«L’innovazione non si fa per legge ma per vocazione»

Arriva in Emilia il viaggio de Linkiesta nelle eccellenze industriali del Nord

Il viaggio de Linkiesta nelle eccellenze industriali, poco raccontate, del Nord Italia approda in Emilia Romagna. A Fiorano Modenese, cuore della Piastrella Valley. Qui opera il Gruppo System, gioiellino dell’industria meccanica, fondato nel 1970 da Franco Stefani, attuale presidente ma soprattutto anima e instancabile motore propulsivo di continue nuove idee. Per Stefani la tensione ad affrontare sfide originali, spingendo forte sul pedale dell’innovazione non solo tecnologica, è stata sempre la priorità. Un imperativo, la ragione stessa della sua vita imprenditoriale. Tanto è vero che l’area progettuale dentro System è diretta da Stefani in prima persona: «Ricerca e sviluppo dipendono da me, sono io stesso a coordinare un gruppo di una trentina di ingegneri, a determinare le regole dei piani di sviluppo ed a decidere su quali iniziative nuove puntare per il mercato».

I progetti di Stefani e della sua squadra spesso sono stati portati avanti controcorrente. Al punto che il patron del gruppo System non di rado è stato considerato un folle visionario. Ma la “follia” di Stefani è sempre stata ben ancorata alla realtà, al mercato, ai suoi bisogni e alle sue potenzialità. Non si spiegherebbero altrimenti i risultati raggiunti dalla sua azienda, «partita con le mie 170 mila lire di liquidazione dalla Marazzi e con le 500mila lire prestatemi da mio padre». Oggi il gruppo System, che occupa un’area produttiva di 110 mila mq, ha un giro d’affari che sfiorerà i 300 milioni di euro, dà lavoro a più di 1.300 addetti e può contare su una ramificazione organizzativa costituita da 34 società controllate e 37 sedi in 24 paesi nel mondo.

Più del 70 per cento della produzione viene venduta sui mercati esteri, verso i quali Stefani punta da sempre: «Ben prima che la politica cominciasse a parlare di internazionalizzazione, noi abbiamo fatto la scelta lungimirante – puntualizza Stefani – di investire capitali e risorse umane per aggredire il mercato globale… questo peraltro ci ha fatto trovare in una posizione di vantaggio rispetto ai competitors, quando il mercato italiano ha cominciato a diventare sempre più asfittico». Eppure System nasce proprio per soddisfare le esigenze dei produttori sassolesi di ceramica. Precisamente per produrre macchinari per la decorazione della piastrella e per l’automazione del fine linea e dello stoccaggio. «I nostri macchinari – racconta con fierezza Stefani – hanno introdotto un nuovo concetto di industrializzazione dei diversi processi produttivi, innescando profondi mutamenti nel settore ceramico e determinando nuovi standard qualitativi».

System Ceramics – questo il nome della divisione dedicata – , che genera circa 120 milioni di ricavi, rappresenta tuttora il core business di System, con cui viene soddisfatta, attraverso soluzioni tecnologicamente avanzate, ogni esigenza di decorazione, stoccaggio, scelta, confezionamento, pallettizzazione e movimentazione all’interno di un impianto ceramico. Su System Ceramics si concentrano gli investimenti di ricerca e sviluppo. Basti pensare che all’ultima edizione di Tecnargilla – il salone annuale dedicato alle tecnologie ed alle forniture all’industria ceramica e del laterizio – sono state presentate ben quattro rilevanti innovazioni di processo per il settore ceramico.

Nel tempo System ha però esplorato altri ambiti, affermandosi nei settori della logistica, dell’elettronica e del packaging. In ciò usando a piene mani la leva di ricerca e sviluppo, a cui System destina almeno il 5% del fatturato annuo. «Vede – ci racconta Stefani – l’innovazione non si fa per legge, è prima di tutto una vocazione personale, un sentimento innato, che permette di creare un ambiente favorevole alla continua sperimentazione».

Il pensiero corre allora ai cosiddetti centri di trasferimento tecnologico, sorti come funghi negli ultimi 10 anni, sui quali Stefani esprime un giudizio caustico e largamente condiviso dai tanti imprenditori che abbiamo incontrato: «Tutti questi centri di ricerca finanziati dalle Regioni, dalle Province, dallo Stato sono stati solo trampolini di lancio per carriere universitarie e politiche, ma hanno prodotto ben poco… le start-up non nascono da qui, ma da volontà individuali». Quella volontà con cui Stefani ha vinto la sfida di riuscire a produrre la lastra ceramica più grande e sottile mai vista prima. E che ha dato il là, nel 2001, a System Lamina, la terza delle 5 divisioni del gruppo, capace di realizzare in poco tempo 25 milioni di fatturato annui. Nella visita agli stabilimenti produttivi ci viene mostrato il risultato degli investimenti compiuti e delle ricerche condotte. Si tratta di un “foglio” ceramico con dimensioni simili alle lastre marmoree, ma con caratteristiche esclusive: 1.000 x 3.000 mm, spessore 3 mm e peso specifico di 7 kg/m2. Peculiarità, queste, peraltro fondamentali per facilitarne il trasporto rispetto ai tradizionali materiali lapidei o ceramici.

