Il cda de Linkiesta.it scrive ai lettori

Il cda de Linkiesta.it scrive ai lettori

Cari Lettori,

prendiamo atto – con non poca sorpresa e dispiacere – delle dimissioni del direttore Tondelli e delle sue motivazioni.

Ai lettori è utile ricordare la genesi di questa avventura. Circa 80 soci hanno creduto nel progetto di un giornale che si prefiggesse di fare informazione libera, non partigiana, fondata sui fatti e non su gossip e scevra da pregiudizi. In questa prospettiva, abbiamo sempre garantito massima libertà a tutta la redazione, prova ne sono le tante battaglie portate avanti con coraggio in particolare nel campo della finanza che hanno visto il giornale schierato in prima fila e sulle quali Linkiesta.it si è guadagnata credibilità e visibilità.

Dopo circa due anni dalla fondazione, possiamo dire, con serenità, di aver fatto molta strada nella direzione immaginata, sia pur con la consapevolezza che ancora molto resta invece da fare.

Guardando al passato, siamo orgogliosi della credibilità che la testata ha acquisito tra i lettori e del posizionamento che la stessa ha assunto nel mercato dell’informazione. Di riconoscimenti ne sono arrivati tanti, da quelli ufficiali (il Premiolino al direttore Tondelli, le citazioni da parte degli altri giornali e, da ultimo, dal Financial Times) a quelli dei lettori che tutti i giorni ci seguono e leggono con attenzione ed interesse sempre crescente incoraggiandoci a fare sempre di più e meglio. Di questo, siamo grati al Direttore Tondelli ed a tutta la redazione che ha lavorato con serietà ed impegno in una sfida che, se non impossibile, appariva certamente molto difficile.

Guardando avanti, invece, sarebbe stato a nostro avviso da irresponsabili non confrontarsi con altrettanta serenità con le necessità finanziarie del giornale. Sino ad oggi, i soci hanno sostenuto Linkiesta.it con versamenti per circa Euro 2.500.000 ed ulteriori importanti versamenti saranno a breve necessari. Non che questo non fosse prevedibile (considerata l’ambizione del progetto, le oggettive difficoltà di una start-up nel settore dell’informazione online, nonché la crisi economica che ha spinto molte aziende a ridurre sensibilmente i budget pubblicitari), ma certamente sarebbe sbagliato dare tale sostegno, fino ad oggi entusiastico, per scontato.

Dopo circa due anni dalla fondazione, abbiamo ritenuto pertanto necessario ridurre, per quanto possibile e compatibile con gli obiettivi che ci eravamo posti, i costi fissi del giornale. Ciò, al fine di garantire continuità al progetto e consentire, allo stesso tempo, gli investimenti necessari ad affrontare i prossimi anni nel migliore dei modi. Vi preghiamo di credere che l’esercizio non è stato per noi indolore.

Nel guardare al futuro, ci siamo resi conto, infatti, che si rendeva necessario cambiare sede a Milano per averne una più coerente con le esigenze attuali e prospettiche, investire sull’infrastruttura informatica, sulla riorganizzazione del sito (andato online da pochi giorni nella nuova versione) e sulle funzioni di analisi del traffico. Allo stesso tempo, abbiamo creduto nella necessità di realizzare iniziative che contribuissero a distinguerci dai nostri concorrenti puntando ancor di più sull’analisi dei fatti e sui contenuti di approfondimento (in tale prospettiva si inseriscono LinkTank e LinkBook, entrambe iniziative ideate di comune accordo con il direttore nell’ottobre del 2012).

In tale contesto, dopo molti mesi di discussione e confronto sull’andamento economico della società, anche con lo stesso direttore Tondelli, abbiamo ritenuto, con grande rammarico, di chiudere la redazione romana e la connessa condirezione del dr. Gallo. Nessun’altra misura era stata prevista sul personale, se non un generico richiamo a contenere i costi redazionali per complessivi Euro 40.000 annui circa.

La reazione del direttore Tondelli, in tutta franchezza, ci ha sorpreso. Non ci saremmo aspettati le sue dimissioni che non ci erano state in alcun modo preannunciate.

Non possiamo che augurare al direttore Tondelli ogni migliore successo per la sua prossima avventura professionale.

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Nel ringaziare gli amministratori de Linkiesta per gli auguri, che ricambio, mi corre solo l’obbligo di chiarire un punto: mentre è ovvio che son stato lungamente partecipe delle discussioni sulla situazione economica della Società, non è in alcun modo sostenibile che io sia stato coinvolto nella decisione di licenziare il condirettore Massimiliano Gallo, nè in quella riguardante la chiusura della redazione romana. La scelta mi è stata comunicata come decisione “già presa”, tanto che mi si spiegò, una sera a cena, che l’indomani mattina sarebbe partita una raccomandata. (j.t.)