Altro che Cosentino e Dell’Utri. Per tanti berlusconiani di Bologna il vero impresentabile è Franco Carraro. Nato a Padova, già sindaco di Roma, ex presidente del Milan. Paracadutato da via dell’Umiltà, chissà perché, direttamente sotto la torre degli Asinelli. Inserito al quarto posto in lista e quasi certo di un seggio al Senato.
Nel capoluogo emiliano la composizione delle liste elettorali – su Carraro si sarebbe imposto direttamente Silvio Berlusconi – ha scontentato un po’ tutti. Protesta il vicecoordinatore regionale del Pdl Giampaolo Bettamio, costretto a cedere il posto proprio all’ex ministro dei governi De Mita e Andreotti. Protesta il deputato Fabio Garagnani, escluso dalle candidature e pronto a lasciare il partito. Soprattutto protestano i tifosi della locale squadra di calcio. Già, perché Franco Carraro a Bologna lo ricordano in tanti. E non con piacere. Il futuro senatore pidiellino era alla guida della Federcalcio nel 2005 quando, così lamentano gli appassionati di pallone locali, ai rossoblù venne negata la promozione in serie A.
Un affronto personale. Peggio, «uno schiaffo alla città». I quotidiani locali oggi ricordano la vicenda. Si torna all’estate del 2005: il Bologna appena retrocesso e quel ripescaggio negato nel campionato di serie A, al posto della Reggina che si era iscritta presentando false fideiussioni. A guidare la protesta è Giuseppe Gazzoni Frascara, imprenditore e all’epoca presidente del club rossoblù. «Fu lui (Carraro, ndr) a decidere il mancato ripescaggio del Bologna – racconta oggi in un’intervista – E quello fu uno schiaffo a tutta la città». In Italia il calcio è una cosa seria. La candidatura dell’ex presidente della Federcalcio? «Una sfrontatezza senza pari» racconta Gazzoni Frascara al Corriere di Bologna. «Che scelta ha fatto il Pdl? Se c’è una persona che ha fatto un torto alla città, ebbene è Franco Carraro».
I tifosi del Bologna sono costretti a rivivere quei momenti. «Il 15 agosto 2005 ci fu il consiglio federale in Figc – ricorda Gazzoni – Carraro era il presidente. Parlammo della questione Reggina, e io, che sapendo della truffa gli avevo già inviato moltissime lettere in precedenza, chiesi di inserire il caso nell’ordine del giorno. Ma Carraro fu inflessibile: “Questo consiglio, disse, non ha poteri per decidere le iscrizioni delle squadre al campionato”. E così affossò tutto».
Il diretto interessato si giustifica. «Sono sereno – le parole di Carraro – La giustizia sportiva, la Corte dei Conti e la commissione etica del Cio hanno sancito che mi sono comportato in modo corretto». Bisognerebbe spiegarlo ai tifosi del Bologna. Il leghista Manes Bernardini, candidato sindaco per il Carroccio alle ultime elezioni, anche lui in corsa per il Senato, lancia la sfida. «Carraro, ti aspetto domenica in curva! – si legge sulla pagina facebook – Ci devi spiegare delle cosine…..ora ragazzi ci prenderemo le nostre rivincite!!!». Il futuro senatore declina l’invito: «Non vado allo stadio dal 2006 e continuerò a non andarci. Mi piacciono le partite in tv».
Certo, per la campagna elettorale del Pdl è un autogol. «Se i tifosi del Bologna desiderano incontrarmi – dice Carraro – spiegherò loro di persona come sono andate le cose». La discussione è destinata a proseguire. Anche in sedi istituzionali. Ironia del destino, tra pochi mesi l’ex sindaco di Roma potrebbe incontrare a Palazzo Madama proprio l’allenatore di quel Bologna. Si tratta di Renzo Ulivieri, candidato al Senato da Sinistra Ecologia e Libertà.
Chissà se le spiegazioni di Carraro saranno sufficienti. Gazzoni Frascara assicura che non voterà il Pdl «neanche morto». E non solo lui. «Voglio vedere quanti in città lo voteranno». A Berlusconi rischiano di mancare le preferenze dei tifosi di calcio. E di tanti altri. Oltre alla vicenda della retrocessione, resta il tema delle candidature imposte da Roma. «Non si è tenuto conto delle esigenze e dei rapporti del territorio – racconta il vicecoordinatore regionale Bettamio – Speriamo di non avere ripercussioni elettorali, ma la gente non è contenta per niente». Il consigliere regionale Andrea Leoni la butta sull’ironia. «La lista sembra una brigata di paracadutisti». Di certo le decisioni prese dai vertici pidillini a Roma qui non sono piaciute. «Il partito ripaga con un’umiliazione le persone che si spendono nelle amministrazioni locali, per loro solo posti non eleggibili. Una mortificazione che sa di beffa».
Carraro non si nasconde. «Capisco le perplessità di chi ritiene che io non sia espressione del territorio – ammette al Corriere di Bologna – E in effetti non lo sono. Però garantisco che sarò presente qui in campagna elettorale. E se sarò eletto, verrò a Bologna almeno un giorno alla settimana». Andrà anche allo stadio?