Che sia data la possibilità agli studenti delle zone terremotate di fare educazione fisica per tutto il tempo necessario a rendere nuovamente agibili le palestre scolastiche è un intento lodevole. Che si sia pensato di allestire una ventina di strutture sportive temporanee in altrettanti comuni emiliano-romagnoli appare la scelta giusta. Che, però, vengano spesi a tal fine 29 milioni di euro fa riflettere. Perché 29 milioni di euro non sono certo bruscolini. Soprattutto se si considera che di denaro ne servirà tantissimo per ricostruire i comuni colpiti dal sisma dello scorso maggio e far tornare a viaggiare a pieno regime le attività economiche tutt’ora azzoppate.
Eppure 29 milioni è la cifra che è stata definitivamente deliberata da Vasco Errani, nella sua veste di commissario delegato alla ricostruzione, per finanziare la messa in opera di 24 palestre temporanee. Il tema compare, una prima volta, nell’ordinanza del 25 luglio, relativa al Programma operativo scuole. In tale programma, e come si legge nel testo del provvedimento numero 12 siglato dal governatore dell’Emilia Romagna, sono descritti tutti gli «interventi da attivare immediatamente per la riparazione delle strutture scolastiche e per la realizzazione degli interventi sostitutivi in grado di assicurare il normale svolgimento dell’anno scolastico 2012-2013». Il tutto per un costo stimato in 166,5 milioni di euro. Nel programma si fa appunto anche riferimento alla «costruzione e/o acquisizione in locazione di palestre temporanee in sostituzione di quelle che non possono essere riparate e riattivate per l’anno scolastico 2013-2014, con un costo stimato in € 1.500.000,00».
Nei 118 giorni successivi al 25 luglio i costi lievitano. Perché il 21 novembre viene emanata l’ordinanza numero 78, dal titolo “Rimodulazione del Programma Operativo Scuole per assicurare il normale svolgimento dell’Anno Scolastico 2012-2013”. E la cifra messa a disposizione per la costruzione di palestre temporanee schizza da 1,5 a 29 milioni di euro. Nel nuovo provvedimento firmato da Vasco Errani si motiva la rimodulazione col fatto «che in sede di approvazione del Programma Operativo Scuole erano state rappresentate le difficoltà per una esatta individuazione dei costi relativi ai vari interventi vista la mancanza di dati e la complessità delle operazioni per consentire la riapertura delle scuole danneggiate dal sisma in tempo utile per assicurare agli studenti l’anno scolastico 2012-2013».
Non è dubitabile che, nella fase più acuta dell’emergenza, sia stato complicato stimare con sufficiente esattezza i costi per le opere necessarie a garantire lo svolgimento delle attività didattiche, ginnastica compresa. E’ però quantomeno singolare che dei 13 capitoli di spesa del programma scuole, l’unico rivisto, al rialzo, sia stato quello relativo alle strutture sportive temporanee.
Un storico dirigente sportivo modenese, che ha preferito rimanere anonimo, ci ha spiegato che «il potenziamento del piano per le palestre temporanee è stato il frutto di un puntuale lavoro di “ascolto” che l’ex assessore allo sport della provincia di Modena – ora candidato al Senato per il Pd, grazie ad un vero e proprio exploit di consensi alle parlamentarie – ha fatto nei Comuni terremotati…un lavoro che, per la verità, non tiene conto neppure delle reali necessità del mondo sportivo che gravita attorno alle palestre scolastiche…».
Al di là della rispondenza delle palestre ai bisogni reali, resta comunque il dubbio se la spesa sia congrua. Soprattutto se si considera che il Comune di Cavezzo, ossia la realtà maggiormente funestata dal terremoto, ha chiesto «l’erogazione di un contributo per la realizzazione di una palestra scolastica provvisoria con pallone pressostatico, a supporto dell’attività scolastica, per un importo di € 82.000,00». Una cifra, quest’ultima, decisamente inferiore a quelle che verranno spese in tutti gli altri casi, le cui offerte per la relativa progettazione e realizzazione la Regione ha peraltro cominciato ad esaminare proprio nei giorni scorsi.
È dunque lecito chiedersi perché l’esempio virtuoso di Cavezzo non sia stato seguito dagli altri 22 comuni coinvolti nel programma voluto da Errani. Tanto più che nelle varie ordinanze del commissario delegato alla ricostruzione, viene ribadita più volte la provvisorietà degli interventi «in relazione al periodo di tempo presumibilmente necessario per la ricostruzione delle palestre distrutte o alla riparazione di quelle gravemente danneggiate o di quelle inagibili».
Una volta trascorsi i 2-3 anni necessari a ripristinare la funzionalità delle palestre scolastiche, che ne sarà delle costose strutture provvisorie? Le voci insistenti nel mondo dello sport ed in quello della politica raccolte negli scorsi giorni non hanno dubbi: molte di esse finiranno nella pancia delle associazioni sportive e delle polisportive “amiche” del Partito Democratico modenese.