Un po’ bicamerale, un po’ war room del presidente della Repubblica. Per superare lo stallo istituzionale Giorgio Napolitano individua due gruppi di lavoro. Alle nuove commissioni il capo dello Stato chiede di «formulare precise proposte programmatiche che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche». Tra le righe si punta a stendere un elenco di riforme potenzialmente condivise. Un programma di governo che aiuterà il prossimo inquilino del Quirinale a dar vita a un esecutivo di scopo.
La soluzione individuata da Napolitano per ribaltare l’impasse a cui lo avevano costretto i veti reciproci di Pd e Pdl è inedita. E prenderà il via nel giro di un paio di giorni. Le due commissioni – per i temi di carattere istituzionale ed economico-sociale – inizieranno a lavorare già martedì mattina. E dato l’avvicinarsi dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica, brevi saranno anche i tempi entro cui sarà possibile operare.
In serata il Quirinale ha reso note le personalità che daranno vita ai due gruppi di lavoro. Dieci “saggi” individuati personalmente dal presidente Napolitano. I più sono stati avvertiti con una telefonata questo pomeriggio (da qui il ritardo nel pubblicare le liste). «Personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze» spiega il presidente della Repubblica. Si è cercato di dar voce a tutti i principali partiti e qualche significativo organismo dello Stato.
Della commissione che si dovrà occupare di temi istituzionali fanno parte il senatore Pdl Gaetano Quagliariello e l’ex presidente della Camera (e parlamentare Pd) Luciano Violante. Ma anche il capogruppo di Scelta Civica a Palazzo Madama Mario Mauro e il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida. La rappresentanza politica è evidente. C’è un parlamentare berlusconiano, un ex Pd, un esponente dei montiani. Volendo sfogliare un ipotetico manuale Cencelli, Onida andrebbe inserito di diritto in quota Cinque Stelle. A lui i grillini avevano recentemente pensato – tra gli altri – al momento di individuare una personalità da candidare al Colle.
Superamento del bicameralismo perfetto, riduzione dei parlamentari. Soprattutto, questa commissione non potrà prescindere dalla riforma della legge elettorale. Non sfugge che Quagliariello e Violante sono stati alcuni dei rappresentanti politici che la scorsa estate hanno portato avanti le lunghe, e infruttuose, trattative tra Pd e Pdl per il superamento del Porcellum.
Altri sei “saggi” si occuperanno di individuare proposte programmatiche in tema economico-sociale. C’è il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, il presidente dell’autorità garante della concorrenza e mercato Giovanni Pitruzzella, il vice direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi e il ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi. Con loro i due presidenti delle commissioni speciali istituite la scorsa settimana in Parlamento: il leghista Giancarlo Giorgetti e il democrat Filippo Bubbico.
Tanti i dossier su cui mettersi a lavoro. Si parte dai capitoli già all’ordine del giorno delle commissioni speciali: il tema degli esodati e quello dei debiti della Pa vantati dalle imprese. Particolarmente attento al tema delle piccole e medie imprese, potrà offrire il proprio contributo Rossi, che da responsabile del servizio studi di Bankitalia si era occupato con attenzione dell’argomento. Attento alle necessità del meridione il senatore Bubbico, già presidente della Regione Basilicata. Più sensibile a disoccupazione giovanile e disuguaglianza di reddito Enrico Giovannini, che alla guida dell’Istat conosce nei dettagli la situazione reale del Paese. A Moavero, braccio destro di Monti fin dai tempi dell’esperienza da commissario Ue, il difficile compito di rappresentare il governo («operativo e tuttora in carica» come ha specificato stamattina il presidente Napolitano) e tenere i rapporti della commissione con Palazzo Chigi.
Tutti onorati e pronti a iniziare. Anche se i dettagli dell’operazione non sembrano ancora troppo chiari. «Sentiremo dal presidente della Repubblica cosa esattamente ci chiede di fare – ha spiegato in serata Valerio Onida – Se questo strumento del gruppo di lavoro potrà avere una utilità per lo scioglimento dei nodi politici che ci sono, e che tutti conoscono, questo lavoro dovrà svolgersi con riservatezza. Non sono ottimista, ma faremo il nostro dovere».