CALTANISSETTA – A piazza Garibaldi, nel centro storico di Caltanissetta, non si assisteva a un vero comizio elettorale dal 2009. Un’altra epoca, un’altra competizione. L’ultima a sfidare la piazza della cittadina siciliana fu niente poco di meno che Anna Finocchiaro, recatasi a Caltanissetta per sostenere il candidato sindaco dei democratici. Poi niente più. Il silenzio.
A distanza di tre anni da quell’ultimo comizio, la piazza si colora dei fan di Beppe Grillo e di bandiere del Movimento Cinque Stelle. Ore 21 di un giovedì pre-elettorale. Meno 24 giorni all’appuntamento dell’anno: le elezioni politiche del prossimo 24 e 25 febbraio. Ci troviamo nel centro storico di Caltanissetta, cittadina dell’entroterra siciliano. Una città storicamente democristiana, che nell’ultimo ventennio ha regalato soddisfazioni al Cavaliere e al Pdl. Ma oggi qualcosa sembra essere cambiato.
«Ci siamo rotti i coglioni di Silvio, Pier Luigi e Pierferdinando, oggi siamo con tutti Peppe». Qui Beppe Grillo, lo chiamano tutti o “Peppe”, o “Peppuzzu”, o “Pinuzzu”. Il mantra è sempre lo stesso: «Io ho votato Berlusconi fino al 2009. Poi mi sono stancato, sono tutti uguali: destra, sinistra, centro. Io sono un imprenditore. Peppe non è il meglio, ma il meno peggio. E sono qui per questo», spiega un signore di mezza età. Anche un 30enne con laurea e master al seguito ha votato «Berlusconi dal 2001 al 2009». Ma «adesso basta», sbotta. «Non posso votare Bersani perché andrebbe contro i miei principi. Allora ho scelto di votare, e di votare Grillo».
Ecco, passeggiando in mezzo alla folla che attende l’arrivo del beniamino “Peppe”, trovi lo studente universitario tornato oggi a Caltanissetta «per vedere Grillo», il cinquantenne deluso dalla capriole centriste di Pierferdinando Casini, e l’ex diessino che non voterà «mai più per il Pd» e non darà una chances a Pier Luigi Bersani. Ci sono anche parecchi curiosi. Su tutti tre giovani “figli di” che smaniano di vedere l’ex comico «perché in occasione delle regionali quando comiziò in viale Regina Margherita avevamo una festa e non siamo potuti venire». I tre erano berlusconiani doc, e oggi antimontiani «perché l’ultimo governo c’ha tartassato di tasse». Chi voteranno? Prima sorridono e poi spiegano: «Non abbiamo ancora deciso». Fra la folla si scorgono i professori del liceo delusi dalla sinistra cittadina, anche loro oggi potenziali elettori del Movimento Cinque Stelle.
Poi ti accorgi di Orazio La Marca, natio di Delia, oggi residente in Germania, candidato fra gli italiani all’estero con il Movimento Cinque Stelle. «Sono un ex carrozziere, oggi pensionato. Vivo in Germania dal 1964. Anch’io ho creduto in Silvio Berlusconi. L’ho votato quattro volte, ma ha peggiorato la mia vita. Per questo motivo oggi mi candido con il Movimento Cinque Stelle».
Ore 21:30, lo speaker annuncia che «Beppe Grillo sta per arrivare: è in ritardo perché ha perso la coincidenza con la Windjet». Scatta la risata unanime, la piazza sghignazza a più non posso perché lo speaker “Roberto” fa riferimento alla recentissima gaffe dell’attuale sindaco di Caltanissetta, Michele Campisi (Pdl), convinto che la compagnia aerea Windjet non fosse ancora fallita.
Ore 21:45 in una piazza Garibaldi affollata e speranzosa si scorge il camper di Beppe Grillo. Si crea la ressa davanti alla porta laterale del camper. Tanti giornalisti sono lì immobili, con taccuini, microfoni e telecamere, in attesa che spunti all’improvviso lui: “Peppe”. Pochi minuti, e il faccione di Grillo sbuca dal camper, e si dirige verso il palco. Parte il coro: «Peppe, Peppe, Peppe, Peppe, Peppe!!!!». Tutti lo vogliono vedere, salutare, toccare: sembra che abbiano davanti un dio.
