Anche la faccia di bronzo dei banchieri ha un limite. Mussari si è dimesso dall’Abi poche ore fa, pare indotto dagli stessi banchieri che l’11 luglio 2012 decisero di rinnovargli un secondo mandato alla presidenza dell’Abi, con una modifica statutaria ad personam. E questo nonostante fosse chiaro da molti mesi che l’avvocato calabrese aveva devastato in cinque anni una banca con cinquecento anni di storia come Mps. All’epoca Bazoli disse che non c’erano riserve sulla riconferma (vedi video), ed espresse «apprezzamento» per Mussari. A nome di tutti i banchieri. Oggi pare che l’umore sia cambiato, dopo un articolo del Fatto che spiega i dettagli di un’operazione in derivati finalizzata a coprire perdite pregresse, e formalizzata in un contratto rimasto ben custodito nella cassaforte della presidenza di Mps. Cosa che lascerebbe intravvedere ipotesi di comportamenti penalmente rilevanti, su cui peraltro la Procura di Siena lavora almeno dallo scorso maggio. Affossare una banca non disturba i banchieri, ma il suono delle sirene sì. E poi tocca sentire che la magistratura non deve interferire negli affari.
22 Gennaio 2013