E adesso tutti aspettano Giorgio Napolitano. Al termine di una discussa campagna elettorale, il presidente della Repubblica torna protagonista della scena politica. La fase di stallo che si è creata a pochi giorni dal voto può essere superata solo con un suo intervento. Un passaggio fondamentale, a cui il capo dello Stato è chiamato proprio nei giorni in cui è in visita ufficiale in Germania. Sembra un scherzo del destino. Ospite del più esigente partner europeo, a poche settimane dal termine del suo mandato, Napolitano è costretto ad affrontare la transizione più delicata del suo settennato.
Il presidente sarà il principale attore di questa fase. Alla chiusura delle urne – di fronte a un risultato che in pochi aspettavano – Napolitano ha lasciato spazio ai leader politici. Ha atteso che si trovasse un’intesa, finora lontanissima. Ma ha assicurato che quando toccherà a lui non si tirerà indietro. A breve si apriranno le consultazioni al Quirinale. Al capo dello Stato il compito di sentire i rappresentanti di tutti i partiti (compreso quel Beppe Grillo che lo ha più volte attaccato, intenzionato a salire al Colle). Poi sarà lui a trovare una soluzione.
«Non sono chiamato a commentare i risultati – spiegava una nota ufficiale del presidente – sono chiamato ad attendere che ciascuna forza politica in piena legittimità e autonomia faccia le sue riflessioni, che poi mi verranno prospettate e allora dirò quali conclusioni sono in grado di trarne».
Il risultato di sostanziale pareggio al Senato non lascia aperte molte strade. Se il Movimento Cinque Stelle si asterrà dal votare la fiducia a qualsiasi governo, come ha lasciato intendere nel pomeriggio Grillo, sarà necessario dare vita a un esecutivo che metta d’accordo centrodestra e centrosinistra (fatto salvo il rischio di affidare l’incarico di formare un esecutivo a chi ha un’ampia maggioranza, ma solo a Montecitorio).
C’è ancora tempo per decidere. Le pressioni di numerosi elettori grillini potrebbero far cambiare idea al blogger genovese. Decisivo potrebbe essere il momento di confronto che si aprirà tra pochi giorni a Roma tra Grillo e i neoeletti del Movimento Cinque Stelle. Intanto resta in piedi l’ipotesi di un governo di scopo. Un esecutivo limitato nel tempo e nelle funzioni. Magari vincolato alla riforma elettorale e alle misure più urgenti per rasserenare mercati e partner stranieri. In questo caso le capacità diplomatiche di Napolitano risulteranno fondamentali. Sia per trovare un’intesa tra i partiti che per individuare un nome che possa mettere tutti, o quasi, d’accordo.
A meno di tre mesi dal termine del settennato, in pieno semestre bianco, Napolitano affronta una situazione particolarmente complicata. La più difficile della sua esperienza al Quirinale. Ben più rischiosa della crisi di governo di cinque anni fa, che portò alla fine dell’ultimo esecutivo Prodi. Intanto il presidente della Repubblica prosegue la sua visita in Germania. Un viaggio organizzato da tempo – quando nessuno poteva immaginare la coincidenza con le elezioni italiane – che ora diventa strategico. Al capo dello Stato il compito di tranquillizzare i preoccupati partner europei
«È una prova complicata, ma la supereremo». Parlando con il presidente Joachim Gauck, ieri Napolitano si è fatto garante della situazione italiana. Posizione che sarà ribadita domani, durante l’atteso incontro con la cancelliera Angela Merkel. Ma sbaglia chi crede che la visita in Germania si limiti a un diplomatico omaggio all’esigente alleato. Peggio, a una serie di incontri per ricevere indicazioni e vincolanti suggerimenti dal partener tedesco. Tutt’altro. Lo dimostra la fermezza con cui questo pomeriggio Napolitano ha cancellato all’improvviso il colloquio con il candidato premier Spd Peer Steinbrueck, colpevole di aver definito Silvio Berlusconi e Beppe Grillo due “clown”. Leader politici lontanissimi dal presidente Napolitano, certo. Ma protagonisti del voto italiano. «Noi rispettiamo la Germania – ha chiarito il presidente – ma esigiamo rispetto per il nostro Paese».
Uno strappo necessario, che sottolinea l’autonomia con cui Napolitano vuole gestire il difficile compito che lo attende. Venerdì Napolitano farà ritorno al Quirinale, dove inizierà a studiare proposte e scenari (anche se il confronto ufficiale con i leader politici inizierà qualche giorno più tardi). Lo farà con la consapevolezza di dover assicurare un governo al Paese. Ma anche con la certezza che sarà il suo ultimo impegno istituzionale. A dispetto delle pressioni che negli ultimi giorni sono arrivate da più parti, Napolitano non resterà al Colle oltre il 15 maggio. Nessuna possibilità di rielezione, né di proroga del mandato. Ipotesi bloccate sul nascere pochi giorni fa, con una precisa nota ufficiale del Quirinale.