Grillo esordisce così: «Io non sono il Salvatore, io non ho la bacchetta magica. Io non sono straordinario, siete voi straordinari a esservi ripresi l’identità di siciliani». I cittadini nisseni vogliono sentire questo, e il leader del M5S esalta la folla: «È dal 1860 che state aspettando qualcosa. Non dovete credere neanche in me. Io non sono venuto a prendervi i voti».
Il monologo dell’ex comico, che dura più di un’ora, verte sulle “primarie online” che porteranno in Parlamento «cittadini normali», «non figli di imprenditori, figli di banchieri e figli di politici». Sull’esperienza delle regionali siciliani dello scorso 28 ottobre: «Mi avevano detto: non ci andare in Sicilia, lì c’è la mafia, c’è il voto scambio. Ma ormai il voto di scambio non esiste più perché non c’è lavoro, non c’è niente. E noi siamo diventati il primo partito in Sicilia».
Proprio grazie al risultato delle regionali «abbiamo quindici deputati che oggi hanno fatto mancare il numero legale per il Dpef per dire no al Muos degli americani». D’altronde, continua Grillo, «gli americani fanno in Italia la politica da almeno 20 anni» ma «noi vogliamo gli americani soltanto se vengono in Italia a fare i campus universitari». E oggi, dopo aver scalato la regione siciliana, il Movimento Cinque Stelle è «il primo partito in Italia».
A questo punto l’obiettivo è il seguente: «Abbiamo voglia di fare una cosa e la faremo: mandare tutti a casa». Parte l’applauso della gente che affolla la piazza di Caltanissetta, probabilmente stanca dei classici partiti politici. Ma Grillo li stoppa subito: «Fatemi una cortesia visto che c’è la trasmissione Ballarò, che mi segue durante questo tour. Ditemi tutti in coro: populista, populista, populista». La folla ascolta “Peppe” e urla: «Populista, populista, populista, populista». Li stoppa ancora: «Grazie, così nella prossima puntata Ballarò saprà come titolare». Altra risata della folla.
Passa all’attualità, e al caso Mps. «Sono andato a Siena quando ancora non avevo dietro il movimento. Lo sapevano tutti che sarebbe andata a finire così…». Secondo il comico genovese sul caso Mps «tutto il Pd andava messo sotto processo, ma non devono andare in galera. Altrimenti ci costerebbero 300 euro al giorno. Devono andare a fare i lavori socialmente utili».
Ma la trovata più gustosa della serata è quella sui sondaggi. «Fanno le telefonate chiedendo: votate Pd, Pdl o Udc? Noi qui stasera saremo in quattro mila, e, ovviamente, domani la questura dirà che saremo stati in 260». Tutti ridono, ma Grillo immediatamente li interrompe: «Proviamo a fare un sondaggio qui, ad alzata di mano. Allora se domani si andasse alle urne votereste il Pdl?». La folle: «Buuuuuuuuuuu!!!!». Ancora Grillo: «Se domani si andasse alle urne votereste il Pd?». E la folla non ci sta ancora: «Buuuuuuu!!!!». Sempre Grillo: «Se domani si andasse alle urne votereste Monti?». Ma la folla nuovamente non ci sta: «Buuuuuuuu!!!». E infine il leader di M5S: «Se domani si andasse a votare votereste per il M5S?». La piazza scoppia: «Sìììììììì, Sìììììì: Peppe siamo con te!».
Nella parte finale del lungo monologo si dedica al programma elettorale: «Il pagamento dell’Iva deve avvenire soltanto a fattura incassata. Dobbiamo attribuire il marchio del Made in Italy soltanto alle aziende che producano in Italia». Ma anche in questo caso non mancano le battute: «Abbiamo il miglior olio del mondo, e lo importiamo. Ad esempio in Cina con il nostro olio si fanno il bidè perché fa venire lo scroto liscissimo». E fra i tanti obiettivi del M5S ci sarà anche quello di «chiudere Equitalia», di «rendere impignorabile la prima casa perché la casa è un bene primario» e di «eliminare l’Irap». Infine l’appello ai cittadini di Caltanissetta: «Se noi riuscissimo ad eleggere 70/80 parlamentari apriremo il Parlamento come una scatola di tonno. Andate e spargete il verbo». Amen.
@GiuseppeFalci