L’accordo tra Roberto Maroni e Silvio Berlusconi non porta solo a una nuova alleanza tra Lega Nord e Popolo della Libertà. Regala ai militanti del Carroccio anche una certezza: Umberto Bossi sarà candidato alle elezioni politice. A Roma, quindi, dove Roberto Maroni, il segretario federale, aveva detto che non si sarebbero ricandidati. Non solo, si discute persino di candidare l’ex leader leghista non solo come al solito al Senato ma persino come capolista alla Camera in Lombardia 1.
I giochi non sono ancora chiusi. L’ultima parola la darà martedì 8 febbraio il consiglio federale, ma la sensazione è che il Senatùr avrà di sicuro un posto nelle prossime liste per le elezioni politiche. Il ragionamento in via Bellerio è questo. Per palazzo Madama i posti sono ormai pochi, dopo che Rosi Mauro e Lorenzo Bodega sono usciti dal partito. Così, Bossi potrebbe essere capolista al Senato avendo come secondo Roberto Calderoli, toccato da poco di striscio dall’inchiesta della procura di Roma sui rimborsi del gruppo dei senatori leghisti.
Ma si discute anche su Montecitorio. Roberto Maroni vorrebbe candidare come capilista Giancarlo Giorgetti, mente economica, o Matteo Salvini, segretario nazionale della Lombardia. Ma il secondo, il pierino padano ora europarlamentare, non sembra dell’idea di voler correre per Roma. E allo stesso tempo è sorto nelle ultime ore un impasse con i veneti, che non vogliono vedere doppie candidature in Lombardia e sul nazionale. Bobo, infatti, aveva detto che avrebbe puntato di più sul consiglio regionale lombardo, dove voleva candidare pezzi da novanta come Davide Caparini o Gianni Fava. Ora però è di nuovo tutto in discussione.
Di certo, c’è che il Senatùr, che aveva minacciato di portare la pistola agli Stati Generale del Lingotto di Torino, sarà ancora sulle liste elettorali. Bossi è in Senato dal 1987. Potrebbe essere la sua sesta legislatura. Per chi aveva creduto nelle scope di Bergamo e nel rinnovamento potrebbe essere un’amara sorpresa.