Il Pd “nomina” Monti presidente del Senato

Alla Camera il favorito è Franceschini

È il day-after della riunione fiume del parlamentino del Pd che ieri ha approvato all’unanimità la relazione degli otto punti del leader del centrosinistra Pier Luigi Bersani. Il segretario riparte convinto di farcela, si gioca l’ultima chance, e ribadisce: «Questa è la nostra proposta, è il piano A, non tocca a noi elaborare altri piani, ci atteniamo alle valutazioni del Capo dello Stato». Alle valutazioni di Matteo Renzi, «questa legislatura ha tutte le caratteristiche per battere tutti i record di durata in negativo», risponde così: «Il problema è l’abbrivio, se avviene sono più fiducioso di Renzi sulla durata di questo governo perché l’esigenza di cambiamento è conclamata».

Per far ripartire la macchina che lo porterà a Palazzo Chigi e «gli farà conquistare i grillini», spiegano dal Nazareno, nel pomeriggio convoca una conferenza stampa con il neo eletto ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Tema? Il primo degli otto punti approvato ieri in direzione: «un provvedimento su corruzione e falso in bilancio». Un modo come un altro per rilanciare su un tema caro al M5S del comico Beppe Grillo. D’altronde, spiega in conferenza il segretario, «un paese che vuole tornare a crescere non può essere al 72/mo posto nella classifica dei paesi più corrotti. Non è vero che con l’onestà non si mangia, con l’onesta si mangia e si beve».

Ma la giornata del segretario Bersani è ancora lunga. A metà pomeriggio incontra il premier Mario Monti ufficialmente per discutere sul delicato Consiglio Europeo del prossimo 14 marzo. «Non c’è nulla di dietrologico. Il presidente Monti ha invitato i leader di tutte le coalizione che hanno partecipato alle elezioni», tuonano dallo staff del segretario. L’incontro dura più di un’ora, e a fine summit palazzo Chigi diffonde un comunicato dai toni istituzionali «per ribadire la posizione italiana volta a rafforzare la capacità delle istituzioni europee di governare l’economia, coordinando in via preventiva e con maggior efficacia le politiche economiche nazionali e promuovendo a livello europeo la crescita e la creazione di nuova occupazione». 

In realtà, come racconta a Linkiesta un insider, uno dei punti al tavolo dell’incontro è stato l’elezione dei Presidenti delle Camere. Una partita importante proprio perché farà comprendere che piega prenderà la legislatura. In questa situazione di stallo il Pd non può pretendere due uomini di partito per la seconda e per la terza carica dello Stato. È già stato ribadito più volte: «Abbiamo già detto per quanto riguarda le cariche istituzionali che noi siamo per la condivisione», dice Nico Stumpo, uno dei più stretti collaboratori del segretario.

E se per Montecitorio sembra favorito Dario Franceschini, «sta facendo come un pazzo, e il centrosinistra alla Camera ha una maggioranza schiacciante», al Senato non ci potrà essere spazio Anna Finocchiaro. Per lo scranno più alto di Palazzo Madama «per allargare il più possibile il fronte», come suggeritogli ieri da Franceschini in direzione, Bersani avrebbe pensato al senatore Mario Monti. «Sì, un senatore a vita può essere Presidente del Senato», spiega un costituzionalista.

«Più in generale vale il principio di equiparazione tra senatori eletti e senatori nominati espresso indirettamente all’art. 1 del regolamento del Senato». E se i “Cinque Stelle” si opporranno, non ci sarà alcun problema. Perché, come recita il regolamento del Senato, «qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa». Oltretutto l’ipotesi Monti presidente del Senato riceverebbe il consenso di una fetta di senatori del Pdl, i cosiddetti “montiani” alla Gaetano Quagliariello. E verrebbe vista di buon auspicio anche da Giorgio Napolitano, che proprio oggi è tornato a parlare ribadendo «farò quel che debbo fino all’ultimo giorno del mio mandato». E infine ha inviato un messaggio a tutte le forze politiche: «Che sia faro o sia una luce normale, umana certe volte si fa fatica nella nebbia ma io cerco di fare del mio meglio».

Twitter: @GiuseppeFalci
 

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club