Italia Paese di spreconi. Dal frigorifero alla pattumiera il passo è breve. E se negli ultimi anni non si è ridotto ancora, è solo “grazie” alla crisi. Almeno una volta a settimana il 60% degli italiani getta il cibo nella spazzatura, il 14% una o due volte alla settimana, il 3% più di due volte, il 23% mai. Sono questi i numeri del primo Questionario nazionale sullo spreco domestico in Italia, ideato e realizzato da Last Minute Market e Università di Bologna. I più spreconi sono i consumatori di cibi snack e carne rossa o pollame. I vegetariani i più virtuosi. Grazie al questionario, è stato possibile stilare anche un identikit dello sprecone. Dimmi come mangi e ti dirò chi sei, insomma. E se si tratta di intervistati di alcune regioni del Sud, la probabilità aumenta ancora.
Il 48%, per giunta, butta il cibo nella spazzatura, anziché riutilizzarlo in compost o per dare da mangiare agli amici a quattro zampe – come fa il 20% circa – o donarlo in beneficenza – come solo il 4% degli intervistati dichiara di fare. In ogni caso, la crisi si fa sentire: il 52% dichiara di gettare meno alimenti rispetto a due anni fa, il 28% la stessa quantità.
Ma perché si butta il cibo? Le ragioni sono le più disparate. Il 40% delle volte si fa perché il cibo è scaduto. Vuoi per distrazione, vuoi per mancanza di tempo, salsicce, lattuga e affini finiscono per scadere e ammuffire dimenticati nei nostri frigoriferi. Per poi perdersi per sempre nell’oscurità delle pattumiere. A seguire (20%), c’è la scarsa capacità a districarsi tra cucina e fornelli, che fa sbagliare nella conservazione e nella gestione delle scorte di cibo. Le conseguenze le conosciamo tutti, a partire dal cattivo odore. C’è poi chi dimentica le scorte in dispensa, chi sbaglia nella dimensione delle porzioni e chi subito dopo l’acquisto scopre di non gradire il cibo appena comprato.
E i costi dello spreco sono tutt’altro che bassi. Il 64% degli italiani spreca ogni settimana da zero a cinque euro e il 22,52% da sei a venti euro. Il 3% spreca in cibo settimanalmente oltre 20 euro.
In Italia sprechiamo ogni anno 149 chili di cibo pro capite. I più spreconi gli olandesi, con 579 chili. Secondo la Fao, questo spreco nel 2011 è costato a ogni famiglia poco meno di 1.600 euro all’anno, ovvero il 27% dei 5.724 euro spesi annualmente per l’acquisto di beni alimentari. Lo spreco alimentare “vale” il 2,4% del pil, pari a circa 40 miliardi di euro.
Il questionario sullo spreco domestico è stato lanciato online a novembre 2012 ed è rimasto accessibile per un mese: 44 domande divise in cinque sezioni. Tempo “sprecato”: 20 minuti. Alla fine l’indagine è stata compilata interamente da più di 3mila persone. Si tratta del primo passo per la costituzione del “waste watchers”, il nuovo osservatorio nazionale sullo spreco creato da Andrea Segré, direttore del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna che insieme all’esperto di statistica Furio Camillo ha messo a punto il questionario.