Napoli senza gasolio: «Sindaco, se ci sei batti un colpo»

Napoli senza gasolio: «Sindaco, se ci sei batti un colpo»

L’annuncio lo dà Facebook, sulla pagina ufficiale della società. Sono le 11 del mattino di ieri quando sulla bacheca dell’Anm, l’Azienda Napoletana Mobilità, partecipata del Comune di Napoli, si legge che, per mancanza di carburante, ci saranno dei disguidi nella circolazione degli autobus in alcune importanti zone della città. Dopo qualche ora, la débacle: mercoledì 30 gennaio il servizio non sarà garantito perché è finito il gasolio. In pratica, non ci sono più soldi per acquistarlo.

È la prima volta che gli autobus cittadini si fermano per un motivo del genere. Finora è capitato il caso di disservizi dovuti a scioperi e proteste dei lavoratori per ritardi negli stipendi o all’assenza di manutenzione, ma mai, prima d’ora, una situazione così drammatica. Niente più soldi, niente più gasolio. I cittadini restano a terra e la città si ferma. Immobile. Sospeso il servizio bus a Chiaia e al Vomero.

Sui social si scatena la bagarre. Richieste concitate di informazioni, pendolari che non sanno come tornare a casa e si domandano come faranno l’indomani per spostarsi in città. In questo quadro ha senso che il Comune porti avanti la Ztl e perduri la chiusura al traffico del Lungomare liberato? Ennio Forte, ordinario di Economia dei trasporti alla Federico II, non ha dubbi: «La mobilità in generale, a Napoli, vive un peggioramento continuo a causa della restrizione della superficie stradale utilizzabile – afferma il professore – via Caracciolo e interi segmenti cittadini sono chiusi al traffico e il sovraccarico si ripercuote sulla Riviera di Chiaia e sui vicoli che portano a via Toledo. Di fronte a tutto questo, l’immobilità dei mezzi pubblici diventa gravissima».

L’immagine di Napoli che si offre agli occhi di tutti è quella di una città in ginocchio, dove ormai si fa fatica ad assicurare i servizi che dovrebbero essere essenziali, come, appunto, quello alla mobilità. Stavolta non si parla di trasporti che collegano la città alla periferia, o di zone limitrofe della città. L’Anm serve un bacino di utenza di circa 440 kmq e una popolazione residente di circa 2 milioni di abitanti. Ha 2500 dipendenti, una rete urbana di 410 km e una rete extraurbana di 152 km, servendo ben 19 comuni fuori città. Un servizio di dimensioni enormi, come spiegano in tutta evidenza i numeri. 

Il Comune si è attivato subito assicurando, attraverso il vicesindaco Sodano, che i fornitori avrebbero avuto quanto di loro spettanza e che, poiché il piano di riequilibrio delle finanze del Comune è stato approvato, il trasferimento è certo. E infatti oggi, a ora di pranzo, nei depositi dell’Anm è arrivato il gasolio. I fornitori saranno pagati dal Comune, come è accaduto, prima di essi, alla ditta che si occupa dell’illuminazione pubblica, tanto per citare un caso che ha portato il buio in alcune zone della città a ridosso del Natale. Insomma, ancora una volta, a Napoli, si opera secondo la logica dell’emergenza.

Ma se Napoli resta paralizzata, qualcosa di grave starà succedendo. L’Anm si ferma perché non c’è più gasolio, la Circumvesuviana è a un passo dalla resa perché gli stipendi non arrivano, le moto dei vigili urbani e i carri attrezzi sono fermi perché le polizze assicurative sono scadute. Napoli non garantisce più la mobilità. E dove ancora si può circolare ci sono buche grandi quanto voragini.

Anche i trasporti extraregionali risentono della situazione di degrado. Lo dimostra il fatto che il fiore all’occhiello di Trenitalia, cioè il servizio di Alta velocità, è costretto da giorni a viaggiare sulla linea ordinaria e non su quella Tav perché hanno rubato i cavi di rame, richiestissimi sul mercato nero. La circolazione dei treni da Roma a Napoli è rallentata di circa venti minuti ed è dirottata su Aversa.

