Il blackout dei sondaggi può diventare la chiave di volta della campagna elettorale italiana. Quest’anno più che le altre volte l’esito delle urne può essere rocambolescamente sovvertito grazie al silenzio pre-elettorale. È questo quello che pensano le maggiori banche d’investimento mondiali. Roma rischia di essere ostaggio di se stessa e delle sue leggi. E lo spauracchio di Beppe Grillo è sempre sullo sfondo.
Se prima di Natale la vittoria della coalizione di centrosinistra composta da Partito democratico e Sinistra, ecologia e libertà (Sel) era quasi scontata, ora non è più così. L’ultimo sondaggio pubblicato da SWG vede il Pd e Sel al 33,8%, mentre Popolo della libertà e Lega Nord al 27,8 per cento. Solo cinque punti di distacco. E i giorni di campagna elettorale sono ancora tanti. In salita anche il Movimento 5 Stelle di Grillo, dato al 18,8% da Swg. In flessioni la lista di Mario Monti, accreditata del 13,4 per cento. Sono queste le ultime cifre su cui stanno facendo i conti gli investitori istituzionali.
Cosa succederà nelle prossime settimane? Secondo la casa d’affari londinese Lombard Street Research è possibile che il differenziale di rendimento fra titoli di Stato decennali italiani e corrispettivi tedeschi, il cosiddetto spread, subisca un aumento di circa 150 punti base nei giorni a ridosso del voto. Fantasia? Eccesso? Forse no. Lo scenario verso il quale si sta andando è di estrema incertezza.
La vittoria finale di Bersani non è in dubbio. Dal Credit Suisse a Nomura, passando per Goldman Sachs e Morgan Stanley, la certezza è che sarà il centrosinistra a vincere. Ma non avrà la maggioranza per governare. La direzioni in cui si sta andando è quella di un parlamento bloccato, con una maggioranza divisa fra Camera e Senato. Nei calcoli di Lombard Street la possibilità che ci sia un governo forte si è ridotta del 20% negli ultimi due mesi, dal 55% al 35 per cento. Un po’ per colpa della discesa in campo di Monti, che ha frammentato il voto, e un po’ a causa della risalita di Berlusconi. Complici le due proposte shock, amnistia fiscale e rimborso dell’Imu, il centrodestra ha guadagnato terreno sul principale avversario. Basterà? Negli ambienti del Pdl si narra che i giochi non sono ancora finiti e che sono in arrivo nuove idee che faranno virare il voto verso il centrodestra, impedendo che ci sia la governabilità del Paese.
Senza questa caratteristica, cosa ne sarà delle riforme strutturali di cui ha bisogno l’Italia? Questa è la domanda che più si sente negli ambienti finanziari. L’applicazione del Fiscal compact, il nuovo patto fiscale europeo, non è in discussione. Ma in assenza di una maggioranza, l’Italia rischia di rallentare nel suo processo di cambiamento. La riforma del lavoro introdotta dal ministro Elsa Fornero, nonostante un accettabile assetto iniziale, necessita di ulteriori modifiche per avere un impatto significativo sull’economia italiana. Così la pensa Bank of New York Mellon, che in una nota ai clienti ha messo nero su bianco tutte le criticità dell’economia italiana. Fra queste, il mercato del lavoro. «L’Italia deve continuare nelle riforme cruciali: dalle liberalizzazioni al lavoro», dicono gli analisti della banca americana. Del resto, Roma è al 127 posto, su 141, nella classifica di virtuosità del mercato del lavoro stilata dal World economic forum. Troppo poco.
«Un forte supporto per Berlusconi potrebbe essere il peggior responso delle urne». Così dice Markit, la società di analisi finanziaria che ogni giorno raccoglie dati sul mercato dei derivati di credito nel mondo. Non è la prima volta che Markit avverte sul rischio che corre l’Italia, quello della mancanza di governabilità. Lo ha fatto altre quattro volte negli ultimi due mesi. Ma mai era stata così tranchant.
L’incognita vera era e rimane il risultato del Movimento 5 Stelle. Il partito di Grillo rischia di essere la sorpresa delle elezioni. L’ultimo sondaggio di Swg ha consolidato il M5S come terzo polo del Paese. Un evento che, se confermato dall’esito delle urne, porrebbe l’Italia nella posizione poco piacevole di osservato speciale degli investitori internazionali. Come conciliare l’attività di riforma necessaria al Paese con l’atteggiamento di Grillo? «Il Movimento 5 Stelle sta raccogliendo consensi perché è un voto di rabbia, di protesta. Ma è difficile che a questo faccia seguito un’attività di governo di qualità. L’inesperienza dei candidati è elevata», dice il fondo hedge di Ray Dalio, Bridgewater. Non solo. Le possibilità che si vada verso una spaccatura del parlamento, data la crescita di Grillo, è sempre più vicina. «Cosa succederà se Grillo supera il 20% e non c’è una maggioranza forte? L’opzione è quella del ritorno alle urne, come è stato per la Grecia nel 2012», dice l’hedge fund.
Il silenzio elettorale può essere quindi determinante per la dinamica del voto. I sondaggi saranno divulgati tramite sotterfugi, come ogni anno. E si creerà un sottobosco di ipotesi che per i prossimi giorni aumenteranno l’incertezza sul futuro del Paese. Non esattamente ciò di cui ha bisogno l’Italia oggi.
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