System Logistics è un’altra “invenzione” fortemente voluta da Stefani, che è cresciuta rapidamente fino a raggiungere un fatturato attorno a 80 milioni di euro. Tale divisione si occupa della progettazione e produzione di macchine e impianti completi per la gestione del flusso logistico delle merci all’interno di sistemi produttivo-distributivi aziendali. «Facciamo soluzioni su misura per ogni settore merceologico – ci spiega Stefani – e spaziamo dai magazzini automatici ai trasloelevatori, dai sistemi di handling ai software WMS, dai sistemi di picking alle navette sterzanti ed LGV».

Anche nel caso di System Logistics, l’elettronica è una componente fondamentale. Cosicché tutte le soluzioni tecnologiche, fatte in house, sono perfettamente integrabili con l’host gestionale dell’azienda e collegabili fra loro in rete (quando presenti in più unità), mediante un unico server grazie al software WMS Systore ideato dagli ingegneri di System.

La irrefrenabile corsa di Stefani a cercare innovative frontiere imprenditoriali porta poi, nel 2009, alla nascita di System Photonics. Questa è una vera e propria start-up, che si è lanciata nella produzione di sistemi fotovoltaici perfettamente integrati nell’architettura. «L’abbinamento tra materiali ceramici e le celle fotovoltaiche di ultima generazione – sottolinea Stefani – ha permesso di concepire una gamma di prodotti esteticamente pregevoli, energeticamente attivi ed architettonicamente integrati nella costruzione».

Sempre nel 2009, a seguito dell’acquisizione di un’azienda specializzata nel packaging, nasce System Packaging. Una realtà, questa, che, in un’ottica di integrazione tra processo produttivo e confezionamento, si occupa della progettazione e della produzione di macchine per la pallettizzazione e gestione della movimentazione interna. Freebox, l’ultima nata tra le macchine per il confezionamento, grazie ad una sofistica dotazione tecnologica, è in grado di creare in tempo reale scatole a misura per ogni tipo di prodotto partendo da un semplice foglio di cartone neutro piano, facendo risparmiare fino al 60% del materiale normalmente utilizzato dagli scatolifici ed abbattendo fino al 70% i costi di realizzazione dei pack.

Gli investimenti del gruppo System non solo hanno permesso di crescere in termini di volume di affari, ma sono stati utili a diversificare gli affari su più ambiti produttivi ed a differenziare conseguentemente, ma anche ampliare, la clientela. Cosicché da oltre quindici anni il parco clienti si estende oltre l’ambito ceramico internazionale per includere aziende del settore beverage e alimentare, apparel, aeronautico e meccanico.

Ma, nonostante il gruppo System goda di ottima salute e chiuderà il 2012 incrementando il proprio volume di affari sul 2011, i problemi non mancano. «A partire dal credito – esclama Stefani – che ci costringe a “finanziare il mercato” a 250 giorni: questo significa mettere in campo 200 milioni di euro!». Poi, prosegue, «va rivisto lo Statuto dei lavoratori, perché siamo in presenza di regole assurde, che impediscono agli imprenditori di assumere…io avrei potuto impiegare non 1.300 ma 5mila persone, se solo ci fosse una flessibilità maggiore in uscita».

Alla fine di una campagna elettorale, che sfiora appena i pensieri di Stefani, non può poi mancare un auspicio rivolto al mondo della politica: «Prenda coscienza del fatto che se il livello di tassazione rimarrà questo, le imprese si spegneranno, indipendentemente dalle dinamiche di mercato… io sono un emigrante in patria: parto il sabato, vado in giro per il mondo, mi faccio in quattro per portare del lavoro a casa, fiscalità in questo paese, che, come unica forma di gratitudine, mi soffoca di tasse!».

Prima dei saluti, c’è il tempo per un’ultima domanda personale, che riguarda la prospettiva, non certo imminente, di un passaggio generazionale. «Un impegno importante che mi aspetta nei prossimi anni – ci risponde Stefani – sarà in effetti quello di creare le condizioni perché il testimone dell’azienda passi in mano a qualcun altro…sarà un’altra invenzione, farò una innovazione anche in questo campo, glielo garantisco».

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