La notizia delle dimissioni del Papa coglie di sorpresa il cattolicissimo Sud America, il continente che avrebbe ospitato Benedetto XVI per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, a Rio de Janeiro. E proprio in Brasile, accanto a commenti diplomatici come quelli del vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Aparecida, Darci Nicioli («Il cuore fa male, ma è in base al diritto canonico e deve essere “rispettata” da parte di tutti cattolici» ), compare sui quotidiani locali anche la nota pungente del presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile di Rio Grande do Sul, Don Zeno Hastenteufel, vescovo di Novo Hamburgo.
«Preso di sorpresa dalla notizia – scrive il quotidiano Correiodopovo – Hastenteufel ritiene che sarebbe più prudente per il Cardinale Joseph Ratzinger lasciare la carica immediatamente, invece di segnare la data al 28 febbraio». Nelle parole riportate dal quotidiano la motivazione del vescovo: «Ora si creerà un periodo di quasi 20 giorni di speculazioni. Tutti si staranno chiedendo chi sarà il nuovo Papa. Se è per motivi di salute che rinuncia ad essere Papa, allora non può più esserlo da oggi».
«Il Brasile è il Paese con il maggior numero di cattolici in tutto il mondo», ricorda invece il vescovo Darci Nicioli, sulle colonne de El Nacional. E lo fa prima di stendere l’elenco dei cinque possibili candidati brasiliani al soglio pontificio. «Nella lista c’è l’attuale presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, Raymundo Damasceno, 75, l’arcivescovo emerito di San Paolo, Claudio Hummes, 78, e l’arcivescovo di quella città, Odilo Scherer, 63 anni. Gli altri cardinali brasiliani potrebbe essere João Braz de Aviz, 65 anni e Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e l’arcivescovo di Salvador, Geraldo Majella Agnelo, 66». Ma Nicioli non è il solo a rivendicare un pontefice sudamericano.
Ci prova anche l’Argentina, che sulle colonne della Nacionriporta: «All’interno del continente, i candidati principali sembrano essere Odilo Scherer, arcivescovo della diocesi di Sao Paulo, o l’italiano-argentino Leonardo Sandri, che ora dirige il dicastero vaticano delle Chiese orientali».
In Venezuela invece, monsignor Baltazar Porras, Arcivescovo di Mérida, legge la decisione del pontefice in chiave sociologica e al quotidiano El Universal dichiara: «Le dimissioni di Papa Benedetto XVI potrebbe avere un riflesso nella società di oggi, dove è presente la tentazione di restare indefinitamente al potere, sia nel potere politico che economico» E aggiunge «La tentazione più comune che gli esseri umani hanno è il modo di rimanere al potere a tempo indeterminato».
Guillermo Leon Escobar, ex ambasciatore della Colombia in Vaticano, al quotidiano colombiano El Espectador afferma di accogliere le dimissioni del Papa «con una tranquillità enorme». Per un motivo «semplice», spiega. «Il cardinale Ratzinger ha sempre sostenuto che quando una persona non è in grado di esercitare pienamente, con piena responsabilità e con prospettive di successo una carica, è preferibile lasciarla. È stato scelto come un papa di transizione, ma la sua è stata una transizione che ha molto sorpreso perché in quasi sette anni di pontificato, si è comportato come se doveva rimanere fino alla fine». E chiosa: «Il suo compito era quello di togliere la Chiesa da un vortice, dal mare magnum che si era creato, e renderla pronta a iniziare una fase di nuova evangelizzazione. Quella iniziata un paio di mesi fa, con l’apertura dell’anno della fede».
Il resto del mondo
La notizia delle dimissioni fa il giro del mondo, e apre le home page di tutti i siti internazionali. “È il primo papa che vedrà il suo successore”, commenta negli Usa il New York Times, “Chi lo seguirà non potrà certo seguire la sua dottrina” afferma invece il Guardian. Scuote la cattolica polonia la notizia, la Russia invece dice: “ora tutte le cariche ecclesiastiche scadranno prima della morte”. Il sud del mondo intanto, reclama a sé il prossimo papa.
Usa
«Capelli argento, curvo, e cerebrale, Benedetto potrebbe influenzare la scelta di un successore perché ha modellato il Collegio dei Cardinali – il corpo elettorale papale – con la sua nomina di spiriti affini durante il suo pontificato» commenta il New York Times, che ricorda come Benedetto XVI sia il primo papa a rinunciare al soglio da sei secoli.
