L’Italia spettro dell’Eurogruppo: avanti con le riforme

Europa & mercati finanziari

L’Italia torna suo malgrado protagonista nei vertici europei. Sebbene non fosse in agenda, nell’Eurogruppo di oggi si è anche discusso informalmente della crisi politica italiana. Lo shock derivante dell’esito delle urne è ancora elevato. E lo sono pure le dichiarazioni del vero vincitore delle elezioni, Beppe Grillo. E già circola voce di una imminente richiesta di aiuto da parte dell’Italia, nel caso non ci sia un esecutivo entro i prossimi due mesi. Una soluzione che potrebbe essere un veicolo per garantire una continuità alle riforme strutturali del Paese.

Aiuto o non aiuto? Questo è il problema per Roma. E se non ora, quando?Nel caso non si riuscisse a formare un governo stabile, l’Italia potrebbe rallentare nel suo processo di consolidamento fiscale e, fra le altre cose, aggravare la recessione che già sta vivendo. Tuttavia, spiegano fonti governative, una primaria discussione su costi e benefici di una richiesta di aiuto è già stata fatta. Per la precisione, poche ore dopo lo spoglio dei voti, si sono incontrati Mario Monti, il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, il titolare del dicastero degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. La consultazione è servita per capire l’umore dei mercati finanziari e prepararsi al peggio. E lo scenario più difficile per l’Italia potrebbe essere quello di una richiesta di sostegno a seguito della mancanza di governabilità del Paese.

Da più parti si invoca un altro esecutivo tecnico, ma fino a che punto questa può essere una soluzione? Senza un governo stabile l’Italia potrebbe non essere nemmeno in grado di chiedere il programma di aiuti della Banca centrale europea, le Outright monetary transaction (Omt). Il vincolo politico dato dal memorandum d’intesa a cui è subordinata la richiesta di aiuto è insormontabile per un governo instabile? Secondo Morgan Stanley no, mentre secondo HSBC è difficile che un esecutivo debole riesca a introdurre le misure derivanti dall’accesso alle Omt.

Da un lato ci sono le richieste della Commissione europea, che si possono racchiudere in una sola frase. Continuare con le riforme. Liberalizzazioni, flexsecurity, riforma fiscale, miglioramento degli squilibri fra nord e sud: la strada è precisa e definita da tempo. Per la precisione, da quando nell’ottobre 2011 il vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn inviò al governo italiano un pacchetto di misure ritenute come cruciali per il miglioramento dell’economia italiana.

Dall’altro lato c’è l’Italia. Lo stallo politico preoccupa Bruxelles e Francoforte. Due i motivi: la possibile frenata del processo di integrazione europea e i rischi derivanti dal possibile ritorno della Bce sui mercati obbligazionari secondari. I ministri europei delle Finanze, oltre a occuparsi del bailout di Cipro (che non sarà definito prima di fine marzo), hanno chiesto ragguagli alla delegazione italiana in merito a cosa succederà ora. Non solo. È cruciale, spiegano fonti della Commissione europea, sapere cosa intende fare l’Italia se non si riuscisse ad arginare la crisi politica, che poi sfocerebbe in una crisi di fiducia da parte degli investitori istituzionali. Di qui, il rischio di una nuova fase della sofferenza italiana sui mercati obbligazionari.

Fra le opzioni sul campo per permettere all’Italia di sopravvivere alla crisi politica, la più ricorrente è rappresentata dalle Omt della Bce. Secondo l’analisi di Morgan Stanley, c’è possibilità che un governo italiano a termine, con il chiaro mandato di effettuare poche e mirate riforme (come introdurre la nuova legge elettorale), abbia abbastanza forza di chiedere il sostegno di Omt o European stability mechanism (Esm), il fondo europeo di stabilità finanziaria. Questa opzione (governo con mandato limitato), nell’analisi di Morgan Stanley, è data come la più probabile, circa il 60% delle possibilità. Considerato che le esigenze di rifinanziamento dell’Italia per il 2013 sono di 192 miliardi di euro di nuove emissioni, più una redemption da 155 miliardi, il rischio di una maggiore pressione sui mercati obbligazionari è elevata. Ecco perché, secondo la banca statunitense, Roma dovrebbe chiedere il sostegno prima che sia troppo tardi. 

Allo stesso tempo Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, non ha dubbi su cosa potrà succedere. «In caso di richiesta, è lecito supporre, l’Omt verrà concesso a qualsiasi governo italiano a condizione che abbia la cortesia di non dichiarare esplicitamente che mancherà gli obiettivi concordati da tempo con Bruxelles», spiega Fugnoli. O riforme o riforme: non esiste alternativa per l’Italia. O meglio, se l’alternativa si chiama Grillo, anche se forse sarebbe giusto chiamarla scheggia impazzita. Referendum sull’euro, rivisitazione dei trattati europei, rinegoziazione del debito pubblico, reddito minimo garantito: i punti focali del programma economico del Movimento 5 Stelle sono chiari e guardati con estremo scetticismo dagli operatori finanziari. Sarà forse lo stesso Mario Draghi, numero uno della Bce, a frenare i rumor intorno alla richiesta di aiuto da parte dell’Italia. Nella riunione del Consiglio direttivo della Bce del prossimo giovedì, Draghi parlerà anche del suo Paese natio, nel tentativo di tranquillizzare gli investitori. C’è una certezza: il balletto di voci sul futuro dell’Italia è ricominciato.

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