Daimler? Troppo tedesca Ora riserva quote per stranieri

Il gigante automobilistico di Stoccarda

BERLINO – «Daimler è troppo tedesca». Con questa accusa il capo del personale del gigante automobilistico di Stoccarda ha lanciato ieri la provocazione. Mentre in Germania le quote rosa non sono più nemmeno un tema di dibattito nell’agenda di governo, c’è ora chi si concentra sulle sfide della globalizzazione e parla di «quote di stranieri». Un nuovo programma per la formazione dei manager di Mercedes Benz & co. sarà presto formato al 50% da stranieri, in particolare cinesi e americani dell’intero continente.

La provocazione è stata lanciata ieri mattina dal capo del personale di Daimler AG, Wilfried Porth, in un’intervista con il quotidiano conservatore Die Welt. La politica di produzione futura di Daimler avrà come motto «la produzione segue i mercati», e questo varrà in qualche modo anche per la scelta del personale. Il ragionamento non fa una piega: se i mercati che più crescono sono in Cina e America, allora i manager dovranno provenire anche da questi paesi.

«L’azienda deve essere più internazionale. In questo aspetto non ci siamo posizionati bene negli ultimi anni», ha detto Porth, «abbiamo un programma per nuove leve chiamato CAReer che è finalizzato esplicitamente alla formazione dei dirigenti a cui ogni anno partecipano tra le 350 e 500 nuove reclute. Così come ora, vogliamo che il 35% dei nuovi arrivati continuino ad essere donne. Mentre lo scopo è di elevare al 50% la quota di stranieri», in particolare provenienti ,«da America, Cina, India ed altri paesi», ha aggiunto.

Anche l’internazionalizzazione dell’impianto manageriale dovrebbe contribuire allo scopo finale di tornare tra i maggiori produttori tedeschi, superando di nuovo i concorrenti di Audi e Bmw. Dopo anni di crescita, nel 2012 Daimler ha visto diminuire le vendite come conseguenza della crisi in Europa. Lo scopo è ora quello di posizionarsi meglio nei mercati fuori dalla moneta unica, ma per farlo, «la dirigenza è ancora troppo tedesca», ha insistito.

Un portavoce di Daimler ha specificato in un’intervista telefonica con Linkiesta che si tratta di una direttiva generale ma che il gruppo non aspira «a introdurre una quota di stranieri generale per tutta l’azienda», e che l’iniziativa è focalizzata al programma nuove reclute. Mentre rimane fermo l’obbiettivo annunciato due anni fa di arrivare entro il 2020 ad avere il 20% di donne come dirigenti. Il portavoce ha spiegato inoltre che il programma di reclute non è l’unico canale secondo cui vengono scelti i dirigenti del futuro.

Se quindi il consiglio di amministrazione è composto ora da otto tedeschi purosangue (di cui è il caso di aggiungere che quattro provengono dai ricchi stati meridionali di Baden-Württemberg e Baviera), probabilmente «al termine di questa evoluzione avremo anche un Cda internazionalizzato», ha insistito Porth.

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