In un’intervista rilasciata al sito online del Washington Post, il Cardinal Donald Wuerl, arcivescovo di Washington, e membro del conclave che eleggerà il prossimo pontefice, dice: «Le dimissioni arrivano al momento giusto». E spiega: «Penso che sarebbe meglio avere qualcuno con un energie fisiche che gli consentano di viaggiare, che gli permettano di fare tutte le cose che un papa oggi deve fare anche fisicamente».
Europa
In Gran Bretagna Il Guardian commenta: «Un pontefice profondamente conservatore, il cui mandato è stato oscurato dagli scandali degli abusi sessuali, Papa Benedetto, 85 anni, lascia con una reputazione a macchie dopo un papato che è stato allo stesso tempo conservatore e divisivo».
E in un diverso articolo traccia il ritratto della Chiesa lasciata da Benedetto: «Benedetto XVI lascia al suo successore circa 2 miliardi di fedeli, ma pochi di loro prenderanno spunto dalla sua dottrina cattolica. La sua Chiesa è stata martoriata in Occidente dagli scandali sulla pedofilia e dalla mancanza di preti, ma è ancora in crescita negli stati del Sud del mondo».
«Sarà africano il successore», scrive il Telegraph: «Il cardinal Peter Turkson del Ghana e il cardinale Francis Arinze della Nigeria potrebbero diventare il primo papa nero da sempre. Con l’America Latina e il Canada tra i contendenti non ufficiali, la Chiesa Cattolica di Roma potrebbe eleggere il suo primo papa non Europeo dai tempi del Grande Scisma, riflettendo il cambiamento crescente della fede e del potere della Chiesa nel mond in via di sviluppo».
Tutti i governi dovrebbero prendere nota dalla rinuncia del Papa, titola El Mundo, che in home page riporta voci raccolte tra la gente e commenta: «La sorpresa è comune tra i cattolici e non cattolici, tutti d’accordo nel sostenere la necessità e la “opportunità” che ora si presenta per fare dei cambiamenti».
«È probabile che i 118 elettori non cambieranno rotta e sceglieranno un papa in continuità con il conservatorismo di Benedetto XVI», scrive Le Figarò francese.
«Voli, cospirazione, congiure, tradimenti, minacce: il Vaticano ha fatto, nelle ultime settimane, un salto nei secoli passati?», si chiede Le Monde, che aggiunge: «Benedetto sembra come sopraffatto dalla portata dei progetti che lui stesso aveva aperto, volente o nolente. E non è certo che il tempo e l’energia che gli restano siano abbastanza per mettere ordine nella curia, ripristinare la fiducia e un’immagine sfuocata».
Russia ed Est Europa
I quotidiani russi riportano in apertura la notizia, e il Sacerdote Kazimierz Sowa, direttore del canale polacco Tv Religione, commenta: «La decisione è inattesa, e ha sorpreso tutti. Nella storia è successo una o due volte. Ora abbiamo una dichiarazione del Vaticano, in cui il Papa dice aver rinunciato al soglio per il bene della Chiesa. E ancora una cosa: che il suo stato d’animo e il corpo non gli consentono di gestire sulla Chiesa. Questa nuova situazione, in cui il Papa abdica, potrebbe cambiare qualche ruolo nella Chiesa. Se il papa non mantiene più il trono fino alla sua morte, così può essere anche per l’arcivescovo, o l’abate. Ci saranno dei cambiamenti, questi posti andranno più giovani. Il che significa che per la prima volta nella storia moderna della Chiesa non c’è un conclave con i funerali del papa.
Alla Gazeta polacca il cardinal Gulbinowicz dice: «La decisione del Papa è la prova di coraggio», e aggiunge: Benedetto XVI «è aperto, diretto, onesto, come evidenzia questa ultima decisione»
Africa
«Eletto al soglio pontificio il 19 aprile 2005, quando aveva 78 anni – 20 anni più vecchio di Giovanni Paolo II – Benedetto governava su un Vaticano dal passo lento, più cerebrale e meno impulsivo. Ma mentre i conservatori scaldavano gli animi tentando di riaffermare l’identità cattolica tradizionale, i suoi detrattori lo accusavano di riportare indietro l’orologio delle riforme di quasi mezzo secolo e di mantenere un cattivo dialogo con i musulmani, gli ebrei e gli altri cristiani», scrive il Mail & Guardian sudafricano.
Il VideGhana invece, scrive: «Il Cardinal Peter Turkson, l’attuale presidente del Consiglio pontificio per la Giustizia e la pace, è tra i primi candidati e parla sei lingue. Capisce il latino e il greco e gode di molti supporti». Riporta poi il nome di un altro candidato africano: «Il cardinale Francis Arinze della Nigeria». Uno dei due, dice, «potrebbe essere il primo papa nero».