BERLINO – A sette mesi dalle elezioni federali in Germania, i critici delle politiche di salvataggio dell’Euro preparano un nuovo partito contrario alla moneta unica. Si chiamerà “Alternative für Deutschland” e sarà una formazione moderata e a suo modo europeista ma contraria alla moneta comune e a una maggiore integrazione europea. L’annuncio della fondazione ha subito scatenato il tam tam su internet. Il partito correrà alle elezioni, magari appoggiandosi ad altri movimenti minori con punti di vista comuni.
Fino ad ora, un solo partito dello spettro parlamentare ha votato contro a tutte le politiche europee di salvataggio: si tratta di Die Linke, La Sinistra. Eppure i contrari all’Euro, o gli euroscettici di ogni tipo, sono piuttosto diffusi anche a destra. “Alternative Für Deutschland” nasce appunto per rispondere alle loro esigenze.
«L’Alternativa per la Germania appoggerà la dissoluzione dell’Euro a favore delle monete nazionali o di unioni monetarie più piccole», scrive l’economista Bernd Lucke, fondatore del partito, in una sorta di manifesto di fondazione, «si impegnerà contro i pacchetti di salvataggio miliardari (…). Sarà a favore di una deburocratizzazione e limitazione dell’Unione Europea con la restituzione di determinate competenze agli stati nazionali».
Oltre a Lucke, i fondatori del partito son il giornalista Konrad Adam, ex redattore della Frankfurter Allgemeine Zeitung, e il pubblicista e politico della Cdu Walter Wallmann. L’iniziativa è stata appoggiata in particolare da professori universitari di materie economiche, liberali e conservatori. Tra di loro ci sono alcuni nomi noti come Stefan Homburg e Charles Blankart che insegnano rispettivamente ad Hannover e Berlino finanza pubblica. Si aggiungono poi Joachim Starbatty, Wilhelm Hankel, Karl Albrecht Schachtschneider e Dieter Spethmann, che erano già apparsi insieme in un ricorso presentato di fronte alla Corte Costituzionale contro gli aiuti alla Grecia (poi respinto). Ma forse il volto più noto è quello di Hans-Olaf Henkel, ex presidente della Confindustria tedesca, il cui nome era già apparso nel contesto della fondazione di nuovi movimenti politici.
Lo stesso Lucke è professore di Macroeconomia all’università di Amburgo e ha militato per 33 anni nelle fila della Cdu, salvo uscirne nel 2011 in polemica appunto con i salvataggi in Europa. Lo stesso anno ha fondato la “assemblea generale degli economisti” un forum che raccoglieva 328 esperti, e che nel 2011 si era espressa contro il prolungamento del fondo di salvataggio europeo, con l’idea di influenzare le decisioni del governo. «L’avvertimento non riuscì a produrre risultati», ha ammesso Lucke oggi in un intervista con la Faz.
I fondatori del partito ci tengono a precisare che il loro rifiuto all’Euro non è un rifiuto all’Unione Europea, in questo senso si dicono europeisti. Allo stesso tempo hanno sottolineato il fatto di essere dei moderati e di non volere lasciar spazio a estremisti di ogni sorta che intendono nascondersi nel loro progetto.
Nelle prossime settimane entrerà in funzione una pagina web ufficiale con le proposte concrete. Nel frattempo sono già partite le pre iscrizioni via mail. Il partito sarà presentato nel corso di un evento il prossimo 11 marzo a Berlino, mentre il primo congresso generale avrà luogo il 13 aprile. Da lì in poi, sarà caccia al voto di protesta.