Più cavalli macellati e la carne si vende illegalmente

Più cavalli macellati e la carne si vende illegalmente

La crisi economica mondiale ha fatto crescere il numero di cavalli al macello e ha portato in commercio un’ondata di carne di cavallo a basso costo. Ora i controllori temono stia entrando illegalmente nel commercio di prodotti alimentari. In Irlanda, il Paese in cui possedere un cavallo era diventato uno status symbol durante gli anni della Tigre celtica (il boom degli anni ’90 ndr) lo scorso anno sono stati macellati un numero di cavalli dieci volte superiore a quelli del 2008, l’anno di inizio della crisi economica. Negli Usa, sono circa 100 mila i cavalli che vengono uccisi ogni anno dai proprietari, mentre nel Regno unito sono stati macellati 9 mila cavalli nel 2012, quasi il doppio che tre anni prima.

Il numero crescente di cavalli venduti e il conseguente aumento di macellazioni sono al centro della crisi della carne di cavallo che sta colpendo l’industria alimentare europea. L’Autorità per la sicurezza alimentare irlandese ha iniziato a testare il Dna dei prodotti di carne bovina, sospettando che la carne derivante dall’aumento dei macelli di cavalli aveva trovato il suo posto nell’industria alimentare. 

E proprio la scoperta fatta dall’autorità irlandese che gli hamburger venduti dai supermarket britannici della catena Tesco contenevano il 29 per cento di carne equina ha scatenato quella che è diventata una investigazione europea sulla contaminazione che ha coinvolto il gigante britannico dei surgelati Findus e altri produttori di cibo congelato a basso prezzo. «C’è un abuso diffuso del sistema di passaporti utilizzati per regolare il commercio e la macellazione dei cavalli e assicurare che la carne non entri nell’industria alimentare», dice Roly Owers della World horse welfare charity. «C’è stata una vera impennata nel commercio di animali di bassa qualità. È un mondo piuttosto torbido». La crescita appare più evidente in Irlanda, il Paese in Europa con la maggiore densità di cavalli, dove l’industria dei purosangue vale un miliardo di euro, e gli esemplari sportivi sono circa 110 mila. 

Nel 2007 il Paese ha prodotto 12.633 puledri purosangue più di quelli britannici e francesi insieme. Ma la crisi economica ha fatto crescere il numero di cavalli indesiderati, molti dei quali saranno macellati. Lo scorso anno circa 25 mila cavalli sono stati inviati in mattatoi registrati, erano poco più di 2000 nel 2008. Sta crescendo anche il numero di cavalli abbandonati, con 2364 animali campionati nel 2010 dalle autorità irlandesi, il triplo rispetto a cinque anni prima.

«Ogni giovanotto aveva il suo cavallo ma quando la recessione ha colpito tutti ne sono stati colpiti e le persone semplicemente non potevano permetterselo», dice Pat Hyland, uno dei tanti allevatori che ha iniziato a vendere carne di cavallo in Irlanda dopo la crescita delle macellazioni di carne equina. La situazione è diventata così intensa lo scorso anno che l’Associazione irlandese allevatori di purosangue ha pubblicato consigli per i proprietari in difficoltà.

«Piuttosto che lasciare morire di fame il tuo cavallo in un campo, è meglio ricorrere ad un abbattitore autorizzato e trattarlo umanamente», dice Shane O’Dwyer, uno dei manager dell’associazione. Ma l’Irlanda non è la sola. Negli Usa, un report del Government accountablity office nel 2011 ha affermato che un’impennata negli abbandoni stava mettendo in tensione le autorità locali. La recessione e la proibizione della macellazione di carne equina negli Usa erano segnalati come problema chiave, tanto che portò nel 2010 all’esportazione di 138 mila cavalli da macellare in Messico e Canada.

Ma anche la Spagna ha visto una crescita intensa di cavalli inviati al macello. Secondo i dati forniti dal ministro dell’agricoltura, il volume di carne di cavallo prodotta nel 2012 era del 56% più alta di quella dell’anno precedente. Anche le organizzazione di beneficenza lo segnalano come problema crescente in Gran Bretagna, che si estende fino all’industria redditizia delle gare di cavalli.

«Il numero di persone che vogliono prendersi a carico un cavallo da corsa si sta esaurendo. Mario Rossi non se lo può più permettere», ha detto Graham Oldfield, presidente del consiglio di amministrazione del Racehorce Sanctuary. E aggiunge che «allevamenti indiscriminati» hanno portato a un eccesso di gare da corsa con poche chance di avere successo e non troppa strada da fare.

«Non è solo un problema britannico. Ci arrivano cavalli dall’Italia e dalla Spagna», dice. «Abbiamo 74 cavalli in lista d’attesa e respingo almeno due richieste a settimana che mi arrivano dai proprietari», spiega.

Simon Coverney, il ministro irlandese dell’Agricoltura, ha annunciato giovedì che il suo ministero si sarebbe occupato direttamente della supervisione di tutti i mattatoi che macellano carne di cavallo, per assicurare che ci fosse sempre presente un veterinario. Ha inoltre dichiarato che Dublino ha ritirato a un centro equestre, l’Irish cob society, l’autorizzazione a tenere un registro degli stalloni e a pubblicare i passaporti dei cavalli, perché sospettava che il centro non stesse seguendo le procedure adeguate.

Coverney ha affermato che non ci sono prove al momento per ritenere che ci siano connessioni tra i cavalli macellati in Irlanda e il ritrovamento di carne equina nei prodotti irlandesi a base di carne. Ma ha aggiunto che negli ultimi due anni è stata provvisoriamente sospesa l’autorizzazione di due impianti di macellazione per sospetti sulla loro conformità. 

Dublino afferma di aver ricondotto la contaminazione degli hamburger di manzo irlandesi con carne di cavallo all’importazione di ritagli di carne di manzo congelata dalla Polonia. Ma Varsavia ha replicato di non aver finora trovato prove che mettano le sue procedure sul tavolo degli imputati.

Tradotto dal Financial Times del 13 febbraio che ha pubblicato il pezzo col titolo “Horse cull by cash-strapped owners”