Le Cayman: “Non siamo trasparenti, ora bisogna cambiare”

Le Cayman: “Non siamo trasparenti, ora bisogna cambiare”

(Articolo originariamente pubblicato il 18 gennaio sul Financial Times col titolo “Global concern drives rethink in Caymans”)

Il paradiso fiscale che ospita l’industria mondiale degli hedge fund è sulla via di una revisione radicale. Le tasse resteranno leggere ma le Isole Cayman stanno per diventare molto meno opache. Prese di mira da politici stranieri arrabbiati e messe sotto pressione da ampi cambiamenti globali sui regolamenti, il sesto centro finanziario al mondo per ampiezza (con una popolazione di 56.000 abitanti) ha finora resistito tenacemente ai tentativi di ristrutturazione con un modello economico di alto successo.

Le nuove proposte della onnipotente Autorità Monetaria delle Isole Cayman (Cima), in ogni caso, riusciranno a creare un distacco notevole rispetto al passato. Negli ultimi giorni, le principali società dell’industria dei fondi di investimento delle Cayman hanno ricevuto una lettera della Cima che delineava nuove leggi per ridurre leggermente la libertà dei migliaia di hedge fund e società fantasma che hanno alle Cayman la loro residenza.

La Cima intende creare un database pubblico di tutti i fondi delle Cayman e dei loro amministratori delegati, un bel passo in avanti verso l’apertura dell’isola ai controlli internazionali da parte di politici e investitori finanziari. Per perseguire i suoi obiettivi, la Cima chiederà anche ai manager delle società e dei fondi di registrarsi nei suoi elenchi. Sarà poi la stessa autorità ad approvare le iscrizioni e a rendere operative le società. Una mossa che allineerà le Cayman ai modelli di governance degli ordinamenti giuridici onshore.

«Non puoi capire quanto è importante questo passo», dice Roisin Cater, uno dei titolari di Carne, società che fornisce servizi direzionali ai fondi delle Cayman. «Prima, te ne potevi stare nella tua casa di una qualsiasi parte del mondo ed essere un amministratore delle Isole Cayman. Mancavano del tutto le regole. Ora passeremo dall’assenza di regolamento a un vero regime». 

Insieme alle banche, gli hedge fund sono il più grande business finanziario delle Cayman. Mentre i manager potrebbero avere base a Londra o New York, le isole dal basso prelievo fiscale sono di gran lunga il principale centro mondiale per i fondi. Secondo gli ultimi dati del Cima, sull’isola risiedono 9.438 fondi, mentre sulle Isole Vergini, il secondo centro offshore del mondo, ce ne sono 2.951.

Aldilà di queste cifre, tuttavia, sono state storicamente poche le informazioni rese disponibili, facendo delle Cayman un posto facile in cui nascondere soldi o assets da occhi indiscreti. Un boom scoppiato dopo il 2008, nell’era dell’industria degli hedge fund post-Madoff, che ha creato più problemi che vantaggi. Oggi che gli investitori di hedge fund sono singoli individui benestanti o fondi pensione, gli hedge fund sono stati messi sotto pressione perché diventino più trasparenti e aperti a una rigorosa due diligence.

Per gli investitori, uno degli elementi più critici è diventato capire chi sono gli amministratori dei loro fondi alle Cayman. Infatti, i board dei fondi, guidati dagli amministratori, sono l’unica protezione che resta agli investitori contro manager spregiudicati che potrebbero imbrogliare coi numeri delle performance o, peggio ancora, rubare risorse.

Con il regime attuale in vigore da molto tempo, le informazioni sul nome degli amministratori sono state davvero scarse. La due diligence è più una questione da detective che un fact checking. Le domande personali per registrarsi agli elenchi delle società delle Isole Cayman hanno prodotto finora solo un elenco di indirizzi, la maggior parte dei quali non sono altro che targhe d’ottone in uffici vuoti. 

Come il Financial Times aveva già raccontato nel 2011, singoli amministratori della Cayman sedevano ciascuno in centinaia di board, sollevando molte perplessità sulle capacità di compiere i loro doveri fiduciari. Negli ultimi anni, le cosiddette società di servizi manageriali e fiduciari, che forniscono delle specie di “amministratori jumbo”, sono esplose nelle Cayman – una preoccupazione che gli investitori dei principali hedge fund hanno sollevato più volte con la Cima.

«Siamo stati molto dinamici ed espliciti nel tentativo di trovare dei modi di aumentare la trasparenza su fondi e amministratori», dice Vincent Vandenbroucke, a capo della operational due diligence di Hermes Bpk, uno dei principali hedge fund del Regno Unito. Hermes Bpk ha fatto di recente due viaggi alle Cayman per far pressione sulla Cima, e non è stato il solo. Molti dei più grandi investitori hanno scritto o hanno fatto visita all’autorità finanziaria delle isole chiedendo maggiore trasparenza. Per alcuni si tratta solo di un primo passo. «C’è bisogno di piena trasparenza», dice Joe Seet, senior partner alla società di consulenza hedge fund Sigma Partnership.

Questo nuovo regime con cui gli amministratori delegati delle Cayman saranno approvati e monitorati, naturalmente, deve ancora concretizzarsi.

T(Traduzione di Silvia Favasuli)

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