Anche se il servizio sta gradualmente riprendendo, la frittata ormai è fatta: oggi, ancora una volta, Napoli è su tutti i tg nazionali e i giornali on line come città immobile. E Gad Lerner la dice in parole povere: a Napoli il partito dei magistrati non fa viaggiare i bus. Gli fa eco Antonio, che sulla pagina Facebook dell’Anm scrive: «Sindaco, se esisti batti un colpo».

Questa la risposta del sindaco sulla sua pagina facebook. «L’amministrazione comunale non ha la diretta responsabilità nel rifornimento del carburante per gli autobus da parte dei fornitori e dei distributori, essendo competenza della società a cui afferisce il trasporto pubblico su gomma. Lo ribadisco per dovere di verità verso le cittadine e i cittadini che oggi hanno dovuto subire i disservizi causati dalla mancata fornitura di carburante ai mezzi di trasporto. Cittadine e cittadini ai quali prometto, comunque, il mio impegno immediato affinchè siano condotte tutte le indagini necessarie per verificare l’esistenza di responsabilità precise rispetto a quanto accaduto, anche in riferimento all’errata comunicazione che è stata veicolata da parte dei soggetti competenti. Non posso però nascondere un certo stupore per l’attenzione mediatica, perfino nazionale, suscitata dal disservizio odierno. Un disservizio che non è stato peggiore di altre situazioni critiche verificatesi nelle scorse settimane, essendo Napoli una città che è stata salvata, appena 48 ore fa, dal dissesto e dal fallimento, ed essendo il trasporto pubblico comunale un fronte sul quale stiamo resistendo nel complessivo fallimento del sistema di trasporto generale (non di competenza del Comune). Una resistenza che portiamo avanti perchè crediamo nel trasporto pubblico e perchè vogliamo tutelare, come fatto fino ad oggi, i posti di lavoro. Purtroppo, e lo dico con grande amarezza, mi viene da pensare che siamo precipitati nelle tradizionali dinamiche della campagna elettorale, con consolidati avvoltoi pronti ad avventarsi sulla nostra città, ridotta ad essere merce da propaganda per colpire l’amministrazione. Forse a qualcuno, nella maggioranza dei casi dolosamente, è sfuggito il quadro economico-finanziario nel quale ci siamo trovati a governare: dopo venti anni di scellerate amministrazioni, il debito che abbiamo ereditato ci ha costretti ad aderire ad un piano per evitare il fallimento del Comune e della città. Una circostanza, questa, che dovrebbe ispirare a tutti, almeno a quanti amano Napoli, un maggiore senso di responsabilità e anche di rispetto verso i suoi cittadini. In merito a quanto accaduto oggi, voglio chiarire due aspetti: 1) che sono stato informato, per la prima volta, soltanto nella tarda serata di ieri 2) che la comunicazione ricevuta riguardava un possibile disagio di alcune ore. Avendo appreso quanto detto, pur non essendo diretta competenza dell’amministrazione, mi sono comunque prodigato per aiutare la società, impegnando ogni mia risorsa e tutti i miei collaboratori. Detto questo, voglio riaffermare quale sarà il nostro obiettivo futuro. Nonostante la drammatica eredità finanziaria, nonostante i tagli nei trasferimenti subiti e nonostante la campagna elettorale, sono convinto che realizzeremo quel miglioramento del trasporto pubblico che resta centrale nel modello di città che vogliamo realizzare. L’adesione al piano di riequilibrio, infatti, consentirà di investire decine e decine di milioni di euro in quella holding unica del trasporto pubblico che è già nata ed inizierà a vivere nelle prossime settimane. Una holding che abbiamo voluto con l’intento di garantire maggiore efficienza e risparmio consentendo un miglioramento del servizio ai cittadini ma anche della qualità del lavoro ai dipendenti, a cui rivolgo un sentito ringraziamento perchè stanno continuando a compiere il loro dovere in condizioni difficili nell’interesse dei napoletani, dei campani e dei turisti».

In sua difesa interviene anche il presidente della Regione Stefano Caldoro (Pdl). 

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