“Basta con l’euro: e tutti vadano per la loro strada”

Parla Charles Blankart, ideologo di "Alternativa per la Germania"

Secondo un sondaggio dell’istituto Forsa pubblicato ieri, un tedesco su tre vorrebbe abbandonare l’Euro per tornare al marco. Proprio nei giorni in cui tira quest’aria, a Berlino nasce “Alternativa per la Germania”, un partito non antieuropeista ma contrario alla difesa a spada tratta dell’Euro e ai costosi salvataggi. A due settimana dalla sua presentazione ufficiale prevista per il 14 aprile, i sondaggi indicano che i contenuti del partito raccolgono l’approvazione del 26% della popolazione.

Tra i fondatori non ci sono né sconosciuti della politica né comici, bensì l’economista Bernd Lucke, il giornalista ed ex redattore FAZ Konrad Adam e Alexander Gauland, già capo della Cancelleria dello Stato dell’Assia. L’iniziativa è stata appoggiata in particolare da professori universitari di materie economiche, liberali e conservatori. Tra gli ideologi che i fondatori hanno voluto a tutti i costi avere al proprio fianco c’è Charles B. Blankart, classe 1942, professore alla Humboldt Universität, ed esperto in Finanze Pubbliche dell’Istituto di Ricerche Economiche (Ifo), di Monaco. Svizzero da quarant’anni in Germania, Blankart è stato anche consulente del Ministero dell’Economia tedesco. Linkiesta lo ha intervistato. La prima domanda è sorta spontanea:

Com’è che un cittadino Svizzero viene coinvolto nella fondazione di un partito euroscettico in Germania?
Io vivo in Germania da 40 anni. Mi è stato chiesto dai fondatori e in questa occasione ho fatto presente che sono tedesco, però volevano comunque avere il mio appoggio per il partito. Paragonato con la politica europea di adesso l’”Alternativa per la Germania” appare ancora più importante perché la politica attuale è inefficace. Penso che gli stati si debbano salvare da soli e non essere salvati dagli altri.

L’Euro così come è oggi non ha per lei alcun futuro?
L’Euro probabilmente continuerà ad esistere. Anche se non rappresenta in nessun modo un buon modello.

Cosa non funziona?
Il test, per vedere se una unione monetaria può esistere, è che funzioni senza sovvenzioni. Non è questo il caso e quindi non dovrebbe essere tenuta in vita così com’è. Attualmente è evidente che ci sarà sempre una crisi dopo l’altra. Ci saranno ripetutamente buchi da tappare. Credo che abbandonare l’euro e tornare a una situazione più flessibile sia la scelta migliore in questo momento.

Non teme che con la fine dell’Euro si rischi la disintegrazione dell’Unione Europea, così come ha detto molte volte la cancelliera tedesca Angela Merkel?
In nessun modo, anche prima dell’Euro esisteva l’Unione Europea con diverse monete. Con la lira in Italia c’era comunque un’Europa unita. Non credo assolutamente che la moneta comune sia una condizione necessaria per l’Europa unita.

Ora però l’Unione Europea, attraverso la Zona Euro ha fatto molti passi avanti verso una maggiore integrazione. Non sarebbe pericoloso un simile passo indietro?
Gli scambi commerciali tra i paesi dell’Euro non si sono intensificati con l’introduzione della moneta unica, sono piuttosto rimasti uguali. Semplicemente l’Euro non è servito al suo scopo.

Le conseguenze dell’uscita dall’Euro dei paesi colpiti dalla crisi non rischiano di essere catastrofiche?
No, sarebbe un’occasione per i paesi che ne escono. Potrebbero svalutare le loro monete e adeguarle alla loro situazione economica. Credo che si debba pensare a lungo termine. Se il risultato finale senza Euro è migliore dello scenario che prevede la moneta unica, penso che valga la pena di assumere i rischi e i costi della transizione. La domanda è, piuttosto, come riuscire ad uscire dall’euro con i minori costi.

Parte del successo economico della Germania dipende però dalle sue esportazioni nella Eurozona. Non sarebbe controproducente, proprio per questo paese che ha i suoi clienti principali nell’Euro, la frantumazione della moneta unica? Non sono d’accordo. La Germania ha molti partner economici anche fuori dall’Eurozona. Le esportazioni della Germania fuori dalla moneta unica crescono molto più rapidamente che quelle tra i paesi dell’Euro.

Interpreta il salvataggio di Cipro come l’inizio della fine della moneta unica?
Non credo. Proprio Perché i politici non pensano a lungo termine non avranno il coraggio di lasciare frantumare l’Euro. Se solo fossero più lungimiranti permetterebbero la fine della moneta unica e l’uscita di singoli paesi.

Qual è il suo punto di vista come professore ed economista sul salvataggio di Cipro?
In linea di principio è corretto. Le banche hanno valutato male e giocato sporco e ora devono partecipare ai costi del salvataggio. Questo è giusto. Per Cipro è un problema bancario. L’economia del paese riesce ad esportare e l’occupazione è alta. Cipro potrebbe tranquillamente rimanere nell’Euro perché la moneta non è sopravvalutata. Cipro ha un problema bancario e non di Euro. I creditori hanno investito in modo sbagliato e ora perdono denaro. So what?

A livello pratico quali passi sarebbero necessari per ritornare alle monete nazionali o a unioni monetarie più piccole tra paesi economicamente omogenei come lo chiede il partito “Alternativa per la Germania”?
Ci sono diversi modelli che si potrebbero adottare. Il più facile prevede l’uscita dalla moneta unica delle economie più forti come Germania o Austria o Olanda, potrebbero tornare alle loro monete e gli altri stati dovrebbero semplicemente adeguarsi. È chiaramente più difficile uscire per Cipro o per la Grecia Perché si arriverebbe inevitabilmente a un “bank run”, una corsa agli sportelli. Però per esempio a Cipro già sta succedendo, è inevitabile.

Che modello di Europa si immagina?
Il mercato comune europeo continuerà ad esistere con o senza euro. Non serve l’Euro per avere un mercato comune.

La traiettoria europea difesa dalla cancelliera Merkel e il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble è secondo lei totalmente sbagliata?
È troppo cara. È cara in modo non necessario, si spendono miliardi e miliardi di troppo.

Condivide le politiche di austerità difese in Europa dal governo tedesco?
Gli altri paesi devono diventare più competitivi. I prezzi devono cadere del trenta per cento. Con le politiche di austerità la domanda dovrebbe diminuire e i prezzi abbassarsi. Solo che la situazione è molto più complessa e se i paesi potessero uscire dall’Euro sarebbe più facile.

La fine della Eurozona sarebbe una soluzione quindi più economica e più facile?
A lungo termine sarebbe più economico. I politici salvano continuamente l’Euro perché sono incapaci di pensare a lungo termine. Bisogna poter parlare in modo libero di tutte le possibilità, e ci deve essere la possibilità di negoziare l’uscita di un paese dall’Euro. Non ci devono essere divieti di pensiero. È semplicemente sbagliato dire che l’Europa si spezza senza l’Euro. Non è detto che tutti i paesi debbano tornare a una propria moneta, ci possono essere due o tre monete in Europa. Una è troppo poco.

Non crede che ci sia il rischio per “Alternativa per la Germania” di attrarre anche le simpatie dell’estrema destra?
Non ha niente a che fare con l’estrema destra, è un partito democratico.

Crede che il partito possa sfondare la soglia del cinque per cento ed entrare in Parlamento pochi mesi dopo essere nato?
Si, ne sono convinto. I sondaggi dicono che l’accettazione della proposta raggiunge il 26%.

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