“Noi tedeschi vi amiamo, ma non vi capiamo più”

L'intervista

“L’Italia consuma molti soldi, nostri. Anche noi tedeschi siamo in crisi e non possiamo ristrutturare le nostre scuole e i nostri asili e tutti i nostri soldi vanno verso l’Italia, dove la gente ha votato per Berlusconi, e quindi è colpa loro per ciò che è successo negli ultimi vent’anni in cui è stato primo ministro”. Questa è la percezione che i tedeschi hanno dell’Italia, almeno secondo Helmut Drüke, autore di un recente saggio in tedesco sui problemi italiani (Italien: Wirtschaft – Gesellschaft – Politik, Springer VS, 2012). A poco importa che l’Italia, per ora, di soldi all’Europa ne abbia dati, più che presi.

Le sue parole spiegano come mai Monti sia riuscito a creare immediatamente una sintonia tra l’Italia e la Germania. Monti è visto come un riformatore, e probabilmente come l’unico garante possibile di un processo di riforma troppo a lungo rimandato. E’ un rapporto di aspettative tradite: i tedeschi amano l’Italia, ma non comprendono le sue dinamiche. Credono ancora che il berlusconismo sia dovuto solo al controllo del sistema mediatico, e non realizzano che si tratta invece di una genuina espressione borghese dell’Italia. Monti, a questo punto, si presenta come il più tedesco degli italiani, e il più italiano dei tedeschi.

Per quanto riguarda l’Italia, dice Drüke di noi che “soffriamo di un grave complesso d’inferiorità” in questo periodo, per non esserci dimostrati all’altezza delle dinamiche in atto nel continente. E, ancora una volta dalla Germania, arriva l’invito a rivolgersi a Bersani come possibile protagonista delle riforme.