Se davvero pensiamo che esista un troglodita elettore che decide di votare Berlusconi solo perché si è comprato Marietto Balotelli al mercatino di gennaio o che invece sceglie Ingroia perché ci crede sul serio a quella bubbola messa in giro dall’ex pm che lui sarebbe minacciato e osteggiato come già fu Falcone, allora è giusto anche concludere che per questo povero Paese la speranza è definitivamente tramontata sotto la demenza del suo stesso popolo. A cui, peraltro, oggi Repubblica.it offre la sua pregevolissima sponda, confezionando un sondaggio casereccio in cui chiedere ai lettori «se l’acquisto dell’attaccante, da parte del Milan di Berlusconi, può spostare voti in campagna elettorale» e precisando, gentilmente, che l’iniziativa «non ha, ovviamente, un valore statistico». Ma va?
Certo, rimane ancora affascinante il meccanismo con cui si forma il consenso, ma se dobbiamo dare dell’irrecuperabile al cittadino italiano sarà meglio concedersi qualche ragione più strutturata. E per quanto riguarda il Cavaliere, non può essere ovviamente l’arrivo dell’attaccante del City, ammesso che da qui alle elezioni il turbolento bresciano non si produca in una serie di «prodezze» extra-calcistiche (abbattere la Madonnina con un razzo direttamente dal balcone di casa, investire Formigoni sulle strisce con la sua simpatica Bentley maculata, firmare già un contratto con la Juve) in grado di affievolire la passione politica di qualche tifoso.
Dobbiamo forse metterci d’accordo sulla valutazione e sul peso da assegnare all’elettore. In virtù del Porcellum, è decisamente un cittadino meno libero, privato del diritto di scegliersi un candidato in lista e semmai obbligato a subirlo (obbligato proprio no, c’è l’opzione non-voto che è egualmente un diritto). Ma questo sentimento claustrofobico, quasi una privazione dei nostri diritti, paradossalmente ha il suo punto di massima sofferenza proprio nella lista di ultima composizione, quella teoricamente più nuova, quella che nasce sotto la buona stella del civismo: la lista Monti. Parliamo naturalmente della lista Monti al Senato, dove si presenta un «mischione» indistinto tra facce non-politiche della società civile e i vecchi accrocchi della primissima Repubblica.
È un «unicum» che non si ritrova in nessun’altra formazione politica e che probabilmente mette in difficoltà la coscienza di un certo numero di cittadini. Se da sincero liberale voglio aderire al progetto del Professore, con quale cuore il medesimo mi imporrà quel mastodonte di Pierferdinando Casini capolista in Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia? (Notare il cinismo politico di Monti che piazza il vecchio arnese democristiano in tutto quel meridione notoriamente più assistito).
Se ci pensate bene è solo la lista che fa capo al Professore al Senato l’unico, vero, grande inghippo di queste elezioni, un tradimento di quella nuova partecipazione politica che era nata sulle ceneri del governo tecnico e che poi ha generato la frattura con Passera. In quale altra formazione politica potrà succedere che se desidero convintamente votare il leader di un movimento liberale (Scelta Civica) sono costretto a dare il mio voto a un politico che è esattamente il simbolo della casta (Casini-Udc)? Non nel Pdl, dove chiunque ci sia in lista è riconducibile in maniera plastica a Berlusconi, non nel Pd, che vede in Bersani un leader riconosciuto da vere primarie, non nel Movimento 5 Stelle dove Grillo è Grillo, non in Rivoluzione Civile dove Ingroia è Ingroia, non in Fermare il Declino dove Giannino è Giannino, e via così.
Per i cittadini che al Senato si piegheranno a votare la lista Monti attraverso Casini, allora non sarà improprio richiamare l’assunto montanelliano del «turarsi il naso». Venne coniato per quella Democrazia Cristiana, ma esistevano ancora blocchi e guerra fredda. Oggi, che un po’ di quella Democrazia Cristiana vive e lotta insieme a Mario Monti, verrebbe da chiedersi se l’evoluzione di questa Italia non avrebbe meritato un ulteriore scatto di dignità politica da parte del Professore.
Ecco, sono quelle domande piacevolmente impossibili alle quali ognuno può dare la risposta che vuole: ma oggi Indro Montanelli avrebbe dato indicazione di voto per la lista Monti-Casini-Fini, chiedendo ai lettori di «turarsi il naso»?