Gli americani lo amano e lo odiano. C’è chi, come Alec Baldwin, segue le sue regole ferree e dichiara di aver perso 30 chili. Chi, come un famoso endocrinologo americano che preferisce rimanere anonimo, pensa che sia un idiota. Robert Lustig, discusso pediatra ed endocrinologo dell’Università della California, divide l’America. Prima con un video, “Sugar: The Bitter Truth” (Zucchero: l’amara verità), che su Youtube ha avuto oltre 3 milioni di visualizzazioni, poi con un libro, uscito lo scorso dicembre: Fat Chance. La conclusione è sempre la stessa: regolamentare con la legge la vendita dello zucchero, come abbiamo fatto con alcol e tabacco, perché “nuoce gravemente alla salute”.
Esattamente un anno fa, sulle pagine della rivista scientifica Nature, Lustig pubblicò un articolo a conferma della teoria che lo zucchero non solo è dannoso, ma è anche la causa dell’epidemia di obesità a cui assistiamo in questi anni. Il cardine del suo pensiero è che le calorie fornite dallo zucchero sono “vuote”, perché sono prive di nutrienti utili per l’organismo, e assumerne in eccesso altera i nostri equilibri ormonali, causando un aumento di peso e numerose patologie, come diabete e ipertensione. Al contrario di quello che pensano molti accademici della vecchia guardia, per i quali “una caloria è una caloria” e il problema non è da cosa queste arrivino.
«Lo zucchero è tossico» spiega Lustig su Pacific Standard «e la sua vendita va regolamentata per legge. Porta a dipendenza, proprio come l’alcol e le sigarette, e ci fa entrare in un circolo vizioso per cui si ha sempre più fame e si è sempre più pigri, da cui è impossibile uscire da soli. Informare la società, con etichette o strategie mirate di comunicazione non basta, come hanno già dimostrato le precedenti lotte contro le sostanze d’abuso, ma è necessario emanare un quadro normativo, che ne limiti la vendita e regoli la quantità di zucchero nei cibi».
Una soluzione estrema, la sua, ma con la quale il dottor Benvenuto Cestaro, docente di Biochimica della Nutrizione della Facoltà di Medicina di Milano, si trova in parte d’accordo. «In linea di massima Robert Lustig non ha tutti i torti», spiega a Linkesta, «gli zuccheri semplici vengono assorbiti molto velocemente dal nostro organismo, e avendo un elevato indice glicemico, entrano subito in circolo e fanno schizzare la glicemia alle stelle. Il che corrisponde a un altrettanto elevato rilascio di insulina». L’insulina, però, che è l’ormone che controlla la glicemia, se viene rilasciata troppo spesso e in quantità molto elevate durante l’arco della giornata, dopo un po’ smette di funzionare. «I nostri equilibri ormonali si alterano e si va incontro a insulino-resistenza precoce, che è alla base di malattie piuttosto gravi, come diabete di tipo 2, ipertensione e arterosclerosi. Certo, queste patologie dipendono da diversi e più fattori, tra cui la genetica, per cui non si può semplificare troppo, ma lo zucchero può aggravare la situazione».
«L’altro problema», continua Cestaro, «è che assumiamo troppi zuccheri a digiuno. Durante i pasti la presenza di fibre e altri alimenti ne rallentano l’assorbimento, inoltre, la risposta insulinica viene attivata comunque dopo il pasto. A stomaco vuoto, invece, non solo aumenta la velocità di passaggio in circolo, ma come abbiamo già detto, si ha un picco insulinico inutile ed eccessivo. Poi bisogna anche tenere in considerazione le attività che si svolgono mentre si assumono zuccheri. Durante una gara sportiva, infatti, l’assunzione di bevande zuccherate è addirittura consigliata, meglio se contenenti malto-destrine».
«Forse limitarne vendite e consumo con una legge è un po’ eccessivo», conclude Cestaro, «soprattutto perché io rispetto molto la libertà delle persone. Quello che si può fare, invece, è una buona informazione, da parte di tutti, medici, giornalisti, Ministero della Sanità. Magari mettendo delle indicazioni più precise sulle confezioni, indicando l’alto contenuto di zuccheri semplici. Basterebbe la dicitura “non consumare a stomaco vuoto e più di un tot al giorno”. Perché certo lo zucchero semplice non è il tabacco, ma andrebbe regolamentato lo stesso».
D’altra parte Lustig non si trova a combattere solo contro le cattive abitudini alimentari dei singoli, ma anche contro le grandi industrie alimentari, che hanno in mano il potere. Poche corporation che dominano il mercato del cibo, e che, come nel caso delle multinazionali del tabacco, hanno tutti gli interessi a bloccare una legge simile. L’unica speranza per l’endocrinologo americano è che anche questa “guerra” segua il percorso intrapreso da quella per il tabacco, che, dopo vari inutili tentativi, si sbloccò solo quando venne dimostrato l’enorme impatto economico del fumo sui costi sanitari nazionali.
Per ora, quindi, il suo obiettivo è far escludere lo zucchero dalla lista di sostanze sicure (Generally Recognized as Safe – Gras) della Food and Drug Administration (Fda) americana. Sostanze che, per rientrare nella lista, devono avere alle spalle solidi studi scientifici che ne provino la sicurezza, e che, in virtù di questo, i produttori possono aggiungere a tutti i prodotti alimentari, in qualsiasi quantità desiderino. Nel 1986 quando venne fatta l’ultima revisione sulla sicurezza dello zucchero, la Fda dichiarò che gli americani assumevano 40 kg di zucchero a testa l’anno, riconoscendo che un aumento del consumo di zucchero poteva arrecare grossi rischi per la salute. Attualmente, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti afferma che il consumo annuo di zucchero da parte degli americani supera i 90 chili.