Nemmeno trenta milioni di chilometri basteranno a fermarci: nel 2023 colonizzeremo Marte. Tra soli dieci anni quattro pionieri, scelti attraverso un programma televisivo – una sorta di reality show – “salperanno” verso il pianeta rosso nel tentativo di entrare nella storia. Questo, almeno, è il sogno di Mars One, associazione olandese senza scopo di lucro nata con un’unico obiettivo: quello, appunto, di essere la prima a portare gli uomini sul suolo marziano.
Una grande trovata pubblicitaria? Il dubbio viene. Anche se dall’associazione, trasformatasi in una “no profit” dodici mesi or sono, spiegano di essere serissimi. I fondatori giurano di aver ricevuto, ancora prima dell’apertura ufficiale delle selezioni, oltre 1000 e-mail da persone desiderose di trasferirsi su Marte. Perché, attenzione, non bisogna essere astronauti, né avere caratteristiche fisiche particolari per sperare di essere selezionati per l’avventurosa missione.
Basta avere compiuto diciotto anni, trovarsi in buone condizioni di salute, essere motivati e soprattutto disposti ad affrontare un programma preparatorio della durata di otto anni tra il 2014 ed il 2022. La selezione avverrà, come detto, attraverso una trasmissione televisiva, che servirà a finanziare il progetto. Secondo Norbert Kraft, ex ricercatore della Nasa attualmente coordinatore del progetto insieme al fondatore Bas Lansdorp, “sono finiti i giorni in cui erano soltanto il coraggio e la resistenza alle ore di volo i requisiti necessari per diventare astronauti”.
Le selezioni saranno durissime: i quaranta partecipanti al programma, individuati dopo una scrematura iniziale ad insindacabile giudizio dei coordinatori, verranno spediti in una località sconosciuta del deserto americano per affrontare un periodo di allenamento. Qui verranno testate la loro tenuta fisica e mentale, così come la capacità di adattamento e di sopravvivenza. Ne rimarranno soltanto dieci, quattro dei quali partiranno nel 2023, mentre gli altri saliranno a gruppi di due negli anni successivi. La missione comincerà con due lanci preparatori, al momento previsti per il 2016 ed il 2018.
“Vivranno lì il resto delle loro vite. Ci sarà un habitat pronto ad accoglierli”, ha spiegato Lansdorp alla Fox. “In teoria, è meno complesso riportarli indietro, una volta che avranno stabilito una colonia sostenibile su Marte. Comunque, noi daremo loro soltanto la garanzia dell’arrivo sul pianeta. Non abbiamo idea se e quando sarà possibile offrirgli un viaggio di ritorno”. Restano i dubbi scientifici sul successo della missione, a partire dalla possibilità di costruire un ambiente vivibile: i colonizzatori dovrebbero fare crescere le piante attraverso un processo di coltivazione idroponica, che non necessita della presenza del terreno. Ma la sfida è ormai lanciata.