23 gennaio, Lo Spoglio
Ad eccezione della parte riguardante le perdite causate dalla mafia (affermazione non verificabile), la dichiarazione di Ingroia è, tendenzialmente, vera.
Evasione fiscale: VERO
Per parlare di evasione, è necessario aprire una parentesi sulla stima: il primo dato è l’economia sommersa, ovvero le elusioni fiscali di compra-vendita e pagamenti. Il sommerso in Italia ammonta a 255-275 miliardi di euro. Il mancato introito per l’erario è quindi di 100-120 miliardi di euro.
In particolare, l’evasione di Iva e Irap ammonta a 46,5 miliardi di euro (il dato è la media di evasione degli anni 2007-2008).
Corruzione: VERO
Si stima un costo della corruzione in Italia pari a 50/60 miliardi di euro all’anno. La Corte dei Conti riporta la stima del peso della corruzione in Europa, pari a circa 120 miliardi di euro all’anno.
Mafia: NON VERIFICABILE
Si stima il fatturato dell’economia criminale pari a circa il 10,5% del Pil nel quadriennio 2005-2008, ovvero un valore che supera i 160 miliardi di euro all’anno.
Per contro Ingroia non parla di fatturato, ma di costi sull’economia italiana. Uno studio della Banca d’Italia svolto sulle regioni Puglia e Basilicata stima un costo del 16% del Pil di queste regioni. Il dato non è però estendibile all’intero paese.
Nota:
Va sottolineato che di stime sull’evasione ce ne sono molte (basta farsi un giro su internet per trovarne svariate prodotte sia da organi ufficiali che da varie associazioni di consumatori e altro). Tuttavia, stando alle stime Istat e Corte dei Conti, il dato citato da Ingroia è corretto.
Anche corruzione e criminalità organizzata sono difficili da quantificare, specialmente su scala nazionale, ma soprattutto sono molto discordanti e non sono chiari i metodi sottostanti (questo vale anche per le ufficiali).
Fonti:
Sommerso: L’economia sommersa: stime nazionali e regionali– Audizione del Presidente Istat E. Giovannini
Evasione fiscale: Riciclaggio evasione fiscale ed abuso di beni sociali: la responsabilità degli intermediari – Fondazione Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale
Iva e Irap: Audizione Corte dei Conti – 3 ottobre 2012
Corruzione: Giudizio sul Rendiconto Generale dello Stato, 2008. Memoria del Procuratore Generale, 2009. Memoria del Procuratore generale in sede di giudizio sul Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio 2011, giugno 2012
Mafia: Dimensione delle attività criminali, costi per l’economia, effetti della crisi economica – Testimonianza del Vice Direttore Generale della Banca d’Italia
4 febbraio, Omnibus
La Regione Sicilia ha pagato 1,714 miliardi per i redditi da lavoro dipendente. Se si considerano anche le somme non ancora versate, il totale sale a 1,849 miliardi.
Tuttavia, per l’anno 2011, tutte le Regioni italiane hanno speso per i redditi da lavoro dipendente 6,218 miliardi. Quindi “solo” il 28% della spesa totale per il personale è attribuibile alla Sicilia.
Fonti: Regione Sicilia, Rendiconto Generale per l’esercizio finanziario 2011.
Istat, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni Pubbliche.
4 febbraio, Euronews
In realtà il consumo medio pro capite nell’Unione Europea, nel 2011, è stato 3,36 tonnellate equivalenti petrolio (tep), che, all’incirca, corrisponde ad “un flusso continuo procapite” di 4.460 watt potenza. Mai fino ad oggi è stato sfiorato il valore citato dal leader del Movimento 5 Stelle. In Italia, sempre nel 2011, ci si è attestati intorno ai 3 tep (4.000 W).
Tralasciando la poca correttezza dell’unità di misura utilizzata (1) resta il fatto che Grillo omette di dire entro quando il traguardo di efficienza, i 2.000 Watt, dovrebbe essere raggiunto.
La proposta della Società 2.000 Watt, comunque, non è nuova; è stata infatti elaborata al Politecnico di Zurigo nel 1998: “una transizione verso una società che dagli attuali 6.000 watt di flusso medio di potenza pro capite per tutti i fabbisogni energetici, passi a 2.000 watt nel 2050”.
Da allora le cose sono cambiate, sia per le regolamentazioni nazionali e comunitarie in materia di efficienza e risparmio energetico sia a seguito degli alti prezzi dell’energia e, da ultimo, per la crisi.
Il traguardo simbolico del 2050 è poi ben chiaro ai burocrati europei e ai legislatori nazionali: diverse le iniziative strategiche messe in campo per la decarbonizzazione, che dell’obiettivo 2.000 Watt ne è il corollario.
Certo Grillo, che non è un tecnico, non ha sbagliato più di tanto, ma il punto è sempre lo stesso: oltre a propugnare obiettivi – “Metà materiali, un terzo di energia, metà ore lavorate” – sarebbe opportuno dire anche come fare, quali costi bisogna sostenere e quanto tempo ci vuole per raggiungerli.
Nel caso in questione, poi, se dovesse perdurare la tendenza iniziata nel 2004, anno del picco massimo, i consumi energetici arriverebbero a poco più di 2.000 Watt proprio al 2050, si arriverebbe cioè all’obiettivo degli svizzeri senza bisogno di particolari interventi.
(Analisi sull’affermazione di Grillo a cura di Antonio Sileo)
(1) Trattandosi di energia primaria, l’unità di misura più adatta è ancora il tep.
Fonti: The Word Bank, International Energy Agency
Fact checking in collaborazione con lavoce.info e i Checkmate