“Siamo stati Papa”, la Germania piange l’addio del suo Pontefice

“Siamo stati Papa”, la Germania piange l’addio del suo Pontefice

BERLINO – “Siamo stati Papa”: è questo uno dei refrain più ripetuti in Germania dall’annuncio del ritiro di Ratzinger a vita privata. «Siamo stati papa»: lo ripetono i politici su Twitter – sono solo i cristiano-democratici, ma anche i liberali; lo scrivono i ragazzi su Facebook, lo riportano i giornali e alcuni lo usano perfino come titolo. Se per gli italiani Ratzinger è sempre apparso come figura fredda, distante e troppo eterea, in Germania sembra aver toccato corde dell’intelletto sconosciute ad altri popoli.

Il quotidiano nazional-popolare “Bild Zeitung” annuncia a tutta pagina su internet che «Il nostro papa tedesco Benedetto si ritira», (c’è da sperare che nell’edizione cartacea di domattina evitino di stampare a fondo pagina la solita donnina in deshabillé). Perfino a sinistra, il Tagesspiegel di Berlino non riporta la notizia con l’acredine che ci si potrebbe attendere, e ricorda il commento del governo tedesco secondo cui «Papa Benedetto nei suoi otto anni di pontificato ha impresso la sua firma come pensatore e pastore».

Le reazioni più profonde verranno espresse solo nei prossimi giorni, superata la fase di sorpresa. La Germania è pur sempre un paese diviso tra confessioni, con una maggioranza cattolica al Sud, e protestante al Nord. Le aspettative di un qualche impegno per riconciliare alcune delle posizioni con i protestanti sono andate disattese, e per i tedeschi questo potrebbe rappresentare una mancanza nel pontificato.

Le congregazioni cattoliche per ora esprimono solo rammarico per il ritiro. Il direttore del comitato dei cattolici bavaresi, Albert Schmid, ha dichiarato di essere «per la prima volta veramente senza parole nel suo servizio pubblico e di chiesa», e di provare «profonda tristezza». C’è rispetto anche tra i protestanti: un vescovo luterano, Friedrich Weber, ha detto a nome della Chiesa Evangelico Luterana di «provare profondo rispetto per l’annuncio». Ha aggiunto in maniera non casuale che «con questo annuncio il papato acquisisce una dimensione umana», con un vago riferimento alla dibattutissima questione del sacerdozio.

Ma il problema dei rapporti tra Vaticano e protestantesimo si aprirà, e sarà al centro del dibattito. Ci sono già le prime avvisaglie: il quotidiano conservatore “Frankfurter Allgemeine Zeitung” ha ricordato che nel 2000 Ratzinger con il documento “Dominus Iesus” abbia rimarcato come il protestantesimo non potrà mai avere stato di “chiesa” secondo la dottrina e gli insegnamenti cattolici.

Il ritiro di Ratzinger susciterà emozioni e riflessioni, forse molte di più di quante non ne abbia ispirate il pontificato di Giovanni Paolo II. In Germania, al sentimento di perdita per l’abdicazione del “Papa tedesco” si uniranno riflessioni su temi controversi: oltre ai rapporti con i protestanti, si discuterà delle posizioni conservatrici, di quelle sull’omosessualità, del ruolo nel contrasto alla piaga della pedofilia – una serie di questioni sui quali molti tedeschi sentono di non avere avuto risposte. Nei commenti agli articoli, si spera già che il prossimo papa, anche se non tedesco, riesca a essere interprete di un dibattito più aperto, per rispondere alle domande della nuova società.