Ingroia: “Se non entro in Parlamento torno a fare il pm”

Ingroia: “Se non entro in Parlamento torno a fare il pm”

Ha appena concluso un incontro con la stampa estera insieme a Leoluca Orlando, Giovanni Favia e Sandro Ruotolo. Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo, è il candidato premier del movimento “Rivoluzione Civile”. Raggiunto telefonicamente da Linkiesta, Ingroia non esclude, in caso di sconfitta, di tornare in magistratura, «ma non come pm a Palermo, semmai con un ruolo internazionale». Anche se l’ex pm è convinto di poter entrare in Parlamento e propone la sua ricetta economica: «Per uscire dalla crisi economica bisogna smetterla con questa politica di austerity».

Ieri Armando Spataro, pm di Milano, suo ex collega, ha detto a La Repubblica: «Non intendo giudicare le scelte di Ingroia, se non per dire, come cittadino, che avrei preferito vederlo prima portare a termine il delicato processo in cui era impegnato». Come risponde?
Io rispondo che per 20 anni continuativi ho portato a termine i processi dall’inizio alla fine, e nel caso del delicato processo al quale fa riferimento Spataro ho ritenuto di portare a termine l’inchiesta. Dopo di che è iniziata una lunga fase dibattimentale che io non avrei potuto seguire da procuratore aggiunto.

Sempre in questi giorni il segretario nazionale dell’Anm, Maurizio Carbone, ha rilasciato una dichiarazione che sembra proprio fare il suo caso: «Certo non possiamo chiedere ai nostri magistrati di non candidarsi, ma vanno messi dei paletti rigidi e fatte delle leggi». Come commenta questa affermazione?
Guardi, non lo so. Di certo, nonostante tanti magistrati nel corso degli anni si siano candidati, si parla solo di Ingroia. E questo dipende dal fatto che io sono sempre stato franco e diretto nelle mie uscite pubbliche. A ogni modo, non credo che vadano messi dei paletti poiché si tratta di un diritto costituzionale che non può essere compromesso. Semmai deve essere disciplinato il rientro in magistratura di quei magistrati che vogliono ritornare a fare il mestiere del magistrato. 

Passiamo alla politica. Qual è la sua ricetta per uscire dalla crisi economica e per rilanciare l’economia?
Per uscire dalla crisi economica bisogna smetterla con questa politica di austerity. Dobbiamo rilanciare l’economia e uscire dalla recessione con nuovi investimenti. Dove prendiamo i soldi? Ad esempio dall’economia della criminalità organizzata, perché in questi anni anni non c’è stata la volontà di sconfiggere la corruzione.

Dottor Ingroia, se dovesse entrare in Parlamento vorrebbe per prima cosa far parte della Commissione nazionale Antimafia?
Vediamo. Vediamo cosa accadrà; con quanti numeri e con quante forze entriamo. Di certo cercherò di mettere a disposizione del Parlamento le mie competenze.

E se invece non dovesse entrare in Parlamento?
Non andrà male. Ce la faremo. In caso contrario è possibile che io decida di tornare a fare il magistrato. Ma non il pm a Palermo né un ruolo così esposto. Semmai un incarico internazionale come quello che ho ricoperto fino a poche settimana fa.

(Antonio Ingroia, classe ’59, siciliano, magistrato e oggi anche politico. Come scrive oggi Giancarlo Perna su il Giornale «si autoproclama da sempre allievo prediletto di Paolo Borsellino». Il 29 ottobre del 2012 ha tenuto la sua ultima udienza del processo sulla Trattativa Stato-Mafia. Il 5 dicembre diceva: «Per adesso proseguo il mio incarico per conto dell’Onu». Dopo 24 giorni ha lasciato il Guatemala per scendere in campo: «Vedo molto entusiasmo intorno a me»)

Twitter: @GiuseppeFalci
 

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