La riforma Fornero alla prova dei partiti

La riforma Fornero alla prova dei partiti

Creare nuovi posti di lavoro: per affrontare la sfida centrale dei prossimi 5 anni di legislatura, i partiti al voto stendono le loro ricette. Di fronte hanno una disoccupazione che a dicembre ha raggiunto l’11,2% e toccato quota 36,6 % per gli italiani tra i 15 e i 24 anni. Donne, giovani, imprenditorialità, ma anche ammortizzatori sociali e contrattazione decentrata. Queste le parole chiave dei programmi. Che restano però fortemente divisi tra la tentazione di aggrapparsi ai modelli del passato e la voglia di rubare le regole ai Paesi virtuosi del Nord. 

Fare per Fermare il declino

1. Sostegno ai livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti. 

2. Sussidio di disoccupazione e strumenti di formazione per incentivare la ricerca di un nuovo lavoro per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa in cui lavoravano, scoraggiando la cultura della dipendenza dallo Stato.

3. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.

Agenda Monti

1. Introduzione della flexsecurity: contratto unico a tempo indeterminato ma più flessibile e con più basso costo previdenziale e fiscale. Politiche attive del lavoro, efficaci servizi per l’impiego, nuovi ammortizzatori sociali.

2. Drastica semplificazione normativa e amministrativa in materia di lavoro per favorire gli investimenti stranieri.

3. Superare il dualismo tra lavoratori dipendenti protetti e non protetti.

4. Spostare verso i luoghi di lavoro il baricentro della contrattazione collettiva, favorendo la retribuzioni alla produttività o alla redditività delle aziende attraverso forme di defiscalizzazione.

5. Rilanciare un Piano occupazione giovanile: incentivi a sostegno della formazione e dell’inserimento nel mercato del lavoro, detassazione per chi assume lavoratori tra i 18 e i 30 anni.

6. Promuovere l’invecchiamento attivo e incentivare l’assunzione di persone anziane, sostegno del reddito collegato alla disponibilità al lavoro per gli over 55 disoccupati e non ancora in possesso dei requisiti per la pensione. 

7. Detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile, politiche di conciliazione famiglia-lavoro, ampliamento del congedo di paternità.

8. Garantire l’accesso alla pubblica amministrazione con concorsi generali e imparziali. Merito e produttività come elementi essenziali per valutare il lavoro dei dipendenti pubblici e per la parametrazione delle pubbliche retribuzioni.

9. Impulso alla previdenza complementare.

10. Sostegno alle nuove idee imprenditoriali.

11. Incoraggiare mobilità e intraprendenza con più borse di studio e orientamento professionale per i giovani meritevoli.

Popolo della Libertà – Lega Nord

1. Ritorno alla Legge Biagi per uno Statuto dei Lavori.

2. Vantaggi fiscali per le imprese di under 35 per tre anni e totale detassazione dell’apprendistato fino a 4 anni.

3. Apertura al mercato dei settori chiusi, abolizione dei monopoli o oligopoli statali, a partire da scuola, università, poste, energia e servizi pubblici locali.

4. Sviluppo di meccanismi concorrenziali e di vigilanza contro accordi di cartello nel settore assicurativo.

5. Risoluzione della questione esodati.

6. Sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale e detassazione del salario di produttività.

7. Buoni dote per la formazione.

8. Maggiore trasparenza per i sindacati su iscrizioni e bilanci.

9. Tetto alle pensioni d’oro, incoraggiamento alle pensioni integrative.

10. Sviluppo del telelavoro.

11.  Partecipazione agli utili da parte dei lavoratori.

12. Revisione dei premi Inail, con particolare riferimento alle Piccole e Medie Imprese e agli artigiani.

Movimento 5 Stelle
 

1. Abolizione della legge Biagi.

2. Sussidio di disoccupazione garantito.

Partito Democratico

1. Alleggerire il peso fiscale su lavoro e impresa, attingendo alla rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari.

2. Contrastare la precarietà, rovesciando le scelte della destra e in particolare l’idea di una competitività al ribasso del nostro apparato produttivo.

3. Spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti, competizione sul lato della qualità e dell’innovazione.

4. Politiche fiscali a sostegno dell’occupazione femminile, contrastare la disparità nei redditi e nelle carriere, sradicare i pregiudizi sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni.

5. Legge sulla rappresentanza per consentire l’esercizio effettivo della democrazia per chi lavora.

Sinistra Ecologia Libertà

1. Blocco dei licenziamenti.

2. Riforma, allargamento e finanziamento degli ammortizzatori sociali.

3. Istituzione di una retribuzione sociale o reddito minimo garantito.

4. Profonda riforma del diritto del lavoro, cancellazione della cosiddetta legge 30 (e i successivi decreti). La forma normale è il rapporto di lavoro a tempo indeterminato e l’eccezione quella a tempo determinato.

5. Innalzamento delle retribuzioni e delle pensioni attraverso la libera contrattazione, determinazione di minimi pensionistici dignitosi.

6. Applicazione di regole democratiche sulla rappresentanza sindacale: diritto dei lavoratori a pronunciarsi con voto segreto sugli accordi e diritto di informazione sulle scelte strategiche delle imprese.
 

Rivoluzione Civile

1. Sostegno al contratto collettivo nazionale.

2. Ripristino dell’art. 18.

3. Legge sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro.

 
4. Creazione di occupazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, politiche industriali che innovino l’apparato produttivo e la riconversione ecologica dell’economia.

5. Introduzione di un reddito minimo per i disoccupati.

6. Aumento delle retribuzioni a partire dal recupero del fiscal drag e dalla detassazione delle tredicesime.

7. Abrogazione della controriforma pensionistica Fornero, eliminazione delle gravi ingiustizie generate, a partire dalla questione degli esodati.
 

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