«Palese sussistenza di problematiche di potenziali conflitti di interesse». Fra i mille rivoli delle irregolarità della gestione Mussari in Mps, spunta la gestione dei due fondi pensioni dei dipendenti. Condotta in barba alle regole del Testo unico della finanza e delle istruzioni di vigilanza della Banca d’Italia.
Per legge i patrimoni di terzi, e quindi anche i fondi pensione, vanno gestiti da strutture distinte e indipendenti rispetto a quelle che curano la gestione del portafoglio di proprietà della banca. Questo per evitare dinamiche incestuose fra gli interessi della banca e quelli dei clienti, o dei dipendenti come è nel caso del fondo pensione. A titolo di esempio, la commistione gestionale potrebbe comportare investimenti in strumenti finalizzati a smobilizzare il portafoglio della banca, oppure acquisti di titoli a prezzi non di mercato. La ratio è chiara: i fondi pensione dei dipendenti vanno gestiti nell’esclusivo interesse dei dipendenti e con strutture dedicate e separate dal resto.
A Siena, invece, questa distanza di sicurezza non veniva rispettata. Di fondi pensione aziendali il gruppo Montepaschi ne ha tre: la Cassa di previdenza aziendale, suddivisa in due sezioni (un fondo a prestazione definita e capitalizzazione collettiva per i dipendenti Mps andati pensione prima del 1991, e un fondo a contribuzione definita per coloro che decisero di passare al nuovo sistema contributivo e capitalizzazione individuale), il Fondo pensione complementare per i dipendenti assunti dal 1991, e un Fondo complementare interno per il personale ex Banca Toscana (poi incorporata in Mps).
«La gestione del fondo pensione dipendenti viene realizzata da tre risorse ubicate nella sala operativa del Servizio Finanza Proprietaria… a tal proposito, pertanto, risulta necessario attivarsi sollecitamente per separare organizzativamente ed amministrativamente la suddetta struttura da quella del trading di finanza proprietaria in modo da garantire il rispetto dei requisiti di autonomia e indipendenza richiesti dalla normativa di vigilanza», accusa il rapporto ispettivo n. 460/2009.
Oltre alla gestione, gli ispettori rilevano anomalie anche sul regime dei controlli: «Le verifiche del rispetto dei limiti di leva finanziaria, di concentrazione, di rating minimo di investment grade e sugli strumenti finanziaria in conflitto di interesse, attualmente curate dallo staff Amministrazione e controlli di gestione, devono essere adeguatamente formalizzate in un documento normativo ed allocate presso altra funzione aziendale costituita ad hoc». Nel caso del fondo per gli ex dipendenti Banca Toscana, vengono infine evidenziati «elevati rischi operativi».
A dispetto della nomea di “banca rossa”, il Montepaschi di Mussari non aveva troppa considerazione nella gestione della pensione dei dipendenti. Non era infatti la prima volta che venivano denunciati i conflitti di interessi sulla gestione dei fondi pensione aziendali. Sono gli stessi ispettori a ricordare che gli stessi problemi erano segnalati «negli esiti della visita di revisione effettuata nel periodo 21 maggio-8 giugno 2007 dall’Area controlli interni». Non venne fatto nulla. Due anni dopo si era punto e a capo.
A specifica domanda sulle misure intraprese ed effettivamente implementate per separare la gestione della finanza della banca da quella dei fondi pensioni dei dipendenti, Montepaschi non ha (ancora) fornito risposta.
Twitter: @lorenzodilena
Riportiamo la risposta di Banca Mps
«I rispettivi Consigli di amministrazione definiscono le strategie e le politiche di investimento dei Fondi. La gestione operativa dei portafogli di investimento dei Fondi di Previdenza sulla base di tali politiche è allocata presso il Servizio Finanza Operativa all’interno della Direzione CFO, la cui segregazione rispetto ai portafogli di proprietà della Banca è garantita dall’allocazione di tale responsabilità su specifico Settore denominato Settore Gestione Fondi di Previdenza. Sempre a garanzia e tutela degli aderenti ai fondi dal 1.1.2013, il ruolo di Banca Depositaria è affidato ad un soggetto esterno di elevato standing».