Battiato “l’alieno” esagera: revocato l’incarico

L’accusa e poi la smentita

«Chiamatemi Franco e io risponderò, non chiamatemi assessore, questo mi offende». Nel novembre scorso è stato quuesto l’esordio di Franco Battiato, “il maestro”, appena diventato assessore al turismo della regione Sicilia. Il cantautore è stato voluto fortemente dal governatore regionale, Rosario Crocetta: «Franco Battiato è uno dei siciliani più in gamba che ci sono, e può dare un grande contributo, per questo gli ho fatto l’invito chiaro, onesto di scendere in campo». Un «top player», così come l’ha definito l’ex sindaco di Gela, che avrebbe dovuto portare l’immagine della Sicilia in giro per il mondo. 

Ma, come in ambito calcistico, spesso e volentieri i top player non fanno la differenza, e possono creare disordini all’interno dello spogliatoio. Anche perché l’assessore al Turismo, spiegano a Linkiesta, «deve relazionarsi con i dirigenti dell’assessorato, coordinare la macchina burocratica». E in questi mesi di Franco Battiato non c’è stata nemmeno l’ombra nell’assessore. Un paio di volte ha partecipato alla giunta regionale, qualche dichiarazione sullo stato del turismo, «non c’è un solo euro, hanno rubato tutto». Per il resto soltanto «assenze», al punto da esser ribattezzato «l’assessore fantasma». Infatti il deputato regionale Salvino Caputo, ex Pdl, oggi Fratelli d’Italia ha persino presentato una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore al turismo «per reiterata contumacia». A cause delle assenze di Battiato, spiega Caputo, «la Sicilia è stata tagliata fuori dai circuiti turistici internazionali». Più chiaro di così.

Assenze a parte, le esternazioni di oggi dell’assessore «fantasma» hanno sollevato un polverone, che di certo si riverserà sulla sorti della giunta presieduta da Rosario Crocetta. Durante un incontro istituzionale dedicato ai percorsi fra turismo e cultura in Sicilia il cantautore ha pronunciato una frase shock: «Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto: dovrebbero aprire un casino». Le parole di Battiato fanno il giro del mondo, e arrivano dritte dritte nei Palazzi romani.

La reazione sdegnata è della neo presidente della Camera Laura Boldrini, vicinissima politicamente al maestro: «Parole volgari e offensive. Respingo nel modo più fermo l’insulto che arriva da Battiato alla dignità del Parlamento. Stento a credere che un uomo di cultura come Franco Battiato, peraltro impegnato ora in un’esperienza di governo in una Regione importante come la Sicilia, possa aver pronunciato parole tanto volgari». Ma il “maestro” non si è fermato qui. La ciliegina sulla torta è stato un atto di accusa alla destra italiana: «La destra italiana è una cosa che non appartiene agli esseri umani».

Ecco, la frittata è servita al tavolo. E anche se l’assessore «fantasma» ritratta: «Prendo atto con dispiacere che il senso della mia frase, che ovviamente si riferiva a passate esperienze politiche caratterizzate da una logica da mercimonio offensiva della dignità delle donne, sia stato travisato e interpretato come una offesa al Parlamento attuale, per il quale ho stima, o per le donne, o addirittura riferibile al parlamento europeo».

Ormai è troppo tardi. Nei corridoi del palazzo romani e siciliani non si parla d’altro. Le affermazioni del “maestro” non sono stata affatto digerite. Il governatore regionale Crocetta, big sponsor di Battiato, è riunito in conclave per decidere come agire. E, stando ad una fonte de Linkiesta, «a questo punto il minimo sarebbero le dimissioni. Ma difficilmente “Saro” le accetterà, sono molto amici. Anche se è dura». Eppure anche i democratici siciliani, che inizialmente hanno caldeggiato l’arrivo di Battiato in giunta, pensano che si debba «dimettere». Così si liberebbe «un posto al Turismo, e potremmo piazzare uno dei nostri», dicono.

@GiuseppeFalci 

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