimento Cinque Stelle sarà al ministero dell’Interno per presentare il simbolo della sua lista. Un breve incontro con i candidati locali, una conferenza stampa, poi inizierà ufficialmente la campagna elettorale del blogger genovese. Il M5S alla conquista del Parlamento. Ci si gioca tutto nelle sei settimane che mancano all’apertura dei seggi. Secondo i sondaggi, i grillini sono in calo. Un mese fa erano accreditati addirittura del 20 per cento. Stando agli esperti di flussi elettorali, oggi il movimento vale il 12-13 per cento.
Non è poco, certo. Quasi nessuno ne parla, ma Beppe Grillo raggiunge, da solo, la coalizione che sostiene Mario Monti. Visto dal Palazzo, il confronto è quasi sacrilego. Il presidente del Consiglio in carica, il salvatore della Patria, spalla a spalla con il leader dell’antipolitica. Con buona pace di Fini, Casini e Montezemolo, alle elezioni il Professore potrebbe subire un affronto. Anche perché la possibilità di essere superato dai grillini è tutt’altro che remota.
Quanto può crescere ancora Grillo? Difficile dirlo. Di sicuro l’ex comico ha capito come impostare una campagna elettorale. Lo dimostra la lunga cavalcata alle recenti regionali siciliane. Lo scorso ottobre il blogger non si è risparmiato. Ha girato città e paesi, ha riempito decine di piazze. Alternando comizi a riusciti gesti teatrali (come la traversata a nuoto dello Stretto di Messina). Risultato: i siciliani hanno premiato il Movimento Cinque Stelle. Primo partito nell’isola. Adesso, in vista delle elezioni politiche, si tenta il bis. Nei prossimi giorni partirà un lungo viaggio in giro per l’Italia: lo Tsunami tour. Non sarà così facile. Secondo gli esperti una campagna elettorale “vera” – con i principali leader impegnati in prima persona – potrebbe limitare l’effetto 5 stelle. «Credo che dovremmo dimenticarci quel 19-20 per cento – spiega Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing – Anche se è innegabile che Grillo continua ad avere un peso significativo».
Lunedì Grillo sarà in Toscana. Massa, Livorno, poi avanti fino al giorno del voto. La chiusura della campagna elettorale sarà a Roma, il 22 febbraio. Una «tournée non-stop» che toccherà gran parte della Penisola. Almeno un centinaio di città in tutta Italia. Slogan e argomenti non mancano. Su tutti, le battaglie contro il finanziamento pubblico della politica e le liste bloccate. Da questo punto di vista i partiti tradizionali non sembrano ancora aver imparato la lezione (fa eccezione Silvio Berlusconi, che ha inserito nel programma del Pdl la cancellazione dei fondi pubblici ai partiti).
La campagna elettorale grillina sarà interamente autofinanziata. Già da qualche tempo collegandosi al sito è possibile fare un versamento. A più di un mese e mezzo dal voto sono già arrivati 227.031 euro. Il tutto all’insegna della trasparenza. «Ogni spesa sarà documentata – si legge – L’eventuale residuo sarà destinato al conto corrente per i terremotati dell’Emilia». Il tema funziona. Porta voti. Da questo punto di vista fa riflettere la scarsa visibilità data dal mondo dell’informazione all’ultimo “successo” grillino. Ieri gli esponenti del M5S eletti in Sicilia hanno dato via al “Restitution day”. Come promesso in campagna elettorale, i quindici neoeletti hanno reso buona parte del proprio stipendio all’Assemblea regionale siciliana. Trattenuti 2.500 euro al mese a testa, è stato restituito il rimanente (comprese le varie indennità di carica). Comunque la si pensi, un evento epocale.
Ancora più successo potrebbe avere la battaglia sulle candidature. Dal Pd al Pdl – passando per la lista Monti – è partita la gara a inserire nelle liste elettorali volti più o meno noti della cosiddetta “società civile”. Grazie al Porcellum nessuno ha più bisogno di raccogliere preferenze. E così nel prossimo Parlamento si affolleranno giornalisti, campionesse sportive, sindacalisti. Beppe Grillo ha gioco facile a criticare il sistema. «I partiti hanno imposto in passato i loro compari, servi, mignotte e lo faranno ancora a febbraio – scriveva su Twitter qualche giorno fa – Al cittadino sarà impedito di scegliere». Oggi un post pubblicato sul suo blog rincara la dose. “Scusateci ma non abbiamo Ciccioline”. Il tema rischia di diventare un tormentone della campagna elettorale. «Non so se potremo essere perdonati – si legge – Tra i candidati del Movimento Cinque Stelle al Parlamento non spicca nessun nome famoso. Non abbiamo atleti o atlete olimpiche come la Vezzali, grandi industriali, giornalisti venduti, paladini dell’antimafia, figli di politici, ex sindacalisti». E ancora: «Non abbiamo ragazze di plastica con il seno rifatto, sui tacchi a spillo in minigonna, ma studentesse, insegnanti, impiegate, professioniste, commercianti che hanno saputo crescere i figli e lavorare facendosi un mazzo tanto». Il messaggio è chiaro.
Anche Grillo ha i suoi punti deboli. Ma le polemiche degli ultimi mesi non dovrebbero avere conseguenze sulla sua campagna elettorale. I consiglieri regionali allontanati dal movimento e le accuse di “scarsa democrazia” peseranno poco o nulla. «Almeno il 90 per cento degli elettori di Grillo – spiega Noto – non segue direttamente la vita del M5S. Non si interessa a queste polemiche. È un voto emotivo». Più facile che possa influire, negativamente, la normativa sulla par condicio. La campagna di Beppe Grillo si svolgerà tra la rete e le piazze. Ma buona parte del suo consenso nasce anche sui media tradizionali. È vero, l’ex comico rifiuta di partecipare a confronti e ospitate tv. Ma la sua fortuna passa anche dalla capacità di attirare – con slogan riusciti e attacchi efficaci – l’attenzione di giornali e televisioni. Con la par condicio, non c’è traversata dello Stretto di Messina che tenga: nei telegiornali la visibilità del blogger genovese sarà limitata.
Per il momento Grillo tace. Sul blog non risparmia qualche stoccata ai suoi avversari: solo ieri ha dedicato ai principali leader italiani un post intitolato “Bimbiminkia”. Ma nessuna sovraesposizione. Tanto che nei giorni scorsi qualcuno aveva persino ipotizzato un suo prossimo ritiro dalla scena pubblica (ipotesi smentita su Twitter direttamente dal blogger: «Non è vero. Ci speravate eh? Mi ritirerò solo quando tutti gli altri saranno andati via. Tutti!»). Fuori dal ministero dell’Interno, i militanti grillini che da più di ventiquattro ore presidiano l’ufficio elettorale centrale in attesa di depositare il contrassegno, non si fanno troppi problemi. «Grillo è un grande artista – racconta uno dei tanti in fila sotto la pioggia – sa bene che per ottenere l’attenzione del Paese ogni tanto deve sparire dalla scena». Domani l’ex comico sarà qui. Ma in città il grande evento è atteso tra un paio di settimane. «Verso la fine di gennaio Grillo dovrebbe tenere un comizio a Roma» raccontano. Stando al programma, lo Tsunami tour passa da queste parti il 23 gennaio. Male che vada, si dovrà attendere il secondo appuntamento, fissato il 22 febbraio. «Riempiremo piazza del Popolo».