Un appoggio incondizionato a Pierluigi Bersani: questa l’opinione schietta di Thomas Schmid, direttore del quotidiano liberale “Die Welt“. Schmid conosce bene il processo di trasformazione delle sinistre europee: ai tempi della protesta studentesca ha fondato anche un gruppo politico di sinistra radicale con Daniel Cohn-Bendit e Joshka Fischer, orientato però alla “sdogmatizzazione” del pensiero di sinistra. Bersani sarebbe il miglior premier possibile per l’Italia, perché «esprime la volontà e il potere di proseguire nella trasformazione socialdemocratica» della sinistra italiana.
Sembra, cioè, che ancora una volta in Europa sia la sinistra a dover attuare le riforme più importanti per un paese, così come ha fatto Gerhard Schroeder negli anni Duemila in Germania. Ma in quel periodo i tedeschi sono incorsi in enormi sforamenti dei limiti di Maastricht per quanto riguarda il bilancio pubblico: s’indebitavano troppo. È possibile riformare senza aumentare il debito? Per Schmid, non è più una strada percorribile. Anzi, l’esperienza tedesca mostrerebbe esattamente ciò che non si dovrebbe fare.
Schmid parla perfettamente italiano ed ha a cuore il destino politico del nostro paese. Cerca di sfatare il cliché secondo cui i tedeschi ci disprezzano: «L’UE non avrebbe senso senza un’Italia forte». Linkiesta lo ha intervistato per i suoi